(foto Ansa)

l'intervento

La risposta di Giuseppe Conte all'articolo del Foglio

L'ex premier risponde al nostro giornale in merito ai rapporti del M5s con le associazioni a sostegno della Palestina

Gentile Direttore,

quest’oggi il Suo giornale, al pari di un qualsivoglia giornaletto di partito, cede alla debolezza di pubblicare un articolo costruito su una artificiosa suggestione che vorrebbe addirittura alludere a rapporti, diretti o indiretti che siano, tra il M5S e organizzazioni “terroristiche” palestinesi.

La suggestione è già anticipata nel titolo del pezzo, a firma del pur valente Simone Canettieri: “Intifada grillina”. La prova regina di questa connessione sarebbe una visita degli onorevoli Davide Tripiedi e Stefania Ascari “nei campi profughi palestinesi in Libano” (vergognosi!). Un ulteriore riscontro sarebbe nel fatto che, nel 2019, l’allora capogruppo M5S in commissione Esteri di Palazzo Madama Gianluca Ferrara ricevette in Senato il vicepresidente di una organizzazione noprofit, la Onlus Abspp, tale Sulaiman Hijazi (ma come si è permesso?). Il tutto mentre - scrive l’articolista - l’ambasciatore d’Israele proprio in queste ore avrebbe parlato di “ong che, con la scusa del supporto umanitario, finanziano i terroristi” (ma non si comprende se trattasi di questa ong o di altre, l’articolista non lo precisa, ma va bene lo stesso, meglio alludere!).

Ma non è tutto. Lo scenario si complica ulteriormente. Il 30 ottobre 2022 l’attuale tesoriere del M5S Claudio Cominardi va ad accogliere Talya, palestinese, all’aeroporto di Pratica di Mare (siamo al definitivo smascheramento!). Scatta nel lettore la ferma convinzione: siamo alla prova del nove. Talya deve essere una terrorista. Purtroppo rimarrà deluso. Talya è una bambina di soli due anni, portata in Italia in missione umanitaria, perché bisognosa di cure specialistiche.

L’“intifada grillina” - pennellata con finezza da questo giornale - si completa con il coinvolgimento del sottoscritto, quale leader del M5S. E qui il giornalista si supera perché arriva a esibire anche una prova fotografica. Si scopre che il tal Sulaiman Hijazi ha pubblicato su un suo profilo social una foto in cui compare accanto a me, scattata a settembre del 2022 in occasione di un mio passaggio a Milano. Qui una precisazione è d’obbligo: l’autore del pezzo ieri ha chiamato il mio staff della comunicazione. A niente sono valse le precisazioni che non ho mai avuto in agenda un incontro con l'associazione in questione e che la foto è stata scattata a Milano in occasione della campagna elettorale per le scorse elezioni politiche, una campagna contrassegnata da migliaia di altre foto e strette di mano con tantissime persone incontrate a margine di comizi e momenti elettorali.

Ma per l’articolista tutto fa brodo, e di brodo in brodo ogni elemento diventa utile per costruire il vacuo e ridicolo teorema secondo cui il Movimento avrebbe fiancheggiato la reazione armata contro Israele. Il culmine di tutte queste lepidezze che vengono attribuite al M5S è la seguente frase: “Uno zibaldone di pensieri (e opere) volte a giustificare la lettura secondo la quale sui fucili palestinesi possono fiorire i garofani del progresso”.

Dopo la lettura di questo pezzo mi è venuto spontaneo ripensare ai due governi da me presieduti e ai tre anni di intensa politica estera perseguita nel Conte I e nel Conte II. Nel pezzo nessun accenno su questo, nessuna reale volontà di affrontare e ricordare, in modo serio, le posizioni assunte in merito alla questione israeliano-palestinese.

Alla fine mi è venuta - lo confesso - un po’ di tristezza. E mi è venuto spontaneo chiedermi: ma è possibile che Il Foglio si possa prestare a tale superficiale affastellamento di bislaccherie, rinunciando ad un’analisi più onesta e meno semplicistica della complessa situazione in Medio Oriente e di fatto alimentando uno scontro tra tifoserie, o da una parte o dall’altra?

Cordialmente,

Giuseppe Conte

La risposta di Simone Canettieri:

Caro presidente Conte, è molto semplice: una parte del M5s aveva e ha rapporti con questa associazione segnalata dall’antiriciclaggio e dai servizi segreti interni israeliani perché considerata vicina a Hamas. Questi sono fatti. Quanto alla foto: è una singolare coincidenza che proprio un responsabile di questa associazione si sia fatto immortale con lei “contento di essere stato ascoltato”. Ma dopo verifiche con il suo staff crediamo alla coincidenza. Che nel caso però dei rapporti di alcuni parlamentari con i vertici dell’onlus non sono coincidenze, ma fatti. Siamo sempre lì. Saluti.

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