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lo scenario

Conte visita Mattarella e "avvicina" la crisi di governo. Anche Draghi sale al Colle

Redazione

Il capo del M5s al Quirinale. "Ma non si è parlato di uscita dalla maggioranza". Intanto anche Salvini torna a minacciare la stabilità dell'esecutivo: "Non possiamo tollerare le forzature di grillini e Pd". Il premier in mattinata dal capo dello stato

Una giornata già di per sé agitata, con il premier Draghi che abbandona in anticipo il vertice della Nato a Madrid per tornare a Roma a risolvere i guai della maggioranza, finisce con Giuseppe Conte che va da Sergio Mattarella. E per quale altro motivo il capo del M5s si dirige al Colle dal presidente della Repubblica se non per formalizzare un passaggio che da settimane una parte del Movimento cinque stelle pregusta? Uscire dal governo Draghi. Staccare la spina, rendersi autonomi dalla maggioranza. Ufficialmente, come da comunicato del Quirinale, di questo Conte e Mattarella ieri sera non hanno parlato. Il colloquio è stato un modo per ragguagliarsi. Ma assume tutto un nuovo significato proprio alla luce degli accadimenti che sono intercorsi da ieri mattina. 

Il retroscena su Draghi che vuole Conte fuori dal M5s, e lo chiede addirittura a Grillo. La risposta di Conte, stizzita: "Sono parole sconcertanti. Siamo al governo per difendere gli italiani, non lui". E poi il tentativo da parte del premier di stabilire un contatto diretto con Conte, durante il summit in corso di svolgimento in Spagna. Come abbiamo raccontato qui, durante la conversazione telefonica l'avvocato del popolo avrebbe usato toni aspri per esprimere il prorpio disappunto. Così che nell'immediato era lo stesso presidente del Consiglio, da Madrid, a chiarire che "con Conte abbiamo iniziato a chiarirci" e che "no, il governo non rischia di cadere". Questa mattina il premier si è recato al Quirinale, per fare un punto sugli incontri internazionali avuti negli ultimi giorni. E chissà che non sia stata l'occasione anche per affrontare le turbolenze nella maggioranza, 

A ogni modo nella serata di ieri Palazzo Chigi è stato costretto a diramare una nota per smentire la riscostruzione pubblicata dal Fatto Quotidiano. Che oggi rincara, in più, la dose. Perché secondo il giornale più vicino a Conte, Draghi avrebbe chiesto a Grillo di uscire dal M5s, di raggiungere Di Maionel nuovo gruppo centrista, per isolare l'ex premier. E si capisce insomma che per il capo del governo era diventato impossibile controllare la cosa a distanza: ha scelto di accorciare i tempi, tornare a Roma, anche perché nelle prossime ore i grattacapi non gli verranno solo dal fronte pentastellato.

Ufficialmente il governo è impegnato nella convocazione del Cdm che dovrà licenziare il nuovo decreto contro il caro bollette, una misura molto attesa da cittadini e imprese che stanno sperimentando il vertiginoso innalzamento dei costi dell'energia. Ma nuove grane potrebbero provenire dalla scelta di accantonare la proroga del Superbonus, per cui il governo ha posto un veto su alcuni emendamenti al dl Aiuti. Subito M5s e Pd hanno protestato chiedendo chiarimenti: un altro fronte caldo che rischia di diventare incandescente.

E dal centrodestra? I segnali sono tutt'altro che pacifici. Se è vero che questa mattina Matteo Salvini ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera in cui ribadisce che il disegno di legge sulla liberalizzazione della droga presentato da M5s e Pd "è un grave attacco al governo e crea una spaccatura drammatica tra le forze che sostengono Draghi". Aggiungendo che uscire dal governo "è l'ultima cosa che vorremmo fare, ma questo esecutivo non è nato per spalancare le porte a 27mila clandestini sbarcati fino a ora". Un grande classico della propaganda salviniana.

Eppure basta voltare qualche altra pagina, sempre sul Corriere, e vi si trova un'intervista al ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta. In teoria un alleato di Salvini. In pratica, con visioni completamente opposte rispetto a quelle del segretario della Lega. "Non è con un ingannevole bipolarismo bastardo che si fa il bene del paese. Meglio l'agenda Draghi-Mattarella per altri cinque anni". Altro che crisi di governo. 

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