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Martina ci spiega perché la questione settentrionale passa da Taranto

David Allegranti

Domani a Verona, il deputato del Pd a Verona per lanciare “Agenda Nord” e sfidare Matteo Salvini su produttività e sviluppo

Roma. “Per capire la questione settentrionale, devi passare anche da… Taranto”, dice al Foglio Maurizio Martina, che domani a Verona alla Corte San Felice inaugurerà “Agenda Nord”, convention organizzata dalla sua componente, “Fianco a fianco”, ma, dice Martina, “aperta a tutti”. Tra i relatori, Antonio Misiani, Giorgio Gori, Debora Serracchiani, Tommaso Nannicini e altri.

 

La questione del nord per questa maggioranza, per il governo e anche per il Pd rimane centrale”, dice Martina al Foglio. Di fatto è anche una risposta alle recenti polemiche innescate dal ministro del sud Peppe Provenzano. Per Martina è sbagliato porre la questione in termini di contrapposizione fra nord e sud. Pensiamo per esempio un settore strategico come l’acciaio. Al destino dell’ex Ilva è “legato anche il sistema di produzione e di indotto che si gioca nella piccola e media impresa del nord”.

 

Per il centrosinistra, dice Martina, la sfida è direttamente a Matteo Salvini. “In un frangente delicato come quello macroeconomico attuale, il nostro tessuto produttivo ha bisogno di un’alternativa alle ricette pericolose di Salvini”. Per questo il Pd deve farsi trovare pronto su alcuni temi, a partire da quello della crescita. “Come si produce lavoro, come aiutare le imprese a essere competitive, come rappresentare i territori che stanno sopra la linea del Po, come attuare una democrazia davvero decidente, con uno stato che sia semplice”. Sono queste le questioni che Martina vuole sottoporre al Pd nella sua fase di ricostruzione.

 

“Il governo ha fatto alcune scelte importanti, come mi accorgo andando in giro per la Pedemontana, rifinanziando per esempio Impresa 4.0, ma non dobbiamo dimenticare anche la questione della deducibilità Imu dei capannoni e il rifinanziamento degli ecobonus. Poi bisogna risolvere la vicenda della tassa sulla plastica e sulle auto aziendali, ma credo che una soluzione arriverà”. L’esecutivo deve lavorare meglio su alcuni fronti, insomma. “A noi con questa giornata di lavoro interessa spiegare perché il cuore della sfida sia la produttività. Per fare un raffronto, nel 2018 il valore del Pil per ore lavorate è di 47 dollari in Italia, 61 in Francia e 60 in Germania. Negli ultimi dieci anni, la produttività p aumentata del 9 per cento in Francia, del 7 in Germania ed è rimasta invariata in Italia. E’ un grande tema che una forza progressista si deve porre e chiama in causa due questioni: la formazione e l’innovazione. L’iniziativa di sabato (domani, ndr) è il segnale che c’è un Pd trasversale a correnti e logiche interne di posizionamento che intende lavorare su questi fronti”. A partire da quello della “diseguaglianza dei luoghi. Ci sono tanti nord nel nord, così come esistono tanti sud nel sud. Sono convinto da tempo che non basta più la rappresentazione nord-sud per capire la frammentazione dei territori italiani. La diseguaglianza è trasversale anche al nord: ci sono tante terre periferiche, rurali, montane che sono altra cosa rispetto alle aree metropolitane. Ecco, una forza progressista come il Pd deve sapere cogliere il punto e andare alla sfida con la destra. Anche perché l’armamentario ideologico e il risultato effettivo della proposta di questa destra verso quei territori è l’esatto contrario di ciò che serve ai ceti produttivi del nord. Quella di Salvini è infatti una logica fintamente protettiva, che espone quei ceti a rischi ulteriori”. Come centrosinistra “non dobbiamo improvvisare una battaglia ma costruire una visione. Per questo dico con una provocazione che per capire la Questione settentrionale bisogna andare a Taranto”. Perché? “Alcuni imprenditori di Bergamo mi hanno spiegato di recente perché se con l’addio dell’Ilva viene declassato il porto di Taranto, che adesso è al top, anche loro avranno dei problemi con i fornitori che sbarcano lì”. Domani insomma arriveranno diversi spunti e suggerimenti per il Pd. “Benissimo il taglio del costo del lavoro, ma penso che non dobbiamo dimenticare le indicazioni ambiziose di Carlo Bonomi di Assolombarda sul taglio complessivo del costo pari a 10-12 miliardi in tre anni”.

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  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.