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Editoriali

Con il Pd in crisi, il governo Meloni soffre l'opposizione post-ideologica di Conte

Redazione

L'Avvocato del popolo, accusato di "fomentare l'odio", condanna le minacce alla premier ed è capace di defilarsi su temi di scontro con la destra, come l'immigrazione. Privo di ideologia, il leader del M5s, diventa un avversario da tenere d'occhio

L’opposizione di Giuseppe Conte preoccupa il governo. Non solo perché le tensioni politiche e sociali, su temi come la guerra e il Reddito di cittadinanza, negli ultimi giorni stanno producendo preoccupanti manifestazioni di violenza per il momento solo verbale, come è accaduto nei giorni scorsi al ministro della Difesa Guido Crosetto e ieri a Giorgia Meloni, minacciata di morte insieme a sua figlia da un giovane percettore di Rdc subito identificato dalla polizia.

 

Conte è accusato di “fomentare l’odio” per alcune sue espressioni eccessive in un clima di crescente tensione dovuta alla crisi economica, ma il leader del M5s ha condannato le minacce subite dalla premier. La preoccupazione di Fratelli d’Italia però è soprattutto politica, perché il tour dell’Avvocato del popolo nelle periferie per difendere i poveri dal taglio del Rdc è efficace e mette realmente in difficoltà il governo. Per giunta, a differenza del Pd e della sinistra tradizionale che reagiscono spesso pavlovianamente ad alcune prese di posizione del governo, come ad esempio sull’immigrazione o su altri temi identitari, Conte si defila dal terreno di scontro su cui la destra pensa di avere qualche vantaggio.

 

Il suo essere post-ideologico e spesso a-ideologico gli consente di non avere alcun vincolo politico, cosa che gli consente di seguire liberamente i sondaggi. È quindi al momento ultrapacifista, dopo aver inviato le armi all’Ucraina, ma non si schiera contro il governo nello scontro sui migranti con la Francia. Fa il Mélenchon a Scampia e al contempo elogia la Banca d’Italia per le critiche al governo. Poi fa asse con Landini annunciando iniziative insieme alla Cgil, ma non ha alcun problema a incontrare il giorno dopo Bonomi e a dirsi d’accordo anche con la Confindustria che critica la manovra, seppure per motivi opposti al sindacato. E così il governo è preoccupato dalle minacce violente di alcuni fanatici, ma ancora di più dalla minaccia politica di Conte.

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