Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

La carica dei dei no green pass di governo. Borghi, Bagnai e gli altri

Redazione

Dai "sondaggi informali" del deputato al cortocircuito di Siri, fino ai casi di "non sono contrario ma" nel M5s. Bestiario social 

"Un appello a non vaccinarsi è un appello a morire", aveva detto Mario Draghi presentando il green pass. Peccato che oggi "l'appello a morire" continui ad arrivare dall'interno del governo di unità nazionale. E dalla sua componente parlamentare più folta, per altro: l'asse gialloverde che si rinnova nell'ostruzionismo ai vaccini. Con sfumature di varia intensità, ma tutte accomunate dallo strillo dei social. Dove sospetti e dietrologie funzionano sempre.

 

Partiamo dalla domanda esistenziale di Claudio Borghi: "Fatemi capire", dice il deputato leghista con un tweet fresco fresco di giornata, "qui c'è un "vaccino" - notare virgolette, ndr - che fornisce una "protezione" che a quanto pare dopo sei mesi comincia ad andarsene e vi sembra strano se mi informo sulle reazioni avverse spesso PERMANENTI che possono a venire ad ogni dose? Ma voi siete matti!". Basta un rapido scroll al profilo per perdersi nella quintessenza no vax: filippiche contro il green pass, ossessione per le reazioni avverse, perfino "sondaggi informali" - levati Istat - per dimostrare che sì, il siero anti-Covid fa male. Poi il capolavoro in tre tweet: "Non voglio dimostrare niente", "Qui ovviamente non c'è nulla di scientifico", "Sono un Deputato della Repubblica, rappresentante dei cittadini e come tale se penso che possa essere utile al mio lavoro chiedo e dico il cazzo che mi pare". Game, set and match.

 

 

Da Montecitorio a Palazzo Madama, è una sponda continua con Alberto Bagnai. Che infatti ritwitta con grande regolarità l'amico Borghi. Quando poi il senatore scrive di suo pugno la musica è la stessa: "Quindi se nessuno lo sa", dichiara in merito al presunto insabbiamento dei casi di reazioni avversa al vaccino, "io non dovrei dirlo e non dovrei dirvi di dirlo. Altro sabotaggio, altro click". Complotto, naturalmente. E foto orgogliose dalla manifestazione anti green pass dello scorso 28 luglio.

 

 

Lì c'era anche Armando Siri, altro senatore dissidente del Carroccio. Prima il lancio social del grande raduno dei no vax-no pass. Poi, a proteste avvenute, il dietrofront formale: "Io cori contro Draghi? Assolutamente falso! Dalla mia bocca non sono mai uscite parole d’insulto verso nessuno, né ieri sera, né mai. Se qualcuno può dimostrare il contrario lo faccia, altrimenti eviti resoconti imprecisi al fine di accendere dissidi o polemiche sterili". E altra foto della folla che, ricordiamo le parole del premier, "è un appello a morire". Non sia mai contro Draghi, però.

 

 

Infine, come in ogni dibattito, c'è qualcuno che "non è contrario ma". E' il caso di Barbara Floridia, sottosegretaria all'Istruzione per i 5 stelle: "Sanzioni per i docenti senza green pass? Non è questa la strada giusta. C’è una riflessione in corso e farò il possibile affinché si possa rivedere questo punto, oltre a chiarire tutti gli aspetti operativi, a beneficio dei dirigenti scolastici". E' comunque un passo in avanti rispetto ai tempi del proverbiale Movimento no vax, quando ancora il Covid non esisteva. Una crociata oggi abbracciata da una parte del Carroccio: Fedriga, Zaia e gli altri leghisti responsabili - un numero significativo, va sottolineato - si indignano e chiedono che Salvini prenda nettamente le distanze. Stanno ancora aspettando.

 

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