l'intervista

Ricci (Pd): "Calenda di destra? Chi lo ha detto non lo pensava sul serio"

Francesco Corbisiero

"Il leader di Azione può diventare un protagonista nella costruzione di un soggetto centrista e liberal-democratico a livello nazionale", dice il primo cittadino di Pesaro e lo invita a un accordo con Gualtieri in vista del secondo turno a Roma

Compagni, dietrofront! In vista del secondo turno delle amministrative a Roma i dem ammorbidiscono i toni forti e smorzano le parole aspre utilizzate contro Carlo Calenda alla vigilia del primo turno. Ai vertici del Pd, sbirciando i sondaggi, ci si rende conto di un fatto: oltre la metà dell’elettorato che ha votato per il leader di Azione proviene dal centrosinistra. Si tratta, insomma, di voti in uscita e diventa prioritario recuperarli. 

E’ di questo parere Matteo Ricci, sindaco di Pesaro. Al telefono col Foglio, puntualizza: “Io non ho mai utilizzato termini offensivi”. E le accuse dello stato maggiore democratico che parlavano di Calenda come un uomo di destra, di un candidato della Lega, colpevole di regalare Roma a Matteo Salvini e Giorgia Meloni? Le dichiarazioni di Francesco Boccia, Valeria Fedeli, Andrea Orlando e Goffredo Bettini? “Calenda rappresenta un'area liberale e riformista più vicina a Gualtieri che a Michetti. Nessuno ha mai creduto sul serio che Calenda fosse un uomo di destra e non penso che chi lo abbia apostrofato in quel modo intendesse offenderlo” spiega. Certo, “per la contiguità del suo elettorato con il nostro, il gruppo dirigente di Roma ha voluto segnare il campo prima delle elezioni e l’atteggiamento del Pd è stato ruvido, ma efficace e ha consentito il successo di Roberto Gualtieri”.

Archiviato il primo turno, si apre ora una fase nuova. Anche perché “il risultato di Calenda è ottimo dal punto di vista elettorale e ripaga la fatica fatta in quattordici mesi di campagna elettorale”. Il consiglio del dirigente del Pd al candidato sindaco è di capitalizzarlo al meglio sul terreno politico. Come? “Beh, esistono margini per un accordo: Calenda può diventare un punto di riferimento nazionale a partire da un accordo su Roma che consenta la vittoria a Gualtieri”.

 

Lo sguardo, però, si allunga verso le elezioni politiche del 2023, meno distanti di quanto si è disposti a credere. In fondo, il segretario del Pd Enrico Letta è impegnato nella costruzione di un Ulivo 2.0 che comprenda al suo interno tutte le forze democratiche, europeiste e alternative alla destra. E il leader di Azione non può mancare all’appello. “Calenda” – continua Ricci –, “è una personalità che può aiutare a costruire un’alternativa alle destre anche a livello nazionale. Può essere un protagonista nella costruzione di un soggetto politico liberal-democratico, centrista e alleato del Pd e di tutto il centrosinistra per vincere le elezioni politiche nel 2023”. E conclude ricordando la vera lezione di queste elezioni: “Le forze sovraniste si possono battere perché sono divise al loro interno e i moderati guardano con favore sempre più a Draghi e sempre meno a Salvini e Meloni”.