Giuseppe Conte (foto LaPresse)

Conte difende se stesso sul rublogate: “Salvini non mi ha fornito informazioni”

Il premier interviene sui presunti rapporti tra Mosca e la Lega: “Savoini non riveste e non ha rivestito incarichi formali per il governo”. Il Pd annuncia una mozione di sfiducia per il ministro dell'Interno

Se qualcuno si aspettava una difesa di Matteo Salvini sarà rimasto deluso. Perché nell'aula del Senato il premier Giuseppe Conte si è effettivamente comportato da avvocato difensore, ma soprattutto di se stesso. Nel suo intervento, infatti, il presidente del Consiglio non ha fornito alcun elemento di novità rispetto a quello che i giornali hanno raccontato nelle ultime settimane, limitandosi a ribadire che Gianluca Savoini, l'uomo che secondo le registrazioni audio pubblicate da BuzzFeed avrebbe trattato possibili finanziamenti russi per la Lega, non ha nulla a che vedere con Palazzo Chigi né con il governo. Quindi, se qualcuno vuole saperne di più, chieda a Salvini visto che, sottolinea Conte, “queste sono le informazioni acquisite dalla presidenza del Consiglio che sono in grado di riferirvi. Non ho ricevuto informazioni dal ministro competente”.

 

L'intervento di Conte è stato comunque accompagnato da alcuni “segnali politici”. Il primo, il più evidente, l'assenza (annunciata) del senatore Salvini. Un'assenza che ha spinto il gruppo del M5s ad abbandonare l'aula durante l'informativa del premier. “Nel Movimento 5 stelle - ha spiegato il capogruppo grillino, Stefano Patuanelli - c'è imbarazzo perché lo stesso rispetto dimostrato da Giuseppe Conte sarebbe stato necessario dal diretto interessato che doveva venire qui”.

 

Per le opposizioni l'assenza dei Cinque Stelle certifica la fine della maggioranza. “L’abbandono dei banchi del M5s durante l’intervento del loro presidente del Consiglio, in segno di protesta contro l’assenza del ministro Salvini, è la spaccatura formale della maggioranza di governo - commenta il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Mariastella Gelmini -. Il preludio della fine di questo esecutivo innaturale. La Lega ne prenda atto”. Il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, non è da meno: “Mentre il premier Conte parla del Russiagate in aula i senatori del M5s che lo sostengono sono fuori dall'aula. Non c'è più una maggioranza. Si metta fine a questa agonia, a casa e subito al voto”. E se nei giorni scorsi aveva tentennato davanti ai renziani che proponevano una mozione di sfiducia nei confronti di Salvini, adesso il governatore del Lazio non ha dubbi: “"Oggi il presidente Conte non ha detto praticamente nulla anzi ha ammesso che dal ministro degli Interni non ha avuto alcun dato o informazione e il ministro Salvini continua a offendere la Camera dei deputati rifiutandosi addirittura di rispondere all'invito e si rifiuta di dare spiegazioni. A questo punto, come avevamo discusso e deciso con i gruppi, è ovvio che la posizione reticente del ministro degli Interni rispetto a quanto è avvenuto è molto grave e incompatibile con il suo ruolo. Per questo motivo presenteremo una mozione di sfiducia contro un ministro che sta scappando dai suoi doveri”.

 

Nel frattempo, però, anche Conte, difendendo il ruolo del Parlamento, lancia un messaggio al leader della Lega: “Da questo consesso ho ricevuto la fiducia, che mi ha investito nell'incarico di presidente del Consiglio dei ministri e a questo consesso siate pur certi tornerò, ove mai dovessero maturare le condizioni per una cessazione anticipata dal mio incarico”. Tradotto: il governo cadrà solo con un voto di sfiducia. Alla Camera e al Senato gli eletti del M5s sono molti di più di quelli del Carroccio, cosa accadrebbe se trovassero un accordo con il Pd per sostenere un nuovo esecutivo? Per informazioni telefonare Dario Franceschini.

 

L'INTERVENTO INTEGRALE DEL PREMIER GIUSEPPE CONTE AL SENATO

  

Signor Presidente, onorevoli senatrici, onorevoli senatori, se oggi sono qui davanti a voi, è in ragione del mio ruolo e del fatto che nutro profondo rispetto per le attribuzioni che il nostro sistema costituzionale riconosce a questa Assemblea e per le alte funzioni di cui è investito ciascuno di voi.

