Foto di Fabio Cimaglia, via Ansa 

lo stato della guerra

La preoccupazione di Crosetto: "Dobbiamo costringere Putin al negoziato"

Redazione

Il ministro della Difesa sta mettendo a punto il sesto decreto sull'invio di armi all'Ucraina. "Sono previsti solo scudi anti missile, non c'è traccia di armi di artiglieri", dice. E sulla Germania non vuole intromettersi

Guido Crosetto è preoccupato perché l'idea che l'Ucraina vinca la guerra a breve termine sembra una chimera, e con lei anche quella di arrivare presto a una pace duratura. "Applico il buon senso" ha dichiarato il ministro della Difesa alla Stampa "E vedo allontanarsi la prospettiva di una pace che non sia solo di facciata". Per far fronte ai dubbi lo smuovono e che contribuiscono a creare agitazione nella stessa maggioranza in vista del sesto decreto sull'invio di armi, Crosetto vede una e una sola soluzione: "Non si tratta di far vincere la guerra all'Ucraina, ma di far capire a Putin che non la può vincere e costringerlo a sedersi al tavolo della pace".

 

E se non si vuole chiamare pace, vista la natura impari e squilibrata dell'invasione della Russia ai danni del popolo ucraino, il ministro può però affermare con certezza che: "Non c'è alternativa alla trattativa diplomatica".

 

Anche sulle questioni degli alleati occidentali, il ministro resta cauto: "Le pressioni che ha subito la Germania sono assurde. Io non m'intrometto negli affari di altri paesi". Olaf Scholz, cancelliere di un paese la cui coalizione di governo ha vinto promettendo anche una riduzione della spesa militare - e Crosetto lo rimarca -, non ha mai adottato una postura netta sugli aiuti militari all'Ucraina. Anzi, si è dimostrato refrattario sin dall'inizio. E adesso, in una nuova fase della guerra, con la Russia pronta a una nuova offensiva e Volodymyr Zelensky che chiede carri armati oltre a sistemi di difesa, il rapporto tra governo e opinione pubblica si fa più delicato. E le esitazioni si vedono anche all'interno della maggioranza italiana, nonostante la proroga all'invio di armi sia stata approvata e si stia mettendo a punto il sesto decreto.

 

Inoltre "gli ucraini sono convinti che i carri armati tedeschi potrebbero cambiare l'esito della guerra" - dice Crosetto -, e quindi è necessario sostenerli: "Serve materiale di difesa aerea per difendersi dai missili" continua, e poi, però, aggiunge che: "Nel sesto decreto non c'è traccia di armi di artiglieria e mezzi terrestri". 

 

L'Italia è uno dei principali sostenitori dell'Ucraina, insieme alle forze occidentali. Ieri una telefonata a cinque tra Giorgia Meloni, Joe Biden, Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Rishi Sunak ha confermato l'impegno sul sostegno militare e umanitario. Poi, nel pomeriggio, il presidente degli Stati Uniti ha annunciato l'invio di 31 carri armati Abrams e l'addestramento dei militari ucraini, che si uniranno al sistema di difesa missilisitico che gli fornirà l'Italia. A dimostrazione che ci troviamo a un nuovo punto della guerra.