Rocco Casalino (Ansa)

Eurorocco

Casalino vuole candidarsi alle Europee con il M5s: me lo merito

Simone Canettieri

"Ci sto pensando". Allo straripante portavoce di Conte ai tempi di Palazzo Chigi, l’attuale vita di responsabile comunicazione in Senato non basta più: così l'ultimo grande reduce del Movimento punta a Bruxelles e Strasburgo. E dopo aver rinunciato alla candidatura alle politiche, potrebbe essere questa la volta buona

EuroRocco. E’ più di un sogno, ma un progetto che Casalino accarezza sempre di più: candidarsi alle prossime europee con il M5s nella circoscrizione sud. Ne parla con chi si fida (“amo’, ci voglio provare questa volta”). Ci scherza sopra come solo lui sa fare (“peccato che a Bruxelles e a Strasburgo piova sempre!”). Manda in giro la voce nei corridoi del Palazzo sapendo, meglio di molti, quanto la comunicazione sia circolare. Insomma, nel 2024 altro che Antonio: vota EuroRocco! 

Forse Casalino esercita un metodo già ben rodato: spinnare (nel gergo dei comunicatori equivale a veicolare) una notizia verosimile per testare l’effetto che fa. Lo faceva con le bozze dei Dpcm sui provvedimenti più controversi durante la pandemia, figurarsi in questo caso per una piccola ma legittima e sacrosanta ambizione personale. E del tutto meritata, va detto: non solo per quanto ha fatto per la stramba causa pentastellata, ma anche perché del gruppo di vertice del Movimento è l’ultimo vero e grande reduce. E’ la scatola nera del grillismo. D’altronde Alessandro Di Battista, Luigi Di Maio, Gianroberto e Davide Casaleggio e Beppe Grillo, gli altri fondatori, per motivi diversi non ci sono più. 

 

Insomma, allo straripante portavoce di Giuseppe Conte ai tempi di Palazzo Chigi, l’attuale vita di responsabile della comunicazione dei grillini in Senato (più coordinatore delle apparizione in tv e della strategia politica) sembra star stretta. Non si diverte più come una volta, lo dicono tutti. Ama vivere all’attacco e in maniera spregiudicata. C’è stato un tempo che il suo cellulare pilotava la comunicazione di tg, giornali, radio e social. Ci sono stati anni che con un audio su WhatsApp faceva tremare “tutti i pezzi di merda del Mef” che non volevano trovare dieci miliardi di euro per il Reddito di cittadinanza, ma metteva anche in riga ministri, sottosegretari, generali e papaveri di stato. Ha fatto di tutto, ha fatto tantissimo, compresa la gestione dell’informazione quando l’Italia si ritrovò straziata dal coronavirus.

Ecco perché ha deciso di cambiare aria, l’aspirante euronorevole Casalino. Lo scorso settembre stava per candidarsi alle parlamentarie del M5s: era pronto a prendere i voti della base – senza passare dal listino bloccato degli amici di Conte – nel collegio di Bari o in quello di Brindisi. Avrebbe fatto il capolista nel proporzionale, ce l’avrebbe fatta. Tuttavia alla fine si fece venire mille scrupoli, ebbe paura di danneggiare Conte, decise di evitare polemiche. Se n’è pentito. Amaramente. Come confessato poi in tv alla trasmissione “Belve” di Francesca Fagnani. Casalino è iscritto al M5s dal 2013: dieci anni tondi, da quando per un soffio non si candidò alle elezioni regionali in Lombardia. Questa volta no, potrebbe essere la volta buona. Come detto non si diverte più come ai bei tempi che furono. E infatti è quasi impossibile vederlo al fianco di Giuseppe Conte. L’ex premier si circonda quando serve, per le grandi occasioni, di Maria Chiara Ricciuti, Samir Hassan, Alessandro Redirossi e di Dario Adamo, il re dei social network. Una squadra cresciuta all’ombra di Rocco o al suo fianco nelle stanze damascate di Palazzo Chigi. Ma lui, l’ex grande capo, non sta più in prima fila a smanettare nelle mille chat. Sta dietro le quinte, i vecchi parlamentari pare lo reclamino: sii più presente. Tuttavia niente: si fa desiderare. Sta in disparte. E intanto culla il sogno di una seggio a Strasburgo.

Chissà. In parallelo porta avanti un altro progetto, che ha avuto più di un rallentamento: il film che racconta la sua storia e cioè il biopic tratto dal “Portavoce”. Il libro, autobiografico,  ha venduto circa 16mila copie. La società di produzione cinematografica di Umberto Massa, Kubla Khan, ne ha comprato i diritti da Mondadori. E’ una storia romanzata, o roccata, che molti conoscono: la povertà in Germania, il padre violento, l’amore per la madre, le discriminazioni sessuali, la laurea in ingegneria, “Il grande fratello”, il giornalismo nelle tv regionali, e poi la scoperta di Beppe Grillo e il grande potere del vaffa. Insomma, pare che questa epopea si farà finalmente e diventerà una serie distribuita da una piattaforma che conta. Casalino vorrebbe che uscisse il prossimo anno, in primavera, in concomitanza con la campagna elettorale per le europee. Quale magnifico volano per raccontarsi senza mediazioni per questo underdog a caccia di preferenze? Conte pare che non sarebbe contrario alla sua candidatura, e tecnicamente se le regole di ingaggio dei grillini saranno confermate, non potrebbe nemmeno impedirla (va detto che è pieno di collaboratori parlamentari diventati onorevoli, senatori ed eurodeputati). E poi vuoi mettere un Casalino in lista insieme ad altri big come Pasquale Tridico (ex presidente Inps), Marco Tarquinio (ex direttore dell’Avvenire), Gaetano Pedullà (direttore de La Notizia) e Donatella Bianchi (giornalista Rai già in lizza alle regionali del Lazio)? Non sfigurerebbe mica. Contattato dal Foglio, Casalino si è limitato a commentare: “Sì, è vero: ci sto pensando. Vedremo, manca ancora qualche mese”.
Simone Canettieri

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.