Movimento 4 per cento
Raggi mette una targa col suo nome su una galleria che ha riverniciato. Il M5s finisce a Roma
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A Dubai costruiscono interi arcipelaghi di isole artificiali, contendendo la terra al mare. A Tokyo progettano quartieri sottomarini. L’orizzonte di Londra, ma anche quello di Milano, si punteggia di grattacieli spettacolari, per i quali i sindaci vengono poi ricordati nei decenni. A Roma invece, ieri mattina, Virginia Raggi ha appiccicato una targa celebrativa di plastica, con il suo nome enorme stampato sopra, all’imboccatura di un tunnel, la galleria Giovanni XXIII, traforo da lei restituito agli automobilisti romani dopo diversi mesi di normale manutenzione. Così, appena sotto la placca d’argento che ricorda gli ingegneri e i progettisti che questo tunnel lo costruirono e lo disegnarono tra il 2001 e il 2004, da ieri è ricordato anche l’intervento con il quale nell’anno del signore 2020 la “SINDACA VIRGINIA RAGGI” in questo luogo stese del nuovo bitume, diede una mano di vernice e piazzò dei pannelli fotoriflettenti. Anche sul Pantheon si può leggere, da circa duemila anni, l’iscrizione “M•AGRIPPA•L•F•COS•TERTIVM•FECIT”, ovvero “lo costruì Marco Agrippa, figlio di Lucio, console per la terza volta”.
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- Salvatore Merlo
Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi erasmiana a Nottingham. Un tirocinio in epoca universitaria al Corriere del Mezzogiorno (redazione di Bari), ho collaborato con Radiotre, Panorama e Raiuno. Lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.