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Fumarsi il Mes (senza Europa ci sono più tasse)

Valerio Valentini

Pur di non indispettire i loro elettori, i grillini hanno pensato di tassare il tabacco riscaldato per finanziare i servizi di assistenza domiciliare

Roma. Siccome le tasse non hanno condizionalità, se non per chi deve pagarle, il M5s ha pensato bene che conviene aumentare le imposte sul tabacco riscaldato, anziché accedere al Mes. Ché evidentemente, dietro al fumo di una Iqos nessuno s’azzarda a intravvederci il profilo minaccioso della troika. E così il deputato Giuseppe Brescia, presidente grillino della commissione Affari costituzionali, e la sua collega Marialucia Lorefice, che guida la commissione Affari sociali, hanno depositato un emendamento al decreto “Rilancio” per “rafforzare urgentemente i servizi di assistenza domiciliare integrata”. Si tratta di quei preziosi servizi che il sistema sanitario nazionale offre ad anziani, disabili e non autosufficienti, garantendo loro un’assistenza medica a domicilio. “L’emergenza del Covid ha reso quanto mai necessario potenziare questo sistema”, ha dichiarato Brescia. Questo intervento, per il quale il ministro della Salute Roberto Speranza ha già previsto oltre 700 milioni, pare avere tutti i connotati per essere incluso in quelle “spese sanitarie dirette e indirette” che è possibile coprire coi prestiti agevolati, a tasso zero o perfino negativi, del Mes. Ma nel M5s, si sa, a sentire quelle tre lettere scatta come un riflesso pavloviano di incontrollabile ripulsa.

 

E dunque i grillini Brescia e Lorefice propongono di trovare un altro mezzo miliardo di euro attraverso l’innalzamento delle imposte sul tabacco riscaldato. Tassare i fumatori, insomma, per non indispettire gli elettori grillini (sperando, evidentemente, che tra questi ultimi ci siano pochi fumatori di Iqos, onde evitare un grottesco corto-circuito propagandistico). “Si tratta di una misura di giustizia sociale”, rivendica Brescia, grillino di fede fichiana. “Oggi il tabacco riscaldato è tassato al 25 per cento – prosegue – e secondo l’analisi del centro studi Casmef-Luiss ricalibrare la tassazione tra sigarette tradizionali e prodotti a tabacco riscaldato porterebbe 500 milioni di euro di gettito in più nel solo 2020”. Ma perché, allora, non ricorrere al Mes, se si vuole rafforzare il sistema sanitario nazionale?

 

Di certo c’è che l’emendamento Brescia-Lorefice ha poche possibilità di essere approvato. Un po’ perché uno dei relatori del decreto “Rilancio”, il renziano Luigi Marattin, fa sapere che Iv è contraria. E un po’, malignano nel M5s, per un certo indiretto interessamento di Davide Casaleggio. Perché la principale produttrice di dispositivi con tabacco riscaldato, in Italia, è quella stessa Philp Morris che, come scrisse Il Fatto mesi fa, avrebbe versato nelle case della Casaleggio oltre 500 mila euro per una consulenza sulla comunicazione digitale, proprio a ridosso delle elezioni del 2018. E pare brutto, scordarsi degli amici.

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