L'Aula Facebook e grigia

Maurizio Crippa

In altri tempi l'intervento di Giuseppe Conte sul Russiagate salviniano sarebbe stato un momento cruciale, o almeno interessante. Ieri non valeva un tubo. Perché stavano sul Tubo, i politici 

Tanto provarono ad aprire il Parlamento come una scatola di tonno, che alla fine le macchie d’unto finirono inopinatamente dappertutto, sulle cravatte e sulle braghe, come nei peggiori pasticci che si combinano in cucina. Tanto provarono a trasformare un manipolo di giannizzeri eterodiretti in un’Aula sorda e grigia, senza ruolo e senza centralità, che l’Aula sempre più grigia, sempre più muta, se n’è rimasta lì, ieri – ma ormai capita spesso, anzi quasi sempre – senza aver niente da dire, niente da raccontare. E nemmeno da ascoltare. Perché la politica, quella vera, intanto s’era trasferita in diretta su Facebook. Succede che ieri, tra gli sbadigli, i rappresentanti del popolo – eletti, per la maggioranza, da gente che pretende di essere il popolo e che dei suoi rappresentanti non sa che farsene, e del luogo della rappresentanza ha schifo – hanno ascoltato distrattamente e tra gli sbadigli l’intervento del premier avvocato del popolo Giuseppe Conte sul Russiagate salviniano. In altri tempi sarebbe stato un momento cruciale, o almeno interessante. Ieri non valeva un tubo. Perché stavano sul Tubo, i politici. Poco dopo quella performance, Matteo Salvini (che non ha risposto in Parlamento), Matteo Renzi (lui non l’hanno fatto parlare i suoi) e Gigino-mandato zero Di Maio hanno parlato, ognun per sé, in diretta Facebook. Che è molto più sonora e colorata dell’Aula sorda e grigia, l’ex scatola di tonno. E questo è quel che sono riusciti a fare, del Parlamento. E non c’è da ridere.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"