Non mi sono mai sottratto all'interlocuzione con il Parlamento e credo non vi sarà sfuggito. Ho parlato del profondo rispetto che nutro nei confronti di questa Assemblea. Non mi sono mai sottratto, dicevo, all'interlocuzione con il Parlamento e non vi sarà sfuggito che, nelle occasioni che sin qui mi sono state offerte di intervenire in quest'Aula, ho sempre cercato di protrarre la mia presenza, al fine di poter ascoltare anche le vostre repliche. Non considero il confronto tra Governo e Parlamento un molesto orpello del nostro sistema democratico, ma la vera essenza della nostra forma di Governo. Da questo consesso ho ricevuto la fiducia, che mi ha investito nell'incarico di Presidente del Consiglio dei ministri e a questo consesso siate pur certi tornerò, ove mai dovessero maturare le condizioni per una cessazione anticipata dal mio incarico.

Da molti anni assistiamo - questo aspetto non riguarda solo la produzione legislativa - ad una trasformazione profonda degli equilibri istituzionali, che sta maggiormente avvantaggiando il potere esecutivo. Ritengo necessario compiere insieme ogni possibile sforzo per avviare un'inversione di questo indirizzo. Ho in diverse occasioni ribadito la mia determinazione a interloquire quanto più possibile con le Camere, certo del contributo di metodo e di merito, che ciascun parlamentare può offrire all'individuazione delle soluzioni più adeguate. Ho incontrato, in questi diversi mesi, membri del Parlamento, tra cui anche alcuni Presidenti di Commissione, che mi hanno restituito il disagio di una interlocuzione faticosa con il Governo, suscettibile a tratti di alterare il fisiologico esercizio delle funzioni, legislativa ispettiva e di controllo, che spettano alle Camere. Ho assicurato loro e intendo ribadire solennemente davanti a questa Assemblea il mio personale impegno per migliorare il dialogo tra Governo e Parlamento e farò tutto il possibile perché tale impegno sia tradotto in comportamenti conseguenti.

Il confronto tra Governo e Parlamento, perché sia serio ed efficace, non può svilupparsi in direzione univoca. Oggi sono qui non solo per assolvere al dovere di informazione, che grava sul Governo, ma anche per raccogliere eventuali indicazioni che vorrete farmi pervenire.

Nei giorni scorsi alcuni hanno inteso attribuire alla mia pronta adesione alla richiesta di riferire al Senato un significato singolare. Alcuni hanno finanche ipotizzato che questa adesione celasse il mio personale intento di rimarcare prese di posizioni distinte all'interno della compagine di Governo.

È una lettura che mi ha molto sorpreso e voglio essere chiaro su questo punto. Non posso presagire se questa mia informativa sarà in grado di soddisfare appieno l'urgenza di essere informati avvertita dai Gruppi parlamentari che hanno sollecitato la richiesta. Confido tuttavia che, anche in ragione dell'attenzione mediatica che si accompagna a questo mio intervento, otterremo un risultato niente affatto trascurabile. L'interlocuzione tra chi vi parla e voi che interverrete in replica contribuirà a rinsaldare la fiducia dei cittadini nelle nostre rispettive istituzioni. Questa interlocuzione contribuirà a rassicurarci tutti sulla solidità ed efficacia dei più elevati presidi di garanzia previsti dalla nostra Costituzione.

Veniamo adesso agli elementi di fatto e alle circostanze che rilevano ai fini dell'oggetto dell'informativa.

Iniziamo dalle notizie che riguardano il signor Savoini.

Sulla base delle informazioni disponibili alla Presidenza del Consiglio, posso precisare che il signor Gianluca Savoini non riveste e non ha rivestito incarichi formali in qualità di consulente o esperto per componenti di questo Governo. Il medesimo risulta tuttavia presente in una missione ufficiale a Mosca, avvenuta nei giorni 15 e 16 luglio 2018, al seguito del ministro dell'interno e vice presidente del Consiglio Salvini, come più specificamente chiarirò nel prosieguo.

In occasione della visita del presidente Putin in Italia il 4 luglio 2019, il signor Savoini ha partecipato all'evento che si è svolto il pomeriggio dello stesso giorno, il cosiddetto Forum di dialogo delle società civili, coordinato dall'Istituto per gli studi di politica internazionale (ISPI) e dal Forum Italia-Russia e tenutosi presso la Farnesina.

Com'è ormai noto, il signor Savoini è stato invitato anche alla cena che la Presidenza del Consiglio ha offerto al presidente Putin la sera del 4 luglio a Villa Madama: tutti i partecipanti al suddetto Forum di dialogo delle società civili sono stati invitati a prendere parte alla cena. Le verifiche effettuate a cura degli uffici della Presidenza del Consiglio hanno evidenziato che, al Forum svoltosi nel pomeriggio alla Farnesina, il signor Savoini ha partecipato su richiesta del signor Claudio D'Amico, dell'ufficio del vice presidente del Consiglio Salvini a Palazzo Chigi.

