Il caso

Conte vede Barca e la Cgil. Prove di ricucitura a sinistra

Gianluca De Rosa

L'ex ministro e consigliere di Schlein glielo chiede: "Ma con il Pd?". Lui svia con abilità e fugge da Tridico e Grillo per organizzare la manifestazione del 17 giugno. Verrà anche il fondatore?

Lo sfondo rosso e la scritta Cgil, ma Giuseppe Conte ha dismesso il dolcevita esistenzialista, la divisa adatta agli eventi da pensoso uomo di sinistra. E’ giugno. Fa caldo. E quindi riecco la pochette spuntare dal taschino del completo blu. D’altronde finito l’evento il capo del M5s deve scappare all’hotel Forum. A Monti è tornato Beppe Grillo. “Sarà un incontro per discutere tra noi di lavoro e di sistema pensionistico, con un ospite d’eccezione” e cioè l’uscente presidente dell’Inps Pasquale Tridico, spiega ai cronisti arrivando. Ci si prepara alla manifestazione del prossimo 17 giugno al grido “No al precariato”. Verrà anche il fondatore?


Comunque, siamo a Roma piazza Vittorio, cuore pulsante dell’Esquilino, quartiere multietnico e multiartistico (vivono qui dal regista Paolo Sorrentino allo scrittore Francesco Piccolo). Si presenta l’ultima fatica letteraria di Fabrizio Barca “Diseguaglianze e conflitto, un anno dopo", un dialogo con il ricercatore Fulvio Orefice con un sottotitolo eloquente: “La sinistra, Elly Schlein e il partito che non c’è ancora”. L’ex dirigente di Mef e Banca d’Italia e ministro del governo Monti, oggi coordinatore del forum diseguaglianze, appassionato della democrazia decentralizzata grazie ai big data, è tra i riferimenti della nuova segretaria del Pd. Conte è qui per provare ad arruolare  lui, ma soprattutto la Cgil (nel confronto a tre c’è anche il segretario generale della Fiom Michele De Palma) per la manifestazione grillina del 17. 


Coincidenze significative: pochi mesi fa, non era ancora la segretaria del Pd, in questa saletta della Filt Cgil di Roma e Lazio (foto in bianco e nero ricordano i bei tempi in cui a Roma i tram arrivavano fino al Pantheon) venne proprio Elly Schlein. Si presentava un altro libro, di un altro grande suggeritore, Goffredo Bettini. Praticamente due appuntamenti a mentori invertiti. Perché se per tanto tempo Conte si è affidato ai suggerimenti del guru dem che lo sognava riferimento del campo progressista, Barca è, dicono, ascoltatissimo da Schlein.  Certo se lo stesse a sentire anche sulla guerra in Ucraina ci sarebbe da preoccuparsi. Il Pd potrebbe trovarsi molto velocemente su posizioni molto vicine a quelle di Conte e del “pacifismo” integrale della Cgil. “Bisogna rompere il silenzio, qui non si può più affrontare la complessità sennò sei putiniano”, dice Barca. Seguono l’allagamento ingiustificato della Nato, le popolazioni russofone (“o russofile” come le chiama Conte), e tutto il resto del campionario ripetuto in qualsiasi talk-show da tanti, ma che qualcuno si ostina a definire essere tabù. 


Ma attenzione riformisti dem, perché se Schlein ascoltasse Barca anche sul governo Draghi potrebbe finire a pensare come lui (e Conte) su quella esperienza “è stato un governo di destra neoliberale”.
In ogni caso vista la consuetudine tra la segretaria dem e l’ex ministro quando Barca chiede a Conte se sarebbe disposto a lavorare con il Pd su cinque temi – Salute, sicurezza, dignità del lavoro, accesso ai territori e cura delle vulnerabilità familiari – siamo già alla trattativa. Barca ci prova: “Perché Meloni non ci piace – dice – ma bisogna riconoscere che in quello che dice sembra crederci di più di noi… insomma, a sinistra che si fa?”. E però Conte in questo momento di parlare con il Pd non ha nessuna voglia. Svicola, illustra la nuova organizzazione del Movimento, quindi, seguendo la regola assoluta che dice che se devi cacciare qualcuno promuovendolo lo metti a capo di una scuola di formazione si lancia. “Su questi temi potremmo fare con voi del forum diseguaglianze dei corsi comuni per la nostra nuova scuola di formazione”. Altre coincidenze: sempre da questa sala Schlein propose a Bettini di fare il professore alla scuola di formazione del Pd (e anche lì ovviamente poi non se ne fece nulla). Infine, il capo del M5s la butta sulla risata. Alla domanda “Ma in Europa voi in che gruppo siete?”, risponde con un sorriso marpione: “Noi stessi”. Poi,  fugge via, lasciando la platea (una cinquantina tra giornalisti e pensionati) con il grande dubbio: ma Elly e Giuseppy faranno la pace? Barca intanto si propone di officiare il matrimonio.

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