l'intervista

Fitto: “Il nuovo gruppo delle destre sovraniste con Salvini? FdI resta tra i conservatori"

Michele De Feudis

"Anche i polacchi di Pis sono per rafforzare l’Ecr" sostiene il co-presidente del gruppo a Bruxelles. Nessuna carta dei valori con Salvini e Orban, perché “c’è già quella varata 12 anni fa”, E sul Quirinale: “Al Colle una figura che guardi al centrodestra senza pregiudizi”

Nessun matrimonio in calendario con le destre populiste e nessun imbarazzo nel trovarsi accanto il leader dem Enrico Letta contro le ipotesi di ritorno al proporzionale: Raffaele Fitto, co-presidente del gruppo dei Conservatori europei a Bruxelles, mentre è in viaggio verso l’Abruzzo dove terrà un convegno con il governatore Marco Marsilio, dialogando con Il Foglio, chiude ad ogni ipotesi di convergenza con la Lega in un super gruppo delle destre in Ue, forte della “presentabilità internazionale” dell’Ecr. 


L’assenza di Giorgia Meloni al meeting di Varsavia sulla carta dei valori delle destre, promossa dai polacchi del Pis e da Matteo Salvini, si presta a una lettura politica? “Il nostro presidente ha comunicato di non poter andare in Polonia. Nessun caso”. Non c’è bisogno di sottoscrivere un nuovo documento identitario? “Ecr ha già una carta dei valori varata dodici anni fa che rappresenta il punto di riferimento e di nascita del gruppo parlamentare prima e del partito conservatore in Europa. Parliamo di una delle famiglie più importanti a livello internazionale”, argomenta con malizioso realismo Fitto, quasi ad indicare la differenza di “rango” rispetto al gruppo lepenista. “Noi - puntualizza - vogliamo consolidare un percorso che vede Giorgia Meloni presidente del partito europeo dei conservatori, un risultato di rilievo per la sua leadership, per la destra italiana e per il nostro paese”.


Tra i conservatori, però, non tutto è in ordine. La destra polacca di Pis, guidata da Jarosław Kaczyński dialoga con Victor Orban e Matteo Salvini sulla carta dei valori, primo step secondo il leader del Carroccio di una nuova formazione di eurodestra, e questi movimenti avvengono a poche settimane dal rinnovo di incarichi di gruppo e istituzionali nel Parlamento continentale. Fitto allora riporta un dato interno all’Ecr: “La settimana scorsa abbiamo tenuto su questo tema una riunione del gruppo. Era presente anche il Pis - sottolinea - e all’unanimità abbiamo ribadito che tutte le delegazioni nazionali, ben 15, resteranno nei conservatori anche nella seconda parte della legislatura. L’incontro di Varsavia alla luce di questa decisione? Per noi non è all’ordine del giorno la costituzione di un nuovo gruppo”. Nessun caso con i polacchi? Qui Fitto usa tutta la diplomazia che gli deriva dall’essere cresciuto nella cantera Dc: “Anche il Pis ha riconosciuto che siamo aperti al rafforzamento dell’Ecr con l’ingresso di altre delegazioni nazionali. Ma non c’è in agenda il superamento del nostro gruppo, che rimarrà così anche in futuro”.


I conservatori, del resto, rivendicano come punto qualificante la piena legittimazione nei quadri politici nazionali, a differenza del RN o dei tedeschi di Afd: “Il tema - attacca l’eurodeputato di Maglie - oggi è costruire una destra di governo, nell’ambito della dimensione dei conservatori. Lavoriamo per consolidare un rapporto sempre più forte con il Likud, con i conservatori inglesi e i repubblicani americani. Con le altre delegazioni di destra, appartenenti ad altri gruppi, in Ue ci possono essere punti di contatto e di collaborazione su diversi temi. Non una casa comune”. Alcuni rumors indicano però gli spagnoli di Vox interessati al progetto salviniano con Fidesz: “Qualche settimana fa ho partecipato ad una grande manifestazione di Vox a Madrid quando il popolo dei patrioti spagnoli, guidato da Santiago Abascal, ha tributato una vera ovazione alla Meloni. Non c’è solo grande sintonia tra Giorgia, Santiago Abascal e le rispettive classi dirigenti, ma anche con la base militante iberica. Con Orban? C’è confronto aperto e positivo: se Fidesz vuole entrare tra i conservatori, noi siamo favorevoli…”. Fitto, poi, dribbla la domanda sulle mosse di Salvini (che è stato poco collaborativo con il meloniano quando era candidato governatore nelle regionali del 2020 in Puglia): “Parlo solo dei conservatori e di Fdi, evito di commentare scelte degli altri gruppi perché non mi competono, e auspico sempre lealtà e collaborazione con gli alleati. Nella coalizione dobbiamo avere un confronto chiaro e condurre azioni comuni su temi che interessano i cittadini. Poi una sana e corretta competizione è utile a tutti”.


Dall’Europa al Quirinale il salto è presto fatto: “Lavoreremo per avere al Colle una figura di assoluto rilievo, che guardi al centrodestra - schieramento più forte nelle Camere e nel Paese - senza pregiudizi e con equilibrio. Nella prospettiva delle auspicabili elezioni il giorno dopo il voto presidenziale”. La candidatura di Silvio Berlusconi? Fitto risponde alla Cuadrado, uno dei suoi beniamini bianconeri: “Non entro nella valutazione dei possibili candidati”. Stop.


Fa discutere, intanto, l’emergere del “melonlettismo”, ovvero la sintonia tra i leader Fdi e dem: “Di comune non c’è nulla nel merito delle posizioni sulle scelte per il futuro del Paese" - specifica subito Fitto. "Su questa ventilata ipotesi del cambio della legge elettorale, con un blitz, è emersa però una posizione comune: modificare le norme a pochi mesi dal voto, per cambiare la realtà, è una mossa pericolosa. Letta e Meloni si sono detti contrari al proporzionale e questo è positivo. Ma anche i leader del centrodestra, nell’ultimo vertice, hanno escluso di voler mettere mano alle regole del gioco”.


L’ultima battuta è sul super green pass proposto dai governatori. Fitto chiosa: “"In Italia con l'84% di persone vaccinate, se si continua a parlare di lockdown, significa che dobbiamo occuparci di altri problemi che non stiamo affrontando in modo adeguato. Come ad esempio il potenziamento dei mezzi pubblici, l’aerazione meccanica nelle scuole o la cura degli anziani”.

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