(foto Ansa)

Verso l'11 novembre

Il Pd si prepara alla “sua” piazza per la pace, oltre gli slogan e le opposte tensioni

Marianna Rizzini

"L'antisemitismo ci preoccupa. Ma come Partito democratico siamo stati molto chiari nella condanna di Hamas", dice il responsabile Esteri dem Provenzano. La vicepresidente del Parlamento europeo Picierno: "Un conto è criticare Netanyahu, un altro è contestare l'esistenza stessa di Israele"

“Il Pd l’11 novembre sarà in piazza con una grande mobilitazione per la pace, oltre che per i diritti sociali e contro i tagli alla sanità”, dice la segretaria dem Elly Schlein, intervistata da Fazio Fazio sul Nove, a “Che tempo che fa”. “Io vengo da una cultura pacifista”, dice Schlein, “e sono sempre stata molto sensibile alla questione palestinese. Cosa altra rispetto ad Hamas — che con i suoi brutali attacchi terroristici ha dimostrato di essere nemica della causa palestinese”. E’ la posizione che il Pd voleva e vorrebbe portare in piazza, prima e dopo un weekend di manifestazioni italiane ed europee sulla guerra in Medio oriente, non tutte silenti e pacifiche, e di discussioni attorno all’Onu (Shlein critica la premier Giorgia Meloni per l’astensione sulla risoluzione per la tregua a Gaza). Nel frattempo, in un aeroporto della repubblica russa del Daghestan, la folla assalta un aereo proveniente da Tel Aviv, inseguendo i passeggeri israeliani ed ebrei. Mantenersi in equilibrio in un oceano di “ma anche” è difficile, come nota lo scrittore israeliano Edgar Keret sul Corriere della Sera, quando racconta di essere “uomo di sinistra e anti-occupazione”, ma di faticare a farsi credere da chi, in Europa, fa distinguo sul 7 ottobre (“la sinistra europea sbaglia su Hamas”, scrive Keret, “Hamas è fondamentalista, non pro Palestina…ma sento che tutti ripetono vecchie equazioni, c’è un blocco emotivo”). Il Pd cerca di mantenere la linea di “ferma condanna di Hamas”, ma con un “no alla punizione collettiva della popolazione palestinese”. Opposte sollecitazioni, interne ed esterne, si fanno sentire. Il senatore dem Alessandro Alfieri, capogruppo in Commissione Esteri e responsabile nazionale Riforme e Pnrr, è convinto che “si debba ribadire la condanna ferma di Hamas e intanto sostenere lo sforzo degli Stati Uniti di contenere nei confini del diritto internazionale il diritto alla difesa di Israele, stato democratico attaccato brutalmente sulla base di uno statuto, quello di Hamas, che vuole cancellare quella che viene chiamata ‘entità sionista’ dalla carta geografica. In questo quadro è fondamentale rinforzare l’Autorità nazionale palestinese e incoraggiare Israele ad aprire un’altra fase. Peccato sia mancata totalmente l’Europa: avrebbe dovuto e potuto proporre per prima una posizione equilibrata, parlando con una sola voce. Abbiamo perso un’occasione, cosa grave davanti all’avanzata del fondamentalismo e di un nuovo antisemitismo”. Il Pd come deve muoversi? “Veniamo da anni in cui ci si è disabituati ad approfondire, seguendo l’emozione epidermica da social network. Ecco, non ci possiamo permettere ora di semplificare e abdicare alla capacità di leggere fenomeni complessi”.

La vicepresidente dem del Parlamento europeo Pina Picierno non è preoccupata per la piazza pd dell’11 novembre, come non lo è Simona Bonafè, vicepresidente del gruppo Pd alla Camera. “Il perimetro è chiaro”, dice Picierno. “La nostra posizione sul tema è sempre stata netta, non ci sarà alcun cedimento rispetto alla condanna totale di Hamas”, dice Bonafè. Picierno ragiona piuttosto “su un tema culturale, ferma restando la necessità di tutelare le popolazioni civili innocenti: un conto è criticare il governo Netahyahu, altro è negare il diritto all’esistenza di Israele. L’ambiguità si combatte ricordando che Hamas ha come prima vittima proprio il popolo civile palestinese. Solo che è complicato farsi ascoltare quando il dibattito è tossico, disordinato e superficiale. Ma noi ci chiamiamo Partito democratico e dobbiamo ribadire che ora è proprio la democrazia a essere sotto attacco di autocrazie e regimi illiberali. Se non si vede questa progressione pericolosa, si rischia di cadere nelle trappole di chi ha altri obiettivi rispetto alla pace”. Il responsabile Esteri pd Peppe Provenzano vuole ricordare “che il Pd, come il resto della sinistra europea in seno al Pse, non soltanto ha condannato Hamas, ma ha condotto una battaglia perché lo facesse anche Fatah”. La disinformazione con venature anti-Israele però corre sul web e nelle strade. Come contrastarla? “Abbiamo moltiplicato assemblee e incontri nei circoli in tutta Italia, proprio perché ci preoccupano antisemitismo e islamofobia”.

Di più su questi argomenti:
  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.