Matteo Salvini e Giorgia Meloni (Ansa)

a milano

Meloni fa tardi alla conferenza di Bernardo, Salvini se ne va. E l'unità del centrodestra scricchiola

Ruggiero Montenegro

Nel giorno in cui la coalizione si ritrova per la chiusura della campagna elettorale, la leader di Fratelli d'Italia si presenta quando il numero uno del Carroccio ha già lasciato l'evento. "Colpa dell'aereo in ritardo. L'unità non è discussione", spiega. Ma tra i partiti sale la tensione

Nel giorno in cui il centrodestra si ritrova unito a Milano, per l'evento di chiusura della scialba campagna elettorale di Luca Bernardo, Giorgia Meloni arriva in ritardo, quando Matteo Salvini ha già lasciato la sala dell'hotel in zona Rogoredo che ospita la conferenza stampa. Nonostante i tentativi di Ignazio La Russa di fermarlo - "Colpa di Alitalia, Giorgia sta arrivando" - il leader del Carroccio se ne va, deve prendere un treno. Sul palco restano il candidato sindaco insieme ad Antonio Tajani in rappresentanza di Forza Italia, e l'ex ministro Maurizio Lupi, leader della lista Milano Popolare. “È stata una campagna elettorale impossibile, molto complicata. Qualcuno sta facendo delle ricostruzioni surreali sul mio ritardo. Vi prego di non fare mistificazioni, vi prego di andare a controllare l'orario del mio volo arrivato da Roma”, chiarisce la leader di Fratelli d'italia, gettando acqua sul fuoco, L'unità della coalizione non è in discussione, sottolinea. Una puntualizzazione che però, più di ogni altra cosa, pare la testimonianza di un clima che da quelle parti non è proprio dei migliori: le dichiarazioni degli ultimi giorni, quelle di Giorgetti in primis, hanno lasciato scorie. E tensioni, che nella sala dello o Starhotels Business Palace erano palpabili, al di là delle (ovvie) dichiarazioni. 

 

"Noi ci presentiamo tutti insieme, altri mi dicono che stanno facendo accordi sottobanco per garantire qualche poltrona ai 5 Stelle per il secondo turno", sono state le parole di Matteo Salvini, convinto anche che il caso Morisi non influirà sui risultati delle prossime amministrative e della bontà della scelte della coalizione. Aggiungendo poi, a margine della conferenza stampa, che "il congresso nazionale della Lega arriverà. Facciamo prima i congressi locali. Io credo che le dinamiche dei partiti interessano ai giornalisti e poco agli italiani".  Sulla stessa linea, nel rivendicare l'unità d'intenti anche  il vicepresidente di Forza Italia Antonio Tajani: "Il centrodestra è unito al di là di quello che può dire qualche giornale, i problemi sono a sinistra. Noi siamo uniti, facciamo insieme conferenze stampa, non vedo la stessa cosa fatta da Speranza, Conte e Letta. Noi ci siamo e il resto sono chiacchiere". 

 

Una tesi ribadita dalla stessa Meloni, il cui intervento ha chiuso la conferenza stampa. "Mi fa un sorridere che durante tutta la campagna elettorale abbia dovuto rispondere a domande sulle presunte divisioni del centrodestra con un unico candidato, mentre i nostri avversari a cui nessuno fa queste domande ne hanno 3,4 o 5", ha rispoto piccata la leader di Fratelli d'Italia alle domande dei cronisti leader, ribadendo il "convinto sostegno a Bernardo" e soprattutto rivendicando il percorso intrapreso per questa tornata elettorale: "Noi stiamo insieme per scelta perché le nostre visioni sono compatibili, perché abbiamo un'idea unica, con tutte le sfumature che sono una ricchezza, sullo sviluppo della città e della nazione. Gli altri stanno insieme per impedire a noi di vincere".

Sarà, intanto a Milano le possibilità di arrivare al ballottaggio contro Beppe Sala sono, per Luca Bernanrdo, sempre meno, mentre le frizioni e gli attriti tra i partiti che lo sostengono sembrano aumentare, nonostante le smentite. E domani si replica, a Roma è previsto un punto stampa per Enrico Michetti, al quale sono attesi ancora Meloni e Salvini. Alitalia permettendo.

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