(foto Ansa)

editoriali

Meloni contro Giorgetti su Priolo

Redazione

La premier in Parlamento sottolinea i ritardi sulla raffineria siciliana, che era un dossier del suo attuale ministro dell'Economia

Nelle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio europeo di domani, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha confermato la necessità delle sanzioni economiche alla Russia perché “stanno avendo un indubbio effetto sullo sforzo bellico russo e svolgono un ruolo fondamentale per accelerare la fine del conflitto e portare a negoziati sostenibili”. Meloni ha aggiunto che, però, bisogna “anche vigilare sulle conseguenze delle sanzioni” sul tessuto industriale ed energetico italiano, facendo riferimento al caso della raffineria Isab-Lukoil di Priolo, che ha rischiato di fermarsi per effetto dell’embargo e della mancata risoluzione dei problemi di approvvigionamento che riguardavano la proprietà russa: “L’abbiamo messa nelle condizioni di continuare a lavorare anche dopo il 15 settembre (in realtà il 5 dicembre, ndr), data dell’entrata in vigore del divieto di importazione di greggio dalla Russia”, ha detto Meloni.

“Permettetemi di sottolineare l’importanza di questo provvedimento: il governo è intervenuto su uno dei tanti dossier finora irrisolti, tutelando un nodo energetico strategico nazionale e difendendo i livelli occupazionali, atteso che sono stati messi in sicurezza circa diecimila lavoratori”. La premier fa bene a sottolineare le mancanze e i ritardi su questo dossier del governo Draghi, come peraltro il Foglio ha fatto più volte in passato. Ma se volesse essere più precisa sulle responsabilità, dovrebbe indicare l’ex ministro dello Sviluppo economico che aveva avocato a sé quella crisi industriale senza poi fare praticamente nulla. Il problema, però, è che quell’ex ministro dello Sviluppo è Giancarlo Giorgetti e Meloni l’ha promosso ministro dell’Economia.

Meloni ha anche ereditato molte cose positive dal governo Draghi, soprattutto sul fronte economico, tra maggiore crescita ed entrate fiscali, in tal caso però non cita mai i meriti. Tende, invece, a ricordarsi dei predecessori quando c’è da sottolineare qualche pecca. Dovrebbe almeno essere un po’ più precisa, perché molti predecessori sono nel suo governo.

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