Anna Maria Bigon via Facebook

bandiera bianca

La lezione di Anna Maria Bigon al Partito che si dice democratico

Antonio Gurrado

Il voto contrario a quello del Pd della consigliera regionale dem sulla questione del fine vita in Veneto sancisce la generale precedenza dell’individuo sul gruppo. Un principio cardine della democrazia

Evviva Anna Maria Bigon! Non per la specifica questione del fine vita in Veneto e relativa polemichetta o regolamento di conti interno al Pd, ma perché la fermezza della consigliera regionale nel mantenere una posizione contraria all’indirizzo del proprio partito sancisce la generale precedenza dell’individuo sul gruppo. Tenere il punto anche sapendo (o temendo) che il proprio voto risulti decisivo, creando una crisi ed esponendosi a delle critiche se non a una gogna, significa ricordarsi che la politica è fatta di persone e non di manichini; quindi ciascuna di esse è un individuo che ha il dovere di votare secondo convinzione e assumersi le proprie responsabilità, anziché gettare il cervello all’ammasso o espellerlo tramite la terza narice che Guareschi disegnava in mezzo al naso dei più ottusi militanti, non solo di sinistra ma anche di destra. Vale per gli elettori come per gli eletti. Dobbiamo interessarci, ragionare, esprimere la nostra posizione perché ogni singolo voto conta: questo, in sintesi, è il principio cardine della democrazia. Di cui il Pd porta orgogliosamente il nome, salvo dimenticarsene di tanto in tanto.

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