Davide Crippa, capogruppo del M5s alla Camera, con il premier Giuseppe Conte (foto LaPresse)

Crippa (M5s) spiega perché questa maggioranza può durare a lungo

Valerio Valentini

Il capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera: “Non ha senso stare a parlare, ora, di maggioranze diverse. Semmai, impegniamoci tutti, con serietà, a far lavorare bene quella attuale su Agenda 2023”

Roma. Se non altro, viene da dirgli, l’ansia da coronavirus ha disinnescato le polemiche dentro il governo. “Non confonderei le cose”, dice allora il capogruppo del M5s Davide Crippa, seduto nel suo studio al quarto piano di Montecitorio, al termine di una giornata passata a battagliare con le opposizioni. “Hanno optato per la via dell’ostruzionismo nonostante la disponibilità da parte del ministro Roberto Speranza a riferire in Aula sull’emergenza sanitaria. Come che sia, il decreto sul coronavirus è già operativo, essendo stato licenziato dal Cdm”.

 

Le polemiche, dicevamo. L’assalto di Matteo Renzi a Giuseppe Conte è rimandato? “Noi stiamo portando avanti l’agenda 2023, così da rilanciare l’azione dell’esecutivo. Ai tavoli di lavoro svolti finora, Italia viva ha sempre portato il suo contributo. Credo sia nell’interesse di tutti confrontarci sulle proposte di ciascun componente della maggioranza. Ma se tutto, com’è accaduto nei giorni scorsi, si risolve nella mera propaganda, se Renzi arriva a mettere in discussione dei punti che per noi sono imprescindibili come il reddito di cittadinanza, allora non è più dialettica politica, è tatticismo strumentale. Per questo credo che ci sia bisogno di un momento di verità: e quando Conte verrà in Aula a illustrare le linee programmatiche di Agenda 2023, nelle prossime settimane, ognuno si assumerà le sue responsabilità, dimostrando in maniera inequivocabile se vuole o meno proseguire sulla strada del governo”.

 

Sempre che Iv non decida di andare all’opposizione, costringendovi a sostituirla con una pattuglia di responsabili. “Non ha senso stare a parlare, ora, di maggioranze diverse. Semmai, impegniamoci tutti, con serietà, a far lavorare bene quella attuale su Agenda 2023. Non credo sia il momento di andare alla caccia di Tizio o di Caio”. Come a dire che dopo il Conte-bis, c’è solo il ritorno alle urne? “Discorso molto prematuro, visto che tra l’altro bisognerà tenere conto anche dei vincoli legati allo svolgimento del referendum sul taglio dei parlamentari. Ripeto, pensiamo a dare consistenza all’azione di questo governo, senza stare a fantasticare su altre soluzioni”.

 

A proposito, il suo omologo Graziano Delrio dice che, se davvero si vuole durare, bisogna che Conte faccia un passo avanti. E anche voi grillini. “Se il passo avanti è sulla strada della nuova Agenda 2023, benissimo. Ma allora anche io auspico che il Pd faccia altrettanto. Ad esempio, sulla transizione energetica, da realizzare anche attraverso dei sostegni specifici alle imprese per trasformarsi e una semplificazione burocratica per energie rinnovabili, e una semplificazione burocratica, confido che non ci sia alcun ripensamento. Né, mi auguro, ci saranno tentennamenti all’interno del Pd su un altro punto presente nel programma di governo, e che a noi è particolarmente caro: e cioè la promozione di strumenti normativi per lo stop alle nuove concessioni petrolifere. E’ un caposaldo, nel percorso di transizione energetica, da portare avanti nella piena salvaguardia dei livelli di occupazione e accompagnando la transizione delle imprese oggi impegnate nell’oil and gas. E poi c’è l’acqua pubblica, una nostra stella che vogliamo valorizzare. La settimana prossima è in programma un tavolo di maggioranza per trovare una mediazione tra la nostra proposta, a prima firma Daga, e quella del Pd, avanzata dalla deputata Braga”.

 

Marco Minniti, e con lui Nicola Zingaretti, vi chiede anche una revisione radicale dei decreti sicurezza. “Il tavolo è aperto: si parte dalle osservazioni che erano state avanzate dal Quirinale, e che andranno recepite. Ma non accetteremo alcun approccio ideologico, né che si demolisca un impianto normativo che per noi funziona: va corretto, certo, ma non va né ribaltato né stravolto”.

 

Il capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci, auspica una revisione del ddl sulla giustizia, così da far scattare lo stop alla prescrizione solo dopo la condanna in appello. “Già il lodo Conte-bis per noi è stato un compromesso faticoso, reso possibile da un nostro significativo passo in avanti. Le Camere decideranno, in sede di conversione, ma non credo che per il M5s siano accettabili ulteriori modifiche del lodo”.

E l’idea del sindaco d’Italia, vi piace? “Ero presente alla prima riunione di maggioranza sulla legge elettorale, a dicembre scorso: e i rappresentanti di Iv hanno sempre proposto, in quel vertice come nei tanti che poi si sono susseguiti, il proporzionale con soglia al 5 per cento. Ora l’iniziativa di Renzi mi lascia perplesso, visto che è difficile conciliare il premierato col proporzionale. Credo che debbano fare chiarezza al loro interno, i parlamentari di Iv, e poi venirci a spiegare quale sia, davvero, la loro posizione”.

 

Gli Stati generali del M5s continuano ad essere posticipati. “E ci sta, visto che è la prima volta che li organizziamo”. Ma ci sta anche che quell’appuntamento serva a definire una volta e per tutte il collocamento politico del Movimento? “Concentriamoci sui temi, stabiliamo il nostro collocamento rispetto a certe esigenze delle persone e della società che verrà. Una parte del nostro programma l’abbiamo realizzata al governo con la Lega, un’altra parte la stiamo portando avanti col Pd. Le nostre idee non possono essere rinchiuse in un campo specifico, che sia di destra o di sinistra, ma si definiscono nell’ottica del cambiamento e dell’innovazione, a prescindere dalle alleanze del momento”.

Di più su questi argomenti: