Roberto Calderoli e Giorgia Meloni (Ansa)

Il caso

I tecnici del Senato stroncano l'autonomia. E partono i veleni tra Lega e FdI

Francesco Bercic

Mancata copertura finanziaria, pericolo di accentuare le disuguaglianze e indebolimento dei servizi nelle regioni meno ricche. La bozza di palazzo Madama affossa la riforma leghista. Calderoli: “I palazzi cercano di intromettersi”

“Una bozza provvisoria, non ancora verificata, sul disegno di legge sull’autonomia è stata erroneamente pubblicata online. Il Servizio del bilancio si scusa con la stampa e con gli utenti per il disservizio arrecato”. Queste le ultime parole, per provare a rimediare al pasticcio, pubblicate da palazzo Madama, in un incidente politico che rischia di esacerbare le tensioni nella maggioranza e, allo stesso tempo, di gettare un’ombra sulla riforma caldeggiata dalla Lega.

Tutto è iniziato con un post su Linkedin. Ieri pomeriggio, sulla pagina ufficiale del Senato, è comparso un documento dal titolo: “Il costo dell’autonomia differenziata”. Per qualche ora, prima che il caso deflagrasse e palazzo Madama facesse marcia indietro, è stato possibile accedere a una dettagliata analisi del testo del ministro leghista Roberto Calderoli, approvato in Cdm lo scorso febbraio. Le conclusioni del Servizio bilancio sono a dir poco pessimiste: gli analisti prospettano un aggravamento degli oneri “a carico della finanza pubblica”, il pericolo di accentuare le disuguaglianze fra nord e sud e l’indebolimento dei servizi fondamentali nelle regioni meno ricche.

Un giudizio che ricalca per molti versi il parere generale delle opposizioni. Ma, a differenza delle critiche talvolta strumentali di chi si oppone al progetto (leghista) di governo, questa volta si entra nel merito tecnico del ddl. Ad esempio parlando dei Lep, i “livelli essenziali di prestazione” con cui si stabiliscono i diversi parametri che le singole regioni dovranno poi rispettare, ora in via di definizione: “Effetti onerosi potranno concretizzarsi al momento della determinazione dei relativi Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”, dice la bozza. Seguono altri rilievi, sennonché, appena accortisi dell’accaduto, il documento è stato in un primo momento eliminato, per essere poi ripubblicato con la precisazione che si tratta di “un testo provvisorio e non verificato”.  Le scuse successive non sono tuttavia bastate a contenere le reazioni delle opposizioni e degli stessi alleati.

L’autonomia differenziata è infatti, da mesi, la battaglia più importante portata avanti dalla Lega. Il ministro Calderoli avrebbe immediatamente telefonato al presidente del Senato, Ignazio La Russa, cui fa capo l’ufficio di bilancio, chiedendo non solo l’eliminazione della bozza, ma anche un’adeguata smentita. Secondo alcune fonti ci sarebbe stata addirittura una telefonata fra Matteo Salvini e Giorgia Meloni, che nel frattempo si trovava in Islanda per il Consiglio d’Europa. Al di là della resipiscenza del Senato, nella Lega permane diffidenza verso Fratelli d’Italia: si cerca un colpevole e si intravede un complotto ordito dal partito della premier contro la riforma leghista. Qualcuno nota che, fra i “like” al post su Linkedin, c’era anche quello del professor Renato Loiero, ex vertice del Servizio bilancio e attuale consigliere economico di Giorgia Meloni. Una curiosa coincidenza forse. Ma sufficiente ad alimentare i sospetti del Carroccio.

Non a caso puntuale, questa mattina, è arrivata la replica di Calderoli: “A fronte di un processo che, come la Costituzione prevede, riconosce e promuove le autonomie, era ed è prevedibile che i palazzi e gli interessi del centralismo cercassero di intromettersi, utilizzando qualsiasi tipo di strumento”, dice il ministro degli Affari regionali. E parla di “criticità non oggettive, ma meramente ipotetiche”, rispondendo ai rilievi dell’ufficio di bilancio.