L'Aula Facebook e grigia
In altri tempi l'intervento di Giuseppe Conte sul Russiagate salviniano sarebbe stato un momento cruciale, o almeno interessante. Ieri non valeva un tubo. Perché stavano sul Tubo, i politici
Tanto provarono ad aprire il Parlamento come una scatola di tonno, che alla fine le macchie d’unto finirono inopinatamente dappertutto, sulle cravatte e sulle braghe, come nei peggiori pasticci che si combinano in cucina. Tanto provarono a trasformare un manipolo di giannizzeri eterodiretti in un’Aula sorda e grigia, senza ruolo e senza centralità, che l’Aula sempre più grigia, sempre più muta, se n’è rimasta lì, ieri – ma ormai capita spesso, anzi quasi sempre – senza aver niente da dire, niente da raccontare. E nemmeno da ascoltare. Perché la politica, quella vera, intanto s’era trasferita in diretta su Facebook. Succede che ieri, tra gli sbadigli, i rappresentanti del popolo – eletti, per la maggioranza, da gente che pretende di essere il popolo e che dei suoi rappresentanti non sa che farsene, e del luogo della rappresentanza ha schifo – hanno ascoltato distrattamente e tra gli sbadigli l’intervento del premier avvocato del popolo Giuseppe Conte sul Russiagate salviniano. In altri tempi sarebbe stato un momento cruciale, o almeno interessante. Ieri non valeva un tubo. Perché stavano sul Tubo, i politici. Poco dopo quella performance, Matteo Salvini (che non ha risposto in Parlamento), Matteo Renzi (lui non l’hanno fatto parlare i suoi) e Gigino-mandato zero Di Maio hanno parlato, ognun per sé, in diretta Facebook. Che è molto più sonora e colorata dell’Aula sorda e grigia, l’ex scatola di tonno. E questo è quel che sono riusciti a fare, del Parlamento. E non c’è da ridere.
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