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Il 14 aprile entra in vigore il nuovo Dpcm. Ecco cosa prevede

Rocco Todero

Sino al 3 maggio varranno le ulteriori misure di contrasto al coronavirus adottate da Giuseppe Conte. Cosa è consentito e cosa non è consentito fare

Entreranno in vigore domani, martedì 14 aprile, le ulteriori misure di contrasto al coronavirus adottate da Giuseppe Conte con il nuovo Dpcm pubblicato in Gazzetta Ufficiale sabato scorso.

 

Le necessità di prolungare il regime di lockdown, almeno sino al prossimo 3 maggio, è spiegata, ancora un volta, con formule di stile che nulla rivelano in realtà delle evidenze epidemiologiche che avrebbero persuaso il Governo a reiterare in maniera pressoché invariata le disposizioni sino a questo momento in vigore. Né il nuovo decreto del Presidente del Consiglio rimanda al rilevamento di precisi indici tecnici che potranno decretare la fine delle più rigide misure di distanziamento o il loro sostanziale allentamento.

 

Il capo dell’esecutivo ha replicato la premessa contenuta nei precedenti provvedimenti, limitandosi a rappresentare “l’evolversi della situazione epidemiologica, li carattere particolarmente diffusivo dell'epidemia e l'incremento dei casi sul territorio nazionale” e ha dato atto dell’esistenza dell’ennesimo verbale del comitato tecnico scientifico istituto presso la Protezione civile, senza rivelarne, tuttavia, il contenuto.

  

Nei rapporti con le Regioni rimangono ferme le disposizioni inserite nell’ultimo decreto legge del 25 marzo che prevedono la prevalenza dei decreti del presidente del Consiglio dei Ministri sulle ordinanze dei governatori e la possibilità per questi ultimi di disporre misure più restrittive solo in presenza dell’aggravamento della situazione epidemiologica in atto.

 

Tuttavia l’articolo 8 del nuovo Dpcm contiene una norma che aggrava il quadro di incertezza e di confusione dovuto al continuo sovrapporsi delle regolamentazioni nazionali e regionali. Dopo avere elencato numerose disposizioni relative alla condotte degli individui, delle imprese e delle attività produttive industriali e commerciali, il presidente del Consiglio ha previsto che si continueranno ad applicare le misure di contenimento più restrittive adottate dalle Regioni relativamente a specifiche aree del territorio regionale. Una sanatoria - convalida in piena regola delle molteplici ordinanze regionali -, disposta dal capo dell’esecutivo senza alcun esame della sussistenza del presupposto dell’aggravamento della diffusione dell’epidemia nelle singole aree regionali, che impone al cittadino di verificare, ancora una volta, la vigenza nel territorio in cui risiede del Dpcm o dell’ordinanza emessa dal Presidente di Regione.

 

Le principali misure di contrasto alla diffusione del coronavirus sono state, per il resto, integralmente riproposte: consentiti solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o di salute, vietato il trasferimento verso un comune diverso da quello in cui si dimora, interdetta la mobilità per chi è sottoposto alla misura di quarantena, confermata la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, vietati gli assembramenti nei luoghi pubblici e privati, consentita l’attività motoria in prossimità della propria abitazione purché nel rispetto della distanza minima di un metro da ogni altra persona, ribadito il divieto di recarsi presso le seconde case.

 

Le attività produttive commerciali e industriali rimangono, in linea di massima sospese, sull’intero territorio nazionale, fatta eccezione per quelle indicate in maniera tassativa in un apposito elenco modulabile, tuttavia, attraverso differenti procedimenti.

  

Le attività produttive non sospese, pertanto sono:

a) quelle indicate nell’apposito allegato al Dpcm,

b) quelle che sono funzionali ad assicurare la continuità delle filiere delle attività indicate nel predetto allegato,

c) le attività che ergano servizi di pubblica utilità,

d) le attività degli impianti a ciclo continuo (che non possono subire per ragioni tecniche interruzioni).

  

Con riguardo alle attività di cui alla lettera b) le imprese devono trasmettere al Prefetto una comunicazione che dia conto dell’inserimento dell’azienda nel novero di quelle che devono produrre per alimentare la realizzazione di beni e servizi ritenuti indispensabili. In assenza di specifico atto di diniego della prefettura, la mera comunicazione permette lo svolgimento dell’attività non sospesa.

 

In ogni caso, tutte le attività produttive non sospese devono rispettare il protocollo di regolamentazione delle misure di contenimento e contrasto alla diffusione del Coronavirus  sottoscritto fra il Governo e le parti sociali il 14 marzo 2020, mentre per gli esercizi commerciali sono state previste misure di distanziamento interpersonale, accessi scaglionati/regolamentati e obbligo di pulizia dei locali almeno due volte al giorno.

Nell'ambito della generale sospensione delle attività di ristorazione, resta consentita la sola attività con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l'attività di confezionamento che di trasporto

Alle attività commerciali sin qui non sospese, poi, sono state aggiunte adesso:

1) il commercio di carta, cartone e articoli di cartoleria,

2) il commercio al dettaglio di libri,

3) il commercio al dettaglio di vestiti per bambini e neonati.

 

Di particolare interesse le norme introdotte con il Dpcm per regolamentare l’ingresso delle persone fisiche all’interno del territorio nazionale. Chiunque intenda fare ingresso in Italia deve impegnarsi a rispettare un periodo di quarantena di 14 giorni, comunicare tutti i dati anagrafici e di residenza al vettore aereo, marittimo o ferroviario, al momento dell’imbarco, retrocedere dal proposito di viaggiare se risulti con la febbre pari o superiore a 37,5 gradi. Le compagnie aeree, marittime e ferroviarie devono assicurare, poi, che il viaggio avvenga nel pieno rispetto della misura di sicurezza fra i passeggeri di almeno un metro e che i membri dell’equipaggio utilizzino dispositivi di sicurezza personale. Alle compagnie aeree, in particolare, è fatto obbligo di dotare i passeggeri che ne risultino sprovvisti di dispostivi di protezione individuale.

 

IL Dpcm firmato sabato scorso, infine, sospende i servizi di crociera da parte di tutte le navi passeggeri di bandiera italiana.

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