Pasquale Tridico (Ansa)

il provvedimento

Il governo commissaria Inps e Inail: via Tridico e Bettoni

Francesco Bercic

Entro dieci giorni la nomina dei sostituti. Circolano i primi nomi: Lega e Fdi si spartiranno gli istituti. Dura la reazione del presidente nominato dal M5s: "Una decisione immotivata e incomprensibile"

Con una norma passata forse in sordina rispetto al dossier Rai, nel Cdm di ieri il governo ha di fatto silurato il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, e il suo omologo all'Inail, Franco Bettoni: al loro posto subentrerà un commissario straordinario, che dovrà essere nominato entro dieci giorni. In sostanza, nel decreto legge approvato in tarda serata si riconfigura la governance dei due istituti, eliminando la carica del vicepresidente e riducendo quella del direttore generale da cinque a quattro anni. Ma il dl predispone anche che, senza aspettare la scadenza dei due mandati – Tridico il 22 maggio, Bettoni il 30 ottobre –, venga trovata da subito una figura alternativa al vertice, "con la conseguente decadenza dei presidenti, dei vicepresidenti e dei Consigli di amministrazione", come si legge nel testo.

Già in queste ore iniziano a circolare i nomi dei possibili sostituti: i profili più quotati sono quelli di Alberto Brambilla, attuale consigliere al ministero dell'Economia, e di Mauro Nori, capo di gabinetto al ministero del Lavoro. Ma in generale Fratelli d'Italia e Lega dovrebbero spartirsi i due istituti, con il Carroccio che terrebbe l'Inail e Meloni che agguanterebbe l'Inps.

Con l'addio di Padquale Tridico, può dirsi completata l'operazione di smantellamento delle politiche del lavoro istituite a suo tempo dal Movimento 5 stelle, durante il governo Conte I. Dopo gli interventi sul decreto Dignità e Reddito di cittadinanza, l'allontanamento di Pasquale Tridico chiude simbolicamente un'epoca, soppiantata dal nuovo corso di Giorgia Meloni. Dura la reazione dell'ormai ex presidente dell'Inps: "Una decisione immotivata e incomprensibile, gli istituti si commissariano per inefficienza, per malaffare, per dissesto o per un cambio radicale della governance, mentre noi abbiamo chiuso l'ultimo bilancio con un attivo di due miliardi".