il voto europeo

L'Ucraina al buio e sotto le bombe. Per l'Ue Putin è sponsor del terrorismo

David Carretta

La risoluzione del Parlamento di Strasburgo è stata approvata con l'astensione del M5s e tre voti contrari del Pd. Anche se non ci sono conseguenze giuridiche immediate, il valore politico e simbolico è forte: “Non c’è ritorno al business as usual con questo regime terrorista”. La Russia bombarda un reparto di maternità

Bruxelles. All’alba una bomba russa ha distrutto il reparto di maternità dell’ospedale di Vilnyansk, provocando la morte di un neonato. Poche ore dopo la Russia ha lanciato un nuovo massiccio attacco missilistico contro le infrastrutture dell’Ucraina nella sua campagna per lasciare la popolazione al freddo e al buio durante l’inverno. In quel momento, il Parlamento europeo stava approvando una risoluzione che qualifica la Russia come “uno stato sostenitore del terrorismo” e che “fa uso di mezzi terroristici”. Il M5s ha deciso di astenersi in nome della “pace”, mentre tre deputati della delegazione del Pd, Pietro Bartolo, Andrea Cozzolino e Massimiliano Smeriglio si sono uniti alle truppe putiniste di estrema destra ed estrema sinistra per votare contro. 

Per il Parlamento europeo, “gli attacchi deliberati e le atrocità perpetrati dalla Federazione russa contro la popolazione civile dell’Ucraina, la distruzione di infrastrutture civili e altre gravi violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale costituiscono atti terroristici contro la popolazione ucraina e sono crimini di guerra”. Oltre a esprimere “indignazione” e “condanna senza riserve”, il Parlamento europeo ha riconosciuto “che la Russia è uno stato sostenitore del terrorismo e uno stato che fa uso di mezzi terroristici”. I deputati hanno chiesto ai governi di includere  nell’elenco dell’Ue delle organizzazioni terroristiche il gruppo Wagner (Yevgeny Prigozhin ha reagito dichiarando il Parlamento europeo “sciolto”) e le milizie di Ramzan Kadyrov (il 141º regime speciale motorizzato, noto come Kadyrovites). Il Parlamento europeo ha auspicato l’adozione rapida di un “nono pacchetto di sanzioni” contro la Russia e di includere nella lista nera dell’Ue i responsabili delle deportazioni forzate, delle adozioni coatte di bambini ucraini e dei referendum illegali. Ancora una volta, i deputati hanno chiesto un embargo totale e immediato sulle importazioni nell'Ue dei combustibili fossi, dell'uranio e dei diamanti russi (per ora è previsto solo un embargo sul petrolio che scatterà il 5 dicembre). Grazie a un emendamento presentato dai Verdi, il Parlamento ha invitato gli stati membri a “vietare la pubblica apologia e la negazione intenzionali dell’aggressione militare e dei crimini di guerra russi”.

La risoluzione sulla Russia sponsor del terrorismo è stata approvata con 494 voti a favore, 58 contrari e 44 astenuti. Anche se non ci sono conseguenze giuridiche immediate, il valore politico e simbolico è forte. La Russia è associata a stati canaglia come la Repubblica islamica e la Corea del nord. “La Russia deve essere isolata a tutti i livelli e ritenuta responsabile in modo che ponga fine alla sua politica di terrorismo in Ucraina e in tutto il mondo”, ha reagito Volodymyr Zelensky.

Con i suoi attacchi missilistici massicci contro le infrastrutture civili, Vladimir Putin vuole provocare una grave crisi umanitaria – probabilmente anche una crisi di rifugiati verso l’Ue – fino a piegare la resistenza dell’Ucraina e la volontà dei suoi alleati di sostenerla. La stessa strategia aveva funzionato contro i ribelli in Cecenia e in Siria. “Attaccare i civili con l’obiettivo di ispirare il terrore in una popolazione è la definizione stessa del terrorismo ed è la strategia che è al cuore della guerra di Putin in Ucraina e prima in Cecenia o Siria”, spiega l’europarlamentare Raphael Glucksmann: colpire abitazioni, ospedali, infrastrutture civili “non ha interesse militare diretto”. Quella russa “non è solo una guerra, è una guerra terrorista”. Eppure, mentre i missili russi portano devastazione e sofferenza in Ucraina, secondo il Movimento 5 stelle questo “non è più il momento del muro contro muro”. I suoi deputati si sono astenuti perché “è il momento di alzare i toni della pace” e il testo della risoluzione “porta nella direzione opposta”. Anche il Pd sembrava dovesse tentennare. Il gruppo dei Socialisti&Democratici non ha firmato la risoluzione comune con il Ppe e Renew perché erano stati i Conservatori e riformatori europei all’origine dell’iniziativa. La delegazione del Pd ha contestato alcuni passaggi “sbagliati” del testo, ma alla fine ha deciso di votare a favore “perché nessuno possa strumentalizzare” la linea di sostegno del popolo ucraino. Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e Terzo Polo hanno votato a favore. Tuttavia tre membri della delegazione Pd hanno rotto i ranghi: Bartolo, Cozzolino e Smeriglio hanno espresso voto contrario, insieme al Rassemblement National e ad altri deputati pro Putin di estrema destra ed estrema sinistra. Con questo voto il Parlamento europeo ha inviato anche un altro segnale: “Non c’è ritorno al business as usual con questo regime terrorista”, dice Glucksmann.

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