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L'importanza di essere non solo arbitro

Il discorso del Ventaglio di Mattarella e il gesto in più che servirebbe

"L’arbitro non può non richiamare al rispetto del senso delle istituzioni e ai conseguenti obblighi, limiti e doveri”: così si è espresso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso della cerimonia del Ventaglio, celebrata, in questa calda estate 2019, in una fase straordinaria e carica di rischi per il nostro paese. Ha fatto appello alle forze politiche: “Le istituzioni di governo della nostra Repubblica hanno bisogno di un clima che, lungi dalla conflittualità, sia di fattiva collaborazione per poter assumere decisioni sollecite e tempestive”. Ha parlato anche di Europa, il capo dello stato, e dell’importanza “del non isolarsi”, e si è soffermato sul tema magistratura, “il cui prestigio e la cui autorevolezza”, ha detto Mattarella, “sono stati lesi da quanto emerso, di recente, sul Csm… la pienezza e l’integrità di quella autorevolezza e di quel prestigio sono essenziali per la Repubblica”.

 

Non solo: il capo dello stato ha usato parole chiare sulla necessità di favorire la crescita e lo sviluppo dell’occupazione (“l’economia del paese è in buona salute ma chiede di essere sorretta, per una crescita più consistente, da una gestione attenta dei conti pubblici”). Fermi restando l’importanza e l’equilibrio del discorso di Mattarella, e ferma restando la preziosa opera di contenimento delle tensioni svolta dal capo dello stato in un momento difficile per la credibilità dell’Italia, torniamo a domandarci se, in una fase di vita politica straordinaria come quella che stiamo vivendo, sia sufficiente, per “rimettere l’Italia sulla giusta via”, come si è scritto su questo giornale due giorni fa, esercitare, con lungimiranza e discrezione, il solo ruolo di arbitro. O se non serva qualcosa di più, nei limiti dei poteri presidenziali: per esempio un messaggio alle Camere per ricordare quali siano i princìpi non negoziabili per la na nostra democrazia, che è anche la settima economia del pianeta. Un gesto simbolico che potrebbe servire a rafforzare il paese anche sullo scenario internazionale, contro i pericoli della retorica populista.

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