I dem e la pace

Prime fratture nel Pd su Ucraina e Israele

Gianluca De Rosa

L'assemblea dei deputati del partito che doveva decidere le strategie parlamentari diventa il momento per discutere la linea di politica estera nel 2024. Cuperlo chiede uno "sforzo maggiore" per la pace in Ucraina, Quartapelle replica "a Kyiv servono le armi"

Si doveva parlare di tattica parlamentare, di come mettere nel sacco governo e maggioranza su legge di Bilancio, Mes e Patto di stabilità, è finita in un vertice per scegliere la linea di politica estera del partito nel 2024. L’assemblea prenatalizia dei deputati del Pd a Montecitorio di lunedì pomeriggio è stata piuttosto vivace. I parlamentari dem si sono scoperti più divisi del previsto sui due dossier cruciali – Ucraina e Israele – sui quali fino a oggi era stata, seppur con qualche contraddizione, mantenuta una linea piuttosto chiara. Nel partito comincia a registrarsi un progressivo cambio di linea . Tutto è cominciato con l’intervento dell’ex presidente della Camera, Laura Boldrini. La deputata del Pd ha proposto di presentare una mozione parlamentare per chiedere non solo un cessate il fuoco prolungato a Gaza (punto sul quale il partito è abbastanza compatto), ma anche il riconoscimento dello stato di Palestina. Sulla posizione di Boldrini si sono schierati anche gli ex ministri Beppe Provenzano e Andrea Orlando. “E facciamola questa mozione…”. In apparenza nulla di strano: tutto il Pd è schierato sulla posizione dei due popoli e due stati, che contiene in sé la necessità di uno stato palestinese. Ma sulla politica estera, si sa, i dettagli non sono dettagli, le sfumature contano eccome. A stoppare Boldrini ci ha pensato dunque Piero Fassino che ha fatto notare come un atto del genere, dopo gli attacchi del 7 ottobre, possa far apparire la strategia terrorista di Hamas come  vincente. “E’ come dire: la prossima volta fate un attentato più grosso che la Palestina la facciamo entrare nella Ue”. Un gruppetto di deputati schierati con Fassino ha proposto semmai di inserire nella mozione un riferimento al sostegno dell’opposizione interna al premier israeliano Benjamin Netanyahu. Alla fine, pare, la mozione non si farà o conterrà solo il riferimento al cessate il fuoco.


La linea paficista sull’Ucraina è stata invece incarnata da Gianni Cuperlo, arrabiato, dicono, per un fondo sul Corriere di Paolo Mieli che citava il suo evento “La parola pace” di alcune settimane fa a Milano come l’avvisaglia di un graduale cambio di linea del Pd sull’Ucraina. Un evento al quale ha partecipato anche la segretaria del Pd Elly Schlein, che settimana scorsa, invece, è stata alla marcia per la pace tra Perugia e Assisi. Una partecipazione che da un pezzo di Pd è stata vista con sospetto. Cuperlo comunque per prima cosa ha sottolineato di non essersi pentito per la scelta del partito di sostenere Kyiv “senza sè e senza ma”, ma ha chiesto di spingere per “un maggior sforzo europeo per arrivare alla pace”, ricordando che il conflitto è già costato 400 mila vittime e chiedendo quale sia “il livello accettabile” prima di cominciare a interrogarsi “su come mettere la parola fine alla guerra”. Anche perché, ha detto “chi fosse Putin lo sapevamo anche prima” e andare avanti rischierebbe di far apparire sempre di più il conflitto “come una delle guerre dell’occidente combattute con i corpi di altri”. E’ toccato a Provenzano, che oltre a essere deputato è responsabile Esteri della segreteria di Elly Schlein, ribadire che sull’Ucraina la linea politica del Pd non cambierà. Intanto però qualcosa si muove. A Cuperlo  ha replicato Lia Quartapelle che ha fatto notare come in questo momento l’Ucraina abbia  più bisogno di armi per difendersi che di discorsi sulla pace. La Ue, ha sottolineato la deputata, aveva promesso di fornire un milione di munizioni entro marzo del 2024, ma fino ad oggi ne sono state inviate a Kyiv solo 300 mila, un dato che risulta impietoso se si confronta con il milione di munizione che in una sola volta la Corea del Nord di Kim Jong-un ha fornito alla Russia. Intanto, ha aggiunto, gli arsenali europei si svuotano, “per una mancata presa di coscienza dell’impegno intrapreso dalla Ue due anni fa che rende sempre più evidente anche un problema di produzione”. E’ notizia degli ultimi giorni poi, e anche questo argomento è stato utilizzato durante l’assemblea dei deputati Pd a Montecitorio , che i servizi segreti di due paesi Ue, Germania e Polonia, siano sempre più convinti che in un arco temporale che oscilla tra i tre e gli otto anni Putin possa attaccare direttamente la Nato partendo da Estonia e Moldavia.