(foto Ansa)

percorso a ostacoli

Il campo largo si spacca pure sul nuovo Patto di stabilità

Redazione

I Cinque stelle votano contro l'avvio dei negoziati tra Europarlamento e Consiglio europeo. Tra i dem cresce l'insofferenza. L'ex Guardasigilli Orlando: "Dai grillini molte ambiguità"

Vorrebbero costruire l'alternativa. Ma dimostrano ogni giorno di più di non essere in grado di farlo. E quindi, dalla politica estera alle questioni più strettamente interne, Pd e M5s non fanno che dimostrare di avere troppe difficoltà nel convergere. Questo nonostante sia sempre più evidente che il ceto dirigente dem, i fedelissimi di Elly Schlein, si auspicherebbero forse un maggior schiacciamento sulle posizioni grilline. Ieri nel voto a Strasburgo che ha avviato i negoziati tra Europarlamento e Consiglio europeo sulla riforma del Patto di stabilità tutte le forze politiche hanno votato a favore. O meglio, tutte tranne una: il M5s. Che ha descritto il testo su cui ha trovato una quadra la Commissione europea alla fine di dicembre come "un'imposizione della Germania". Strizzando l'occhio a un passato di contestazioni anti-austerity, contro la Troika e compagnia cantante.

Il Pd, come era già successo per il voto sull'invio di armi all'Ucraina, in ragione del suo passato da partito di governo così come per la presenza del commissario europeo Paolo Gentiloni, ha votato a favore della riforma. Questo sebbene nelle ultime settimane siano cresciuti gli scetticismi interni, a partire dalla segretaria, che già nell'immediato post accordo aveva parlato di un "patto peggiorativo", che "ci fa tornare all'austerity e che vede l'Italia abbassare la testa". Echeggiando quindi molte delle cose che poi i Cinque stelle hanno avuto il coraggio di esplicitare nel Parlamento europeo.

Fatto sta che il rapporto tra i due soggetti del campo largo, oramai, appare ogni giorno piegato su nuove tensioni. Già sulle candidature alle amministrative non tira una bella aria. Il capogruppo del M5s al Senato Stefano Patuanelli al Foglio aveva suggerito la sua versione: puntare sul modello Sardegna. Dove però Pd e M5s hanno trovato una quadra sceglieno il candidato dei Cinque stelle, Alessandra Todde. Un posizionamento che oggi in un'intervista al Corriere fa dire all'ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, da sempre tra i più dialoganti con i grillini: "Ci sono molte ambiguità e reticenze del M5s che vanno denunciate". Chissà Schlein, che si ostina a non attaccare Conte perché "con lui dobbiamo fare un governo insieme", cosa ne pensa.

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