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il sondaggio ipsos

Pd forte tra i pensionati. I meno istruiti si astengono. Ecco come votano i gruppi socio-demografici

Redazione

I dem possono contare sull'appoggio dei ceti più alti e dei laureati. Salvini sul voto operaio. FdI pesca un po' dappertutto, mentre i grillini resistono solo al sud

Le singole forze politiche si distinguono non solo per i diversi programmi elettorali ma anche per i gruppi socio demografici che li votano: nel Pd ad esempio si nota un'importante risposta positiva da parte dei giovani laureati (quasi il 29 per cento), mentre Lega e FdI spopolano tra operai e casalinghe; chi si astiene invece fa parte soprattutto dei ceti meno abbienti. Nel Movimento 5 stelle una larga parte dell'elettorato è senza lavoro e con una condizione economica bassa e in particolar modo i grillini continuano a riscuotere successo nel centro-sud e isole. Sono le risultanze principali di sondaggio condotto da Ipsos e pubblicato dal Corriere della sera. Si può osservare per ciascun partito la percentuale delle diverse componenti socio-demografiche. Il dossier stilato rispetto a genere, età, scolarità, professione, condizione economica, area geografica e partecipazione religiosa, può essere lo specchio attraverso cui i partiti riscontrano la risposta del proprio elettorato, cercando di avanzare ulteriori proposte proprio sulla base di dati definiti.

Pd forte tra laureati e impiegati

Il Partito democratico è quello che gode di un elettorato con una percentuale femminile maggiore rispetto a tutti gli altri partiti (20,4 per cento), appena sopra a FdI. Per quanto riguarda l'età, l'elettorato dei democratici è prevalentemente concentrato nella fascia alta, dai 50 anni e oltre. Interessante è il dato sulla scolarità e sulla professione perché rispetto all'elettorato degli altri partiti, il Pd riscuote successo tra i laureati (28,1 per cento) e tra gli impiegati/insegnanti (25,4 per cento) nonostante la maggioranza sia costituita da pensionati e altro (29,2 per cento). Un elettorato di condizione economica elevata (31,4 per cento) e prevalentemente del centro-nord (26,5 per cento) e del nord ovest (20,8 per cento). Rispetto agli altri partiti, il Pd è quello che raccoglie più fedeli religiosi la cui partecipazione religiosa è più settimanale (27,1 per cento) che occasionale (20 per cento).

FdI pesca un po' dappertutto

Giorgia Meloni, secondo l'attuale stima di voto si posiziona sotto il Pd, al 20,9 per cento, con il 20,3 per cento. Il suo elettorato si contraddistingue di una maggioranza maschile, di media età, principalmente diplomata o con licenza media, ben distribuita nei vari settori professionali: il 24,8 per cento sono lavoratori autonomi, il 22,5 per cento imprenditori e liberi professionisti, il 21,9 operai e affini, mentre il 20,4 per cento sono casalinghe. Anche per quanto riguarda la condizione economica, gli elettori conservatori sono un ben distribuiti, con una prevalenza nei ceti medi (22,1 per cento). L'area geografica interessata è il nord ovest e il nord est con, rispettivamente, il 22,3 per cento e il 22,8 per cento. Infine una partecipazione religiosa maggiormente occasionale (22,1 per cento) su quella settimanale (18, 3 per cento).

Lega "partito operaio" e dei ceti popolari

Si potrebbe dire che gli operai sono leghisti, perché nelle categorie dei lavoratori, gli operai sono la maggioranza che vota il partito di Matteo Salvini (23,1 per cento), il quale trova consenso anche tra casalinghe (17,8 per cento) e i senza lavoro (14, 6 per cento). Tra gli elettori si distinguono persone con licenza media o elementare su tutti (18,4 per cento), di età compresa tra i 35 e i 49 anni rispetto alle altre fasce. Inoltre Matteo Salvini può contare sull'appoggio delle fasce basse (19,7 per cento) e dell'area nord dell'Italia, sia est (21,5 per cento) che ovest (19,5 per cento). Infine l'elettorato leghista presenta un elettorato che frequenta occasionalmente le funzioni religiose (il 17,4 per cento) rispetto al 15,3 che settimanalmente prende parte alla vita di chiesa.

Per il M5s la riserva sono i disoccupati (del sud)

I grillini, che stanno affrontando da settimane i dissidi interni culminati nell'abbandono di Luigi di Maio, possono godere di un appoggio ben definito. Un elettorato giovane (15, 7 per cento tra i 18 e 34 anni) e prevalentemente diplomato (13,5 per cento) e dove i senza lavoro (19,5 per cento) e gli studenti (19,3 per cento) costituiscono la parte maggiore rispetto alle altre professioni e rispetto agli altri partiti. Dopo Lega (19, 7 per cento), la classe meno abbiente vota M5s (18,6 per cento), forse spinti dalla proposta politica del reddito di cittadinanza e a confronto con gli altri partiti, il centro-sud (20,2 per cento), sud e piccole isole (20,1 per cento) concentrano i loro voti per i grillini. Infine una partecipazione religiosa più occasionale (11,5 per cento) che settimanale (10,1 per cento).

Partiti minori (Verdi, Italexit, Azione + Europa)

Tra i partiti minori occorre sottolineare una risposta positiva dagli studenti che per il 7,8 per cento votano verdi e per il 9,7 Azione + Europa di Carlo Calenda ed Emma Bonino. Entrambi i partiti presentano un elettorato giovane (6,1 per cento per i verdi e 7,3 per cento per Azione + Europa nella fascia dai 18 ai 34 anni), studioso e di condizioni economiche elevate (rispettivamente 4,8 per cento e 7 per cento).

 

Il dato sull'astensionismo (primo partito)

E' da prendere in considerazione il "primo partito" dell'Italia costituto dagli astensionisti, che rappresentano il 42,5 per cento. Chi diserta i seggi è soprattutto chi vive in condizioni economiche basse (54,8 per cento) o medio basse (50,6 per cento). Sono prevalentemente casalinghe (54 per cento), i disoccupati (49,3 per cento), le persone meno istruite (47,3 per cento), le persone di oltre 65 anni (53,2 per cento) e i residenti nel Mezzogiorno (51,1 per cento).

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