Il caos è funzionale a Italia viva (che però non cresce nei sondaggi)
Il partito di Renzi visto da Ghisleri (Euromedia Research) e Pregliasco (YouTrend). Perché per ora è mancato il “momento”
Roma. Il caos è funzionale a Italia viva, ma Italia viva come sta? Da quando è nata, i sondaggi dicono che l’agognata doppia cifra è ben lontana. Un recente sondaggio Index Research per Piazza Pulita la dà al 4,1 per cento. Domanda: non è che forse Matteo Renzi ha sbagliato momento per far nascere la sua creatura? O forse è ancora troppo presto per valutare? Gli elementi da tenere in considerazione sono diversi. A partire dal fatto che finora Iv non si è pesata elettoralmente e questo comporta anche una minora visibilità in situazioni mediaticamente appetibili. In Emilia-Romagna e in Calabria non c’erano liste renziane. Diverso il discorso per le prossime. Per esempio in Toscana, Puglia, Campania Italia Viva si presenterà, in alcuni casi addirittura contro il Pd (Puglia sicuramente, in Campania ancora non è del tutto chiaro).
“Non siamo in campagna elettorale, quindi un elettore non può sapere se votare Italia viva o meno”, dice al Foglio Alessandra Ghisleri, direttrice di Euromedia Research. “In più c’è da capire quale sia la sua proposta politica. In questo momento di vivacità, dovuto allo scontro interno al governo sulla prescrizione, Iv ha valori un poco più alti rispetto al solito. E’ importante, ma non basta. Il partito di Renzi deve essere presente sul territorio, quindi si deve organizzare. Ho visto che stanno aprendo delle sedi, è importante: senza presidio territoriale non si può avere consenso”. Alle elezioni in Emilia Romagna, aggiunge Ghisleri, “era evidentemente troppo presto. Ma la politica ha bisogno di piccoli passi, non si può costruire un partito dall’oggi al domani. Servono strategia, programma e territorio. E in più Renzi deve dire qual è la nuova Italia che ha in mente. Deve spiegare ai suoi elettori, al di là della prescrizione, quali sono i suoi programmi sull’economia, il lavoro. Insomma, si deve raccontare. Per ora può farlo a livello regionale, alle prossime elezioni, e in occasione del referendum del 29 marzo sul taglio del numero dei parlamentari”. Ghisleri è convinta che il contesto sia favorevole a Italia viva. “Tutti i partiti dell’arco costituzionale sono in grande spolvero, questi nuovo quadro coinvolge anche Renzi. E’ una situazione in grandissimo movimento. La geografia politica dipende sempre da tutto quello che c’è intorno. Quindi non dipende solo da Renzi, ma anche da cosa faranno i Cinque stelle, da come si organizzerà il nuovo il Pd, dalle nuove alleanze che nasceranno”.
C’è anche un altro aspetto da sottolineare, osserva Lorenzo Pregliasco, cofondatore di YouTrend e dell’Agenzia Quorum: “L’elemento chiave è la stagnazione. Non c’è mai stato un ‘momentum’; Italia Viva è sempre stata lì intorno al 4 per cento dalla sua nascita”. Insomma, dice Pregliasco, “nonostante le aspettative di Renzi e di diversi esponenti di Italia Viva che più volte hanno fatto pensare a un obiettivo intorno al 10 per cento, in tutti i sondaggi Iv è sempre stata tra il 4 e il 5 per cento, in buona sostanza. C’è dunque un elemento di grande stabilità: il picco nella nostra Supermedia è stato a novembre ed era al 5,2, poi da lì in poi solo discesa. Adesso siamo poco sopra il 4”. Altro aspetto significativo, che contribuisce al peso leggero di Iv, è che “assistiamo a un affollamento di quell’area politica. Oltre a Italia viva ci sono +Europa e Azione, che sono diversi l’uno dall’altro ma più o meno rappresentano quella parte liberale, moderata del centrosinistra e chiaramente il frazionamento dell’offerta politica non aiuta, non sembra allargare quel bacino a livello elettorale”.