Il caso

Conte va all'attacco del Pd in difficoltà. E respinge il "campo largo"

Gianluca De Rosa

Durante una conferenza stampa alla Camera l'avvocato di Volturara appula lancia la manifestazione del 17 giugno e cerca di far esplodere le contaddizioni dei dem

“Altro che campo largo, ci stanno preparando il campo minato”. Un senatore dem scherza con un po’ di preoccupazione.  Giuseppe Conte a un giorno di distanza ha appena replicato a Elly Schlein. “La Meloni non si batte con i campi larghi, ma con un’idea diversa di paese”. Parte con una conferenza stampa alla Camera per presentare le proposte  su mutui e caro affitti l’intensa giornata  del leader grillino che la sera ha riunito i gruppi parlamentari per organizzare la manifestazione a Roma del 17 giugno. Obiettivo: trasformare la sconfitta alle amministrative nell’occasione per il suo rilancio politico. “D’altronde – spiegava ieri introducendo i nuovi 84 gruppi territoriali – storicamente il Movimento ha delle difficoltà alle elezioni amministrative, con questa iniziativa segniamo un cambiamento radicale per essere in ogni città e in ogni quartiere per intercettare i bisogni delle comunità locali”. Ma se la svolta arriverà, il sottotesto è che il vero sconfitto delle amministrative non è lui, ma la segretaria del Pd Elly Schlein. Era stata lei d’altronde, un po’ per allontanare da sé la responsabilità della batosta, un po’ per una questione di numeri, a dichiarare due giorni fa: “Non si vince da soli, ma la responsabilità di costruire un campo alternativo alla destra non è solo del Pd”. Conte ieri ha solo finto di aprire alla collaborazione. Le sue parole somigliano più a una sfida per l’egemonia a sinistra che a una reale intenzione di cooperazione: “Siamo disposti a dialogare con il Pd ma sui temi, sui progetti, misurandoci sulle risposte concrete senza incontri di vertice e senza compromettere i nostri principi, e  annacquare le nostre battaglie più significative”. Dal no ai termovalorizzatori, allo stop alle armi all’Ucraina. Bandiere da agitare per far emergere le divisioni nel Pd. Accadrà, ad esempio, giovedì quando al Parlamento europeo i grillini ribadiranno il loro no all’accelerazione della fornitura di munizioni a Kyiv e i dem rischieranno invece di spaccarsi.

Insomma, il capo del M5s pare seriamente intenzionato ad approfittare delle prime difficoltà della segretaria  per riconquistare lo spazio perso a sinistra. Tanto alle europee, complice il sistema elettorale proporzionale, è molto difficile che si possa arrivare a un’intesa, sarà invece il momento per testare i relativi pesi. Si rivede dunque anche il gioco di sponda con il Terzo polo interrotto, almeno per qualche settimana, dall’effetto Schlein e dall’epidermica sensazione di uno spostamento a sinistra del Pd. Adesso invece i due azionisti di minoranza dell’ipotetico campo largo tornano a far esplodere sui contenuti tutte le contraddizioni interne ai democratici, dicendosi specularmente inconciliabili. “I modelli Brescia/Vicenza possono essere ripetuti se il Pd riuscirà ad uscire dal guado riformismo/massimalismo, smettendo di inseguire Conte”, diceva ad esempio ieri Calenda. Il capo grillino, dal canto suo, imitando l’atteggiamento terzopolista,  gioca a fare il competente da sinistra. “Non basta dire che quello che fa il governo non va bene, serve offrire una prospettiva alternativa, come facciamo oggi noi su mutui e caro affitti”. Lascia intendere che dentro il M5s ci si è messi a studiare (“avrete capito da queste proposte che dietro c’è uno studio, una comprensione del fenomeno”), cita Stiglitz e Piketty, icone economiche della sinistra, come bussole ideali della proposta grillina di tassazione degli extraprofitti delle grandi aziende. Un modo per provare a far apparire Schlein come questione di pura estetica. Un restyling del solito ambiguo Pd. La segretaria sarà pure giovane, donna, bisessuale, internazionale, contemporanea, woke, ma alla prova dei fatti nessuno sa cosa pensi.


Anche la manifestazione organizzata dai grillini per il prossimo 17 giugno ha il suo spazio dentro questa strategia. “Sarà l’occasione per dare voce e volto al disagio sociale, i protagonisti veri saranno coloro che non riescono a pagare il mutuo, ad arrivare a fine mese, ad avere un lavoro stabile. Sono benvenute tutte le forze politiche, sociali, civiche”. Un invito implicito anche al Pd che sa più di provocazione, di sfida a duello per la leadership della sinistra.