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Passeggiate romane

Il Pd non esclude che il lockdown possa continuare anche dopo il 4 maggio

Prudenza al Nazareno e piani per prolungare il blocco di due settimane. Conte e i timori su Colao. Nuove polemiche sulla Rai

Riapertura il 4 maggio? Non è detto. I quotidiani in questi giorni si esercitano sul tema, ma la verità è che il governo e la maggioranza stanno meditando di prolungare il lockdown per gli italiani di altre due settimane. E anche per quel che riguarda le riaperture delle attività produttive la linea portata avanti dal Pd è la massima prudenza. Il segretario Nicola Zingaretti e il capo delegazione Dario Franceschini sono i più cauti su questo punto. Ma per avere una linea ordinata il Pd ha spinto per avere un manager come Colao a capo della task force per la riapertura. Il premier all’inizio ha fatto resistenza. Giuseppe Conte non voleva creare un organismo la cui autorità poteva sovrapporsi alla sua. Alla fine è stato necessario l’intervento di Sergio Mattarella.

  

Dunque, Conte alla fine ha dovuto accettare, ma ha infarcito la commissione con un altra ventina di nomi. Per depotenziarla, sospettano al Pd. Non è un caso, visto che ultimamente Conte vede tutto ciò che si muove intorno a lui come un potenziale pericolo per se. E al Pd ormai si morde il freno. Nessuno ha intenzione di sostituire Conte ma l’obiettivo è quello di ridurre a più miti consigli il premier. “Non potrà più parlare senza aver consultato la maggioranza”, dicono al Nazareno.

 

Sempre a proposito di Pd. Al Nazareno si discute ancora della proposta di Graziano Delrio sulla Covid Tax. La segreteria era stata avvisata del progetto, ma non della sua diffusione con un comunicato stampa addirittura venerdì prima della Pasqua. La chat dei ministri Pd è esplosa. E sono partite le accuse sul gruppo Dem anche perché nessuno, a partire da Gualtieri, ne sapeva nulla. E’ per questo che l’uscita di Romano Prodi contro Delrio è stata apprezzata. L’ex premier ha definito la proposta “inimmaginabile” e l’ha stigmatizzata perché “crea tensioni”. Ora al Nazareno hanno un obiettivo: accantonare la proposta Delrio. Ma un gruppo di parlamentari spinge per proporla come emendamento al Cura Italia.

  

Dal Pd si tengono lontani dalla polemica sullo spazio in tv fra Conte e Salvini-Meloni. Il Nazareno non ha gradito la lettera del presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Barachini che ha chiesto alla Rai una par condicio per i due leader di opposizione nei tg. “Se Barachini rifà una cosa del genere senza prima passare dalla Commissione ne chiederemo le dimissioni”, dicono i rappresentanti del Pd. E al Pd non è piaciuto nemmeno l’atteggiamento del presidente Foa, che si è scatenato per chiedere un riequilibrio nei tg Rai: “Si è dimenticato della sua funzione di garanzia”, è l’accusa dei Dem .

  

Già, la Rai. Ė e rimane il chiodo fisso del Pd. Al Nazareno hanno sempre gli occhi puntati sui movimenti di Luigi Di Maio in Rai. In particolare su Rai Uno, Tg1 (“GiggiUno”) e Tg3, dove il ministro è iperpresente. Troppo, secondo il Pd, che ha sta elaborando uno studio sulle presenze del leader grillino nei programmi e nei Tg Rai. Poi si tornerà all’attacco di Salini (sempre criticato dal Pd) per chiedere un maggior pluralismo nell’informazione Rai.

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