Il neopresidente del Copasir, Raffaele Volpi (foto LaPresse)

Al Copasir un asse (anti Conte) tra Lega e Renzi

Valerio Valentini

Il leghista Volpi eletto presidente. Ma deve ringraziare l'ex premier se l’imboscata ai suoi danni è stata sventata

Roma. Alla fine, tutto è andato come doveva: Raffaele Volpi eletto presidente del Copasir. Meno scontato è che il leghista debba essere grato a Matteo Renzi, se l’imboscata ai suoi danni è stata sventata. Perché l’imboscata c’è stata, eccome. Non a caso il voto finale è stato in bilico: solo sei voti per il leghista, mentre uno è andato al forzista Elio Vito e tre schede sono rimaste bianche. Erano quelle degli esponenti del M5s, come confessano i diretti interessati. I quali, a due ore dalla consultazione di Palazzo San Macuto, confessavano di “non aver ricevuto indicazioni da Di Maio”, non negando di trovare bizzarra l’indicazione di Volpi. “Non ha partecipato neppure a una riunione del Copasir. Ora subentra al collega Molinari e due giorni dopo dovremmo eleggerlo a presidente? Bah”. Senza contare, poi, che forse anche Giuseppe Conte, per interposto Di Maio, auspicava che non fosse un uomo del Carroccio gestire l’imminente sua audizione davanti al Comitato per la sicurezza del Repubblica, che vuole vederci chiaro nel garbuglio del Russiagate. E così, complice anche il malumore di FI, le speranze dell’incidente c’erano. Bastava infatti che Volpi non ottenesse la maggioranza al primo turno perché poi si andasse al ballottaggio. E a quel punto, niente ordini di scuderia. Volpi però ce l’ha fatta. Con lo stretto indispensabile (sei voti) garantito dal renziano Ernesto Magorno e dal dem Enrico Borghi, vicino Lorenzo Guerini, ex presidente del Copasir e buon amico di Volpi. E se anche gli incontri valgono a confermare le ipotesi, allora non va sottovalutato che Renzi, ieri pomeriggio, nell’Aula del Senato abbia platealmente raggiunto il capogruppo leghista Massimiliano Romeo, tra i banchi della Lega. Né che Vincenzo Spadafora, il più vicino a Conte tra i ministri grillini, abbia subito incontrato Antonio Zennaro, capogruppo del M5s al Copasir, al termine della votazione. E insomma anche da qui si capisce che a Palazzo Chigi un certo timore per le vicende legate ai servizi segreti ci sia; e che a Renzi possa non dispiacere di fare un favore a Salvini, se questo può aiutarlo a mettere in difficoltà Conte.