Giorgia Meloni (LaPresse)

Qui Bruxelles

Meloni è pronta a rompere con il PiS polacco se va con Salvini&Le Pen

David Carretta

Il progetto di un gruppo unico delle destre sovraniste e nazionaliste europee è sempre d’attualità, ma fatica a decollare, tra difficoltà, veti e ultimatum, come quello avanzato ieri da Fratelli d'Italia

Giorgia Meloni intende restare nel gruppo dei Conservatori e riformatori (Ecr) al Parlamento europeo, a costo di rompere l’alleanza con i polacchi del Partito Legge e Giustizia (PiS), se i suoi leader Jaroslaw Kaczynski e Mateusz Morawiecki decideranno di trasferirsi in Identità e democrazia, il gruppo di estrema destra di Marine Le Pen e Matteo Salvini. La leader di Fratelli d’Italia ha informato Kaczynski e Morawiecki che non parteciperà a un evento organizzato a Varsavia il 3 e 4 dicembre, al quale sono invitati anche Viktor Orbán, Salvini e Le Pen. Secondo alcuni osservatori, l’obiettivo della riunione è di lanciare il gruppo unico delle destre sovraniste e nazionaliste.

 

Il progetto è sempre d’attualità, nonostante le difficoltà a mettere d’accordo le diverse formazioni interessate. “Stiamo avanzando”, ha detto Le Pen in un’intervista al Corriere della Sera, invitando Salvini e Meloni a “lavorare assieme in Europa” mettendo da parte la loro rivalità in Italia. “Un nuovo gruppo europeo non è all’ordine del giorno”, ha risposto l'eurodeputato di FdI, Raffaele Fitto, che è anche co-presidente del gruppo Ecr. “Continueremo a essere la voce conservatrice dell'Europa”, ha spiegato Fitto. Ieri “Meloni ha comunicato ai polacchi che non andrà a Varsavia”, rivela al Foglio una fonte vicina alla leader di FdI.

 

Ufficialmente l’incontro di Varsavia è stato organizzato dal PiS per dare seguito alla “Carta dei valori” delle destre sovraniste. Il documento promosso da Orbán era stato sottoscritto a luglio da quindici partiti sovranisti di quattordici stati membri, tra cui la Lega e Fratelli d’Italia. Oltre Orbán, Le Pen, Salvini e Meloni, Kaczynski e Morawiecki hanno invitato il leader di Vox, Santiago Abascal, e quelli di altre delegazioni minori di Identità e democrazia. La scelta della data – a poco più un mese dal giro di boa di metà legislatura per il Parlamento europeo, quando si rinnovano le cariche sulla base del peso dei gruppi – solleva il sospetto che l’incontro serva a lanciare il gruppo unico sovranista. A fine ottobre Le Pen ha incontrato Morawiecki e Orbán. Pochi giorni fa, quando Giancarlo Giorgetti ha auspicato un ingresso della Lega nel Ppe, Salvini ha risposto con una riunione in videoconferenza con i leader del PiS e del Fidesz.

La scorsa settimana FdI e il PiS erano arrivati a un difficile compromesso per salvare l’Ecr, annunciando l’avvio di negoziati con Fidesz. Di fatto quello di ieri è un ultimatum di Meloni al PiS, sospettato di tradimento: “O i polacchi si fermano e tutto resta com’è oggi. O i polacchi vanno avanti e Fratelli d’Italia mantiene il gruppo Ecr”, spiega la fonte di FdI. In ogni caso, secondo la fonte, al Parlamento europeo non nascerà un gruppo unico sovranista. A Bruxelles si scommette su un altro scenario: le fila di Identità e democrazia potrebbero ingrossarsi grazie all’ingresso del Fidesz di Orbán e il trasloco del PiS polacco (forse anche degli spagnoli di Vox). Il gruppo Ecr, che al suo interno ha componenti più moderate, dovrebbe sopravvivere con molti meno deputati, ma un ruolo predominante di FdI e Meloni.