Ignazio La Russa

Le reazioni

Le parole di La Russa sono un caso. Schlein: "Inaccettabile, disgustoso. Meloni si assuma le sue reponsabilità"

Redazione

Dopo la difesa d'ufficio del figlio accusato di violenza sessuale, il Pd attacca: "Mina la credibilità delle donne. Legittima il pregiudizio sessista". Dal M5s ancora nessuna dichiarazione. Azione: "Non può continuare a fare il presidente del Senato"

“Al di là delle responsabilità del figlio, che sta alla magistratura chiarire, è disgustoso sentire dalla seconda carica dello Stato parole che ancora una volta vogliono minare la credibilità delle donne che denunciano una violenza sessuale a seconda di quanto tempo ci mettono, o sull’eventuale assunzione di alcol o droghe, come se questo facesse presumere automaticamente il loro consenso". Elly Schlein risponde duramente alle parole di Ignazio La Russa, che questa mattina aveva maldestramente difeso il figlio accusato di stupro, affermando che "il racconto della ragazza lascia dubbi". Frasi gravi e irricevibili per la segretaria del Pd secondo cui "il presidente del Senato non può fare vittimizzazione secondaria. È per questo tipo di parole che tante donne non denunciano per paura di non essere credute. Inaccettabile da chi ha incarichi istituzionali la legittimazione del pregiudizio sessista".

Poco più tardi, da Palermo, la stessa Schlein è tornata sul caso rivolgendosi direttamente alla premier: "Vorrei sapere dov'è Giorgia Meloni e perché non esce dal suo silenzio assumendosi le sue responsabilità. Vorrei sapere cosa ne pensa di un presidente del Senato che avalla l'idea che le donne che denunciano più tardi non meritino di essere credute". Di sicuro Meloni si era detta colpita dalle parole altrettanto scivolose con cui Beppe Grillo aveva commentato il caso simile che ha coinvolto il figlio: "Mi ha colpito devo dire il modo in cui Grillo ha minimizzato su un tema pesante, come quello che è la vicenda della presunta violenza sessuale", aveva detto allora la leader di Fdi.

La segretaria del Pd non è stata l'unica nel suo partito a stigmatizzare il comportamento di La Russa, che tentato di spegnere le polemiche dicendosi "dispiaciuto per essere stato frainteso". Altri come la capogruppo alla Camera Chiara Braga hanno definito "indegne" la parole del presidente del Senato, mentre la senatrice Cecilia D'Elia ha sottolineato l'eventuale effetto sulle indagini di certe dichiarazioni: "Potrebbero risultare pressioni indebite sul lavoro della magistratura". Un coro a cui si sono uniti anche Debora Serrachiani e Alessandro Zan. Molto dura anche la reazione di Angelo Bonelli dei Verdi: "Le nostre istituzioni sono entrate in una fase di profonda delegittimazione a causa di comportamenti profondamente dequalificanti", ha scritto in una nota in cui definisce "inaccettabile la deriva che questo Paese sta prendendo con le cariche istituzionali e di governo: questa non è la Repubblica dei Fratelli d’Italia". 

Nel frattempo va registrato il silenzio del Movimento 5 stelle, in prima fila nel chiedere le dimissioni di Santanchè, ma rimasto per ora in silenzio - nel momento in cui scriviamo sono le 17 e il caso monta da questa mattina. Nessuna dichiarazione anche dalle altre forze di maggioranza. Per Azione ha parlato invece Giacomo Leonelli, della segreteria nazionale, chiedendo a La Russa di lasciare lo scranno più alto di Palazzo Madama: "Non può continuare a fare il presidente del Senato. E sia chiaro: il problema non è cosa può aver fatto o meno il figlio, ma la presunzione di sostituirsi in virtù del ruolo a chi di dovere ('l'ho interrogato io') e la diffamazione gratuita verso la ragazza".  Sulla stessa linea anche + Europa che, attraverso il suo segretario Riccardo Magi, sottolinea l'inadeguatezza di certe esternazioni: "Per il ruolo che svolge, sarebbe stato meglio un dignitoso silenzio. Questa è invece un’ingerenza intollerabile"

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