Il signor D'Amico, che ha l'incarico di consigliere per le attività strategiche e di rilievo internazionale nell'ambito dell'ufficio di diretta collaborazione del vice presidente del Consiglio senatore Matteo Salvini, ha sollecitato l'invito del signor Savoini al Forum delle società civili, facendo contattare per iscritto i funzionari che fanno parte del mio gabinetto diplomatico. I miei funzionari non hanno ritenuto di sindacare questa richiesta, in quanto il signor Savoini era stato presentato come presidente dell'Associazione culturale Lombardia-Russia: aggiungo anche, e voglio sottolineare, che era un momento pregresso rispetto alla diffusione della notizia relativa all'avvio delle indagini penali a cura della procura di Milano.

Questa è la ragione per la quale i miei funzionari hanno trasmesso questa richiesta di invito per i seguiti direttamente agli enti che coordinavano l'organizzazione del Forum, in particolare - li ho già menzionati - all'ISPI e alla Presidenza del Forum Italia-Russia.

Confermo che la partecipazione del signor Savoini all'evento del pomeriggio ha comportato il suo automatico invito alla cena e che questo trattamento è stato riservato a tutti i partecipanti al Forum.

La Presidenza del Consiglio non ha avuto ulteriori contatti che abbiano riguardato il signor Savoini all'infuori di quello appena descritto e riassunto.

Quanto al signor Claudio D'Amico, confermo che conserva l'incarico poco prima indicato, che gli è stato conferito in data 7 settembre 2018 dal Vice presidente Salvini, con effetto retroattivo a far data dal 29 agosto 2018, e che terminerà alla data del giuramento del nuovo Governo o alla cessazione dell'incarico del Vice presidente.

In aggiunta alle informazioni sopra riassunte, chiarisco che la visita a Mosca del 17 e 18 ottobre 2018 del Ministro dell'interno, vice presidente Salvini, è stata organizzata direttamente dal Ministero dell'interno ed è consistita nella sua partecipazione all'Assemblea generale del 2018 di Confindustria Russia, cui risulta abbia partecipato anche il signor Savoini. Gli eventi e gli incontri successivi all'evento organizzato da Confindustria Russia hanno rivestito carattere privato.

Per completezza d'informazione, il vice presidente Salvini, come ho anticipato, è stato presente a Mosca anche nelle giornate del 15 luglio 2018, in coincidenza con la finale della coppa del mondo di calcio, e del 16 luglio 2018, per incontri con le controparti russe, in particolare con il ministro degli affari interni della Federazione russa Kolokoltsev, con il vice segretario generale Averyanov e con il vice segretario generale aggiunto del Consiglio per la sicurezza nazionale Venediktov. In quell'occasione, fu notificata alle controparti russe la composizione della delegazione italiana per il tramite della nostra ambasciata a Mosca, su indicazione del protocollo del Ministero dell'interno. La delegazione ufficiale, oltre al signor Claudio D'Amico, comprendeva quindi anche il nominativo del signor Savoini.

Queste sono le informazioni acquisite dalla Presidenza del Consiglio che sono in grado di riferirvi. Non ho ricevuto informazioni dal Ministro competente.

In quanto protagonista e, a un tempo, responsabile della politica internazionale sin qui seguita dal mio Governo, ritengo doveroso fornire alcune precisazioni. Le posizioni assunte dal Governo, in particolare nei confronti della Federazione russa, risalgono a un chiaro confronto tra le due formazioni politiche che hanno dato vita al contratto di Governo. Alla base della redazione di questo contratto - come sapete, perché è cosa pubblica - vi è stato un intenso confronto tra due distinte forze politiche, e già questo peculiare modus procedendi ha offerto ampie garanzie di una posizione politica maturata nei confronti della Federazione russa, secondo un percorso lineare pienamente trasparente, ma non solo; mi permetto di aggiungere che il fatto che alla Presidenza del Consiglio sia stato chiamato il sottoscritto, persona terza rispetto alle due formazioni politiche di maggioranza, è ulteriore elemento che contribuisce a far sì che la sintesi dell'indirizzo politico di Governo, anche su questo versante di politica internazionale, sia scaturito in condizioni di piena garanzia. Questo attiene però al piano che potremmo definire delle premesse teoriche.

Se guardiamo alla dinamica dell'attuazione dell'indirizzo di politica internazionale, abbiamo la riprova che sul versante dei rapporti con la Federazione russa e con riguardo a tutte le connesse implicazioni, la nostra linea è stata coerente, ragionevole e mai indebitamente condizionata da fattori perturbativi suscettibili di comportare una deviazione rispetto ai nostri interessi nazionali.

Anche sulla base di tutte le mie risultanze d'ufficio, quali emergono dalle specifiche attribuzioni, responsabilità che su di me gravano in materia di tutela della sicurezza nazionale, allo stato non risulta evidenziato da alcun elemento tale da farmi dubitare circa un indebito scostamento dalla linea più sopra riassunta, a opera di uno o più membri del Governo. La nostra linea di politica internazionale e la nostra collocazione non sono state mai guidate dalle reazioni che singole forze politiche hanno potuto intrattenere sul piano bilaterale o anche multilaterale con forze politiche di altri Paesi che abbiano o meno responsabilità di Governo.

