la onlus bandita da Israele

M5s, sinistra e Pd: gli amici di Hannoun, difensore di Hamas

Ermes Antonucci

Da Orfini a Boldrini, da Fratoianni ad Ascari: ecco i politici che negli ultimi anni hanno permesso all’uomo accusato di finanziare Hamas di fare il suo ingresso nelle istituzioni italiane

"Sono onorato di essere nemico di Israele perché è uno stato criminale. Hamas sono i nostri partigiani e non hanno massacrato i civili israeliani”. Sono alcune delle incredibili affermazioni fatte ai microfoni de L’aria che tira su La7 da Mohammad Hannoun, presidente della onlus Abspp (Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese), da anni accusata dai servizi israeliani di raccogliere fondi per finanziare Hamas. Hannoun, architetto palestinese trapiantato a Genova, già al centro di numerose inchieste per le attività di raccolta fondi destinate alle famiglie dei kamikaze palestinesi,  ha poi negato che il gruppo terroristico abbia decapitato bambini e violentato donne nell’attacco dello scorso 7 ottobre: “Ma chi l’ha detto? Dove sono le prove? Avete delle testimonianze?”.

 

La onlus Abspp è bandita da Israele sin dal 2002 e lo scorso luglio il ministero della Difesa israeliano ha chiesto di sequestrare i fondi dell’associazione perché legati ai terroristi. Più che le parole di Hannoun (immortalato in passato anche con il leader di Hamas, Ismail Haniyeh), a sorprendere è l’improvviso silenzio di quella parte del mondo politico italiano che negli ultimi anni ha contribuito a dare visibilità e credibilità ad Abspp, nonostante questa fosse notoriamente sospettata di essere vicina a Hamas

 

Nell’aprile 2017 Abspp, insieme all’Associazione dei palestinesi in Italia (anch’essa guidata da Hannoun), organizzò una festa a Milano per la solidarietà alla Palestina che vide la partecipazione dei deputati Arturo Scotto (Mdp) e Manlio Di Stefano (M5s), poi futuro sottosegretario agli Esteri, convinto che Hamas non costituisca un gruppo terroristico, ma un partito eletto in libere elezioni. Il 29 aprile 2018 fu la volta della conferenza dei palestinesi d’Europa, organizzata a Milano sempre dalle medesime sigle, con la partecipazione di Marco Furfaro (il quale ricevette anche un premio), oggi deputato e membro della segreteria nazionale del Pd. Da programma risultava tra i partecipanti anche l’allora europarlamentare Elly Schlein, oggi segretaria del Pd. 

 

L’attività svolta da Hannoun con le sue associazioni ha ricevuto nel corso degli anni appoggio in sede parlamentare da parte di esponenti di M5s, Pd e sinistra. Come già rivelato su queste pagine, il 10 aprile 2019 l’allora capogruppo grillino della commissione Esteri, Gianluca Ferrara, incontrò i rappresentanti dell’Associazione dei palestinesi in Italia, tra cui proprio il presidente Hannoun. Un fatto minimizzato dal presidente del M5s Giuseppe Conte, in una lunga lettera di risposta al Foglio. Secondo Conte, Ferrara avrebbe semplicemente ricevuto rappresentanti di una “organizzazione no profit”. Ma, come abbiamo detto, è proprio la natura no profit di Abspp a essere messa fortemente in discussione dai servizi segreti di mezzo mondo. 

 

Nel corso del tempo, come da lui stesso documentato sui social, Hannoun ha incontrato i parlamentari Davide Tripiedi e Marco Bella (entrambi M5s), Matteo Orfini (Pd), Stefano Fassina (Sinistra italiana) e, il 12 maggio 2022, pure l’ex presidente della Camera e deputata del Pd, Laura Boldrini.

 

Il 17 febbraio 2022 è stato il leader di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, a consentire ad Hannoun di tenere (stavolta nelle vesti di presidente dell’associazione Europeans for al-Quds) una conferenza stampa alla Camera dei deputati per presentare un report dal titolo “Gerusalemme 2021, l’ebraicizzazione accende il confronto”, che raccoglieva – spiegò Hannoun – “le testimonianze sulla pulizia etnica israeliana in corso a Gerusalemme”. 

 

Il 23 febbraio 2023 è stata invece la deputata M5s Stefania Ascari a permettere ad Hannoun di tenere, sempre alla Camera, una conferenza stampa per presentare con la sua associazione il “Rapporto per i diritti umani in Palestina”, incentrato sulle “continue violazioni e aggressioni contro i palestinesi” da parte di Israele. 

 

E’ grazie alla disponibilità di questi politici che l’uomo accusato da un ventennio di agire in Italia per conto di Hamas è riuscito a fare il suo ingresso nelle istituzioni italiane.

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