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Editoriali

Stalinisti universitari. Il Fronte della gioventù comunista denuncia il "nazismo ucraino"

Redazione

Il violento negazionismo dell’Holodomor a Tor Vergata è preoccupante ed è un altro tassello delle tensioni politiche promosse da gruppi minoritari che attraversano le università

La terribile carestia causata dalla politica di collettivizzazione agricola forzata di Stalin in Ucraina viene ricordata nella data del 23 novembre. L’università di Tor Vergata ha dedicato all’Holodomor, come viene chiamato quel terribile genocidio per fame, un convegno con storici esperti della materia, promosso anche da un’associazione studentesca. Il giorno successivo però l’università è stata tappezzata di striscioni e cartelli del Fronte della gioventù comunista (Fgc), che denunciano “il nazismo ucraino” e accusano di “revisionismo” i contenuti del convegno. Un bersaglio è il professore Andrea Romano, tra i relatori del convegno, che è stato deputato del Pd fino al 2022, accusato di essere un “propagandista ucraino” nonché “fascista”. Si fatica a comprendere – soprattutto dopo l’invasione dell’Ucraina e in un’università che non sia della Russia putiniana –  la violenza verbale di una contestazione che rimanda al linguaggio e ai contenuti della propaganda stalinista, che ormai appare preistorica, oltre che, ovviamente, del tutto infondata. L’accusa di revisionismo è connessa all’adesione acritica al cosiddetto “marxismo-leninismo” secondo l’impostazione staliniana e fa sorridere, se non fosse per i rischi che comporta sempre la fanatizzazione, vederla rispuntare dopo decenni. Non varrebbe neppure la pena di occuparsi di un episodio di evidente imbecillità, se non fosse per il fatto che si inserisce in un clima in cui le università appaiono in preda a tensioni politiche promosse da gruppi minoritari che però tendono a creare le condizioni per scontri ricorrenti, a intimidire e a sabotare le attività accademiche. Difficilmente si potrà costruire un “movimento” a favore dell’Holodomor, fatto storico gravissimo ma pressoché sconosciuto (il che rende particolarmente lodevole l’iniziativa dell’università di Tor Vergata), ma proprio il fatto che si cerchi di creare agitazione  su questi argomenti, con terminologie che appartengono ai tempi bui anche della nostra democrazia, va preso in considerazione con attenzione e preoccupazione.

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