Problemi suppletivi
Le vittorie del centrosinistra a Napoli e a Roma sono un problema per il M5s ma anche per Salvini (dove va al sud?)
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La sfida competente
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Prove generali per il Campidoglio
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Quel non piccolo favore di Gualtieri agli ambulanti
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Chi è Maurizio Leo, il prof. antitasse candidato del centrodestra alle suppletive
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Le suppletive del reddito di cittadinanza
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Dietro la partita delle suppletive a Roma (dove i giochi sono altri)
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Così Napoli e Roma bocciano Di Maio e Salvini
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Le suppletive di Roma preoccupano i grillini: “Valiamo come Potere al popolo”
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Movimento 4 per cento
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Facilitatori chi?
Roma. Si tratta di due elezioni suppletive, certo, ma il segnale è comunque chiaro: sia le ambizioni nazionaliste di Matteo Salvini, sia le velleità autonomiste di Luigi Di Maio, crollano sotto il peso delle sconfitte di Napoli e Roma. Nel collegio del centro storico della Capitale, chiamato a scegliere il sostituto di Paolo Gentiloni alla Camera, l’anonima candidata grillina Rossella Rendina racimola la miseria di 1.422 preferenze. Eccolo quanto pesa, “l’alternativa a 5 stelle” che non vuole schierarsi né a destra né a sinistra: il 4,36 per cento. Più che una “terza via”, quella additata da Di Maio è una strada senza uscita. E il dato è così impietoso che Luigi Iovino, deputato campano fedele alla linea, di buon mattino sulla chat del gruppo commenta: “Prendiamo gli stessi voti dei comunisti e di Potere al popolo”. Certo, ha votato un romano su sei; certo, la riserva del Trionfale è il fortino romano della “sinistra ztl”. Però, anche solo confrontandolo col voto del 2018, il crollo del M5s è netto: due anni fa prese il 17 per cento.
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