La nostra posizione sulla Russia, in particolare, è stata determinata dai nostri interessi nazionali, così come definiti dal Governo nella sua collegialità, che necessariamente tengono conto anche della nostra appartenenza alla NATO e all'Unione europea.

La politica internazionale è stata poi affidata massimamente a circa 40 missioni che io stesso ho effettuato all'estero, a plurimi incontri che ho avuto a Roma ospitando omologhi stranieri, oltre che a numerose missioni effettuate dal ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Moavero Milanesi.

Ovviamente i singoli Ministri, nelle materie di competenza, hanno contribuito ad alimentare i rapporti di scambio internazionale in ambito bilaterale e multilaterale, ma la mia costante presenza all'estero e nei forum internazionali (tra cui il G7 e due G20, Assemblee generali dell'ONU e vari Consigli europei) ha consentito di mettere a punto, anche sul fronte della politica internazionale, la sintesi necessaria a dirigere e coordinare una coerente politica generale di governo.

Mai nessuna forza politica che sostiene la maggioranza avrebbe potuto avere la concreta possibilità, considerate queste premesse, di poter imprimere un indirizzo di politica internazionale in ragione dei rapporti intrattenuti con singole forze politiche di altri Paesi. Su questo sono stato sempre molto attento. Ciascuna forza politica è ovviamente libera di coltivare rapporti, anche in via esclusiva, con singoli partiti politici di altri Paesi e di apparentarsi con gruppi politici transnazionali, ma personalmente mi sono sempre adoperato affinché interessi che, per definizione, sono di parte fossero severamente vagliati al filtro dei bisogni dei cittadini italiani e degli interessi nazionali. E su questo sarò sempre intransigente.

Fin dal G7 che si è tenuto in Canada nel giugno 2018 ho chiarito che, per l'Italia guidata da un Governo che pure aspirava al cambiamento, la nostra azione si sarebbe mossa nel solco della nostra appartenenza a tali consessi. Ancora di recente sia in forma bilaterale, che in conferenza stampa, in occasione della visita del presidente Putin, ho rammentato la lineare trasparente posizione del Governo italiano assunta con riguardo al regime delle sanzioni. Ho sostenuto in concreto, in assoluta trasparenza, questa posizione nei tre Consigli europei a cui ho preso parte, nel corso dei quali sono state rinnovate le sanzioni settoriali nei confronti della Federazione Russa, che, come noto, si ripetono su base semestrale.

Rivendico, dunque, la forza argomentativa e la linearità di azione di questo nostro indirizzo di politica internazionale. Questo punto è molto importante. Questa forza e trasparenza mi hanno consentito - ci hanno consentito - di essere sempre coerenti davanti a tutti gli interlocutori internazionali. Non ho mai dovuto mutare posizione davanti ai nostri tradizionali alleati (primo fra tutti, gli Stati Uniti), né davanti ai miei omologhi dell'Unione europea, né con gli altri attori globali. Questa coerenza di posizione e linearità di azione contribuiscono alla credibilità del sistema Paese, che è un valore che dobbiamo tutelare con tutte le nostre forze.

Vengo alle conclusioni. La vicenda che è all'origine di questa informativa appare ora sottoposta al vaglio della procura di Milano che sta indagando per valutare la fondatezza di eventuali ipotesi di reato. Non conosciamo quali elementi siano stati acquisiti agli atti né di quali conseguenze sarà passibile l'indagine in corso. 

Il piano delle azioni e delle valutazioni che spettano al Governo è ovviamente completamente distinto dalla specifica iniziativa assunta dalla procura di Milano. Sicuramente allo stato non vi sono elementi tali che possano incrinare la fiducia che nutro nei confronti di tutti i componenti del Governo. Quanto gli indagati è ormai noto che c'è anche il signor Savoini e non essendo stati conferiti a quest'ultimo incarichi ufficiali o rapporti di collaborazione formali con membri di Governo, non vi sono neppure le premesse per l'adozione di eventuali provvedimenti di interruzione del rapporto. Vi è però un motivo di cautela di cui tenere conto. Mi adopererò perché tutti i miei Ministri e tutti gli altri membri del Governo vigilino col massimo rigore affinché negli incontri governativi a livello bilaterale siano presenti solo ed esclusivamente persone accreditate ufficialmente che, in ragione dei doveri di ufficio, siano tenuti al vincolo della riservatezza.

Questo per avere la massima garanzia che le informazioni riguardanti le attività di Governo siano, a tutti i livelli, gestite e veicolate con la massima cura e il pieno riserbo. Grazie per l'attenzione. 

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