Questioni di guerra
Crosetto: "Aiuteremo l'Ucraina a difendersi". E chiede di aumentare le spese militari
Il ministro della Difesa dice di voler mandare a Kyiv nuove armi, "ma senza sguarnirci". E spiega la necessità di riformare le Forze armate. Poi l'attacco alla burocrazia: "Bisogna tagliare con il machete le catene che bloccano lo sviluppo dell'Italia"
Il sesto decreto sull'invio di armi all'Ucraina, che doveva sostituire l'emendamento caduto nel vuoto, non è neanche alla fase iniziale. Ma le intenzioni ci sono: il ministro della Difesa Guido Crosetto lo esplicita: "L’Ucraina sta chiedendo da mesi un supporto contro gli attacchi aerei su obiettivi civili: case ospedali, scuole, centrali elettriche. Se sarà possibile certamente li aiuteremo a difendersi: la Russia ha superato un confine che non doveva superare", afferma in un'intervista al Messaggero, per poi, però, precisare che "la fornitura dovrà essere compatibile con la possibilità di avere queste armi e di darle a Kiev efficienti e funzionanti".
Il che significa che l'Italia, per prima, non dovrà restare scoperta nel tentativo di sostenere il paese di Volodymyr Zelensky: "Se diamo sistemi di difesa aerea all’Ucraina, dobbiamo prenderli dalle nostre scorte e lo dobbiamo fare senza sguarnirci e con la certezza della qualità". Meno ideologico e più pragmatico, saldo in senso militarista, è il pensiero del ministro, rispetto invece alle insistenti richieste del presidente ucraino, con cui la premier continua, da convinta alleata e sostenitrice, a restare in contatto. Ieri, l'ultimo colloquio. Il secondo dall'insediamento di Giorgia Meloni alla presidenza del Consiglio. Una telefonata "cordiale" per entrambi, tanto che Zelensky in un tweet ha dichiarato di aver molto apprezzato il futuro stanziamento di altri 10 milioni di euro di aiuti da parte del governo italiano, nonché l'impegno di Meloni a lavorare per fornire dei sistemi di difesa aerea al paese invaso.
Guido Crosetto, però, si vuole concentrare sull'Italia e sostiene come negli ultimi mesi "ci siamo resi conto che potremmo avere la necessità di difenderci veramente". Queste le parole del ministro, che tira quindi le sue conclusioni sul da farsi e dichiara: "Dovremo partire dagli uomini, dall'età media dei nostri soldati, dall'organizzazione e dalla strutturazione delle nostre Forze armate". "È inutile comprare una nave in più se poi non hai marinai da metterci sopra", ribadisce poi, restando però convinto dell'importanza di portare la spesa militare al 2 per cento del pil, come previsto dall'accordo Nato. "L'impegno di raggiungere il 2 per cento risale al 2014 ed è stato confermato da tutti i governi che si sono succeduti, compresi il Conte uno e il Conte due. L’unico punto da chiarire è in quanto tempo raggiungeremo questo 2 per cento".
Questi gli obiettivi da raggiungere secondo il ministro della Difesa; il quale, intervenendo sulla legge di Bilancio e tirando le somme del primo scoglio del nuovo govenro, si dimostra insofferente nei confronti di "funzionari che hanno mentalità vecchie". Mentalità vecchie che rallentano, almeno secondo il suo parere, i processi e le decisioni della maggioranza. E così Crosetto, uscendo dalla sua area di interesse, si scaglia contro "le catene che bloccano le sviluppo dell'Italia". Catene che bisogna "tagliare con il machete". Catene che poi sono persone: quelle che "nelle amministrazioni pubbliche si sono contraddistinte per la capacità di dire 'no' e di perdere tempo". Funzionari che rendono più arduo raggiungere gli obiettivi e che non "è facile sostituire", perché "alcuni sono di grande valore"; ma resta il fatto che possono essere gli stessi di cui "non ti fidi o che hanno idee diverse dalle tue".
E confrontarsi con chi ha idee diverse dalle proprie fa sì che i tempi si allunghino. Probabile che accada anche con la decisione di incrementare la spesa militare o di attuare un ricambio e una ristrutturazione delle Forze armate. Insomma, c'è una linea chiara, e almeno per ora riguarda i lavoratori della burocrazia: "Coloro che vogliono salvare l'Italia da un declino mortale andranno tenuti, per gli altri bisogna avere il coraggio di cambiare. Sono certo che Giorgia Meloni la pensa come me".