Nicola Zingaretti - Pd (Foto LaPresse)

L'alleanza con M5s? No, grazie. Parla Luigi Marattin

Emanuela Ferrara

Il parlamentare del Pd è pronto per le nuove elezioni. Matteo Renzi resta il candidato più interessante

“Dopo l'attuale governo ci sono solo le elezioni” è la certezza di Matteo Salvini dopo la mozione di sfiducia presentata oggi al Senato al premier Giuseppe Conte. La Lega vuole accelerare il più possibile la votazione sul testo che dovrebbe decretare per via parlamentare la fine dell’esecutivo. Il ministro dell’Interno ha inviato un sms a tutti i parlamentari invitandoli a venire a Roma e dando appuntamento per lunedì alle 18 alla Camera. Qualche ora prima la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama deciderà quando calendarizzare la mozione. Ed è probabile che la data prescelta sia tra il 19 e il 20 agosto. Nel frattempo Salvini, pronto per andare al voto il prima possibile, teme comunque un possibile “ribaltone” parlamentare. Tra i maggiori “indiziati” il Pd di Nicola Zingaretti che potrebbe decidere di offrire il proprio aiuto al M5s.

 

Un’idea che non piace a Luigi Marattin, capogruppo Pd in commissione di bilancio della Camera: “I Cinque Stelle non sono vicini a noi in questo periodo e viste le circostanze. Di Maio? Preferisco stare più lontano possibile da chi accusa il mio partito di ‘usare l'elettroshock sui bambini per rivenderseli’. A nessuna dignità equivale nessun contatto”.
Quindi? Elezioni subito? “Le tempistiche le può stabilire solo il presidente Mattarella ma ora che l'esperienza di questo governo si è chiusa i conti pubblici parlano chiaro. Questa sbornia deve essere invertita, non si può semplicemente correggere: bisogna far capire che non si può risolvere ogni cosa, che non è tutto un complotto, che non basta stampare nuova moneta per risolvere le condizioni economiche dell'Italia”.
Insomma, come ha scritto anche in un post su Facebook, Marattin non vede “l’ora di dire agli italiani che è finita - e per sempre l’epoca delle notizie false, delle manipolazioni della realtà, degli slogan urlati, delle foto-notizia sui social, delle sporche balle rifilate da agenzie di marketing che si spacciano per partiti politici”.

 


Certo se vuole provare a vincere le elezioni il Pd, forse, dovrebbe smettere di litigare. “È necessario capire come isolare i fatti reali dalle manipolazioni - prosegue Marattin - e, soprattutto, considerare che bisognerà fare i conti con un bilancio in negativo, eredità di un governo che ha bloccato la crescita e ha aumentato le tasse”.
Il voto potrebbe segnare il ritorno di Matteo Renzi? “In questo momento politico, considerando gli avversari, Renzi è l'opzione maggiormente interessante: una figura rimpianta dagli italiani dopo questo governo”.