(foto LaPresse)

Quel non piccolo favore di Gualtieri agli ambulanti

Domenico Di Sanzo

Le solite malelingue sospettano che dietro lo stallo normativo sulle concessioni agli "urtisti" ci sia il voto per scegliere il nuovo deputato che sostituirà Paolo Gentiloni

Roma. Ambulanti ancora senza regole. Ci sono prima le elezioni suppletive nel collegio di Roma Centro, regno incontrastato di urtisti e venditori di qualunque genere di chincaglieria, affollato di caldarrostai e camion bar gestiti per la maggior parte dalla famiglia romana dei Tredicine. Le solite malelingue sospettano che dietro lo stallo normativo sulle concessioni ai venditori ambulanti ci sia proprio il voto per scegliere il nuovo deputato chiamato a prendere il posto dell’ex premier Paolo Gentiloni, eletto a marzo del 2018 dal centro storico della Capitale, diventato a settembre dell’anno scorso commissario europeo agli Affari Economici. Il grande favorito per conquistare una seggiola a Montecitorio è l’attuale ministro dell’Economia, il dalemiano Roberto Gualtieri, indicato dal Pd insieme a tutto il centrosinistra unito.

 

I ragionamenti dei maliziosi proseguono con le riflessioni su come non ci sia un momento peggiore di questo per tentare di colmare il vuoto di leggi sulle bancarelle selvagge tra i monumenti. D’altronde gli ambulanti sono stati sempre difesi da ogni governo. Compreso quello guidato proprio da Gentiloni, che alla fine del 2017 ha concesso una maxi proroga per l’applicazione della contestata direttiva Bolkestein che obbliga di mettere a gara le concessioni pubbliche, tra cui quelle dei venditori ambulanti, anziché assegnarle automaticamente a tempo indeterminato come da prassi in Italia. Un emendamento del Pd inserito nella manovra di due anni fa rinviava l’applicazione della discussa direttiva europea al 31 dicembre del 2020. Ma nel frattempo sono arrivati i gialloverdi e sono riusciti addirittura a escludere i titolari di bancarelle di souvenir, camion bar e simili dall'applicazione della Bolkestein. Insomma, la direttiva emanata dall’Ue nel 2006 per favorire il libero accesso alle concessioni di spazi pubblici e recepita nel 2010 dal governo Berlusconi, non è mai stata applicata. Chi segue il dossier ammette che “quella di Roma è una situazione ancora più particolare rispetto al resto d’Italia che già soffre del vuoto normativo determinato dalla mancata entrata in vigore della Bolkestein”. Nella Capitale sono ben 11mila gli ambulanti che posso vantare una regolare licenza. Senza contare le migliaia di abusivi. La maggior parte di loro si concentra nelle zone turistiche del centro. Dal Colosseo a Piazza Navona, da Fontana di Trevi al Pantheon fino a Prati. Tutti posti dove si voterà domenica 1 marzo per eleggere il deputato che prenderà il posto di Gentiloni. E dove il titolare del Mef parte favoritissimo in un collegio che per il centrosinistra è considerato blindato. Poche le speranze per il centrodestra che candida Maurizio Leo di Fratelli d'Italia. Intanto gli urtisti continuano a ignorare anche una semplice ordinanza del Campidoglio, firmata alla fine dell'anno scorso, che intimava loro di spostarsi dalle immediate vicinanze di alcuni monumenti per questioni di decoro della città.

Ma a che punto è la soluzione del rebus sulle concessioni agli ambulanti dopo la conferma della loro esclusione dalla Bolkestein? Il dialogo con le associazioni di categoria è portato avanti proprio dal ministero di Via XX Settembre con in prima linea la vice grillina di Gualtieri Laura Castelli. E dopo il ritiro di un emendamento al Milleproroghe approvato mercoledì alla Camera, la maggioranza rosso-gialla sta studiando una legge nazionale per regolamentare il settore delle concessioni. L’emendamento firmato dal deputato Luca Carabetta del M5s autorizzava il rinnovo delle concessioni in scadenza al 31 dicembre attraverso la verifica dei requisiti professionali. “Non lo abbiamo inserito nel decreto perché non abbiamo trovato un accordo – dice Carabetta al Foglio – comunque abbiamo iniziato un percorso che ci porterà ad avere una legge già tra un paio di mesi, abbiamo cominciato l'interlocuzione con le parti interessate”. E il Pd stavolta è d’accordo? “Sì sì ci sarà una normativa nazionale”. Per le suppletive di Roma Centro si può votare tranquillamente.