(foto LaPresse)

La sfida competente

Gianluca De Rosa

Intervista al prof. Maurizio Leo, che affronta Gualtieri per il collegio Roma 1 lasciato da Gentiloni

Roma. Il primo marzo gli abitanti del centro di Roma torneranno al voto. Ci sono le bizzarre elezioni suppletive del collegio uninominale Roma 1, lo scranno lasciato vuoto da Paolo Gentiloni dopo la sua nomina a commissario europeo agli Affari economici. Il seggio, in teoria, dovrebbe andare senza sorprese al centrosinistra. Alle suppletive però – dicono i precedenti storici – vota il 15 per cento degli aventi diritto. Dunque chissà. Il centrosinistra ha deciso di affidarsi a un nome importante, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Difficile che possa insidiarlo la sconosciuta Rossella Rendina, candidata dal M5s perché unica ad essersi presentata sulla piattaforma Rousseau. Più probabile che possa pensarci Maurizio Leo, l’uomo scelto dal centrodestra. Tributarista, docente della scuola superiore della pubblica amministrazione, espertissimo di fisco, Leo è una trovata di Giorgia Meloni che ha pensato di contrapporre a quello che chiama il “ministro delle tasse”, “l’inventore della tassa piatta sui redditi incrementali”. Nome avvolto dal fascino del tecnicismo, ma di cui in pochi conoscono davvero il significato. “Vero”, ci risponde sorridente Leo, prima di farsi serio e cominciare l’articolata spiegazione. “La flat tax incrementale è un meccanismo per cui non è richiesta copertura di gettito anzi, le entrate aumentano. Funziona così: supponiamo che nel 2020 una persona guadagni 100 euro sulle quali pagherà nel 2021 le imposte con le aliquote ordinarie, se però nel 2021 questa persona guadagna 10 euro in più del 2020, su quel di più invece di pagare le aliquote progressive pagherà solo un 15 per cento. In questo modo si stanano gli evasori e si stimola la crescita economica. Molto meglio delle scelte dell’attuale governo”.

Ma che c’entra tutto questo con le elezioni suppletive?

“Beh sfido il ministro dell’Economia, di cosa dovrei parlare sennò”.

Cosa non le piace della politica fiscale di Gualtieri?

“Si basa su una sovrastima del recupero dall’evasione e su metodi per farlo che sono in realtà norme di restringimento dei diritti dei contribuenti: dagli obblighi del committente sulla regolarità fiscale dell’appaltatore, al differimento delle compensazioni per i redditi di lavoro autonomo”.

Nel giorno della presentazione della sua candidatura lei ha sfidato Gualtieri in un confronto pubblico. Il ministro le ha risposto?

“Non ancora, ma sarebbe utile per i cittadini: sarebbe un momento per una campagna elettorale alta”.

Il centrosinistra parte avvantaggiato, come spera di far cambiare idea agli elettori?

“Il mio auspicio è che gli elettori del collegio valutino la politica fiscale portata avanti da Gualtieri – dalla fatturazione elettronica agli altri appesantimenti procedurali inseriti da questo governo – se sono convinti di queste scelte vincerà lui, sennò penso che gli elettori sceglieranno me”.