Hollywood barcone
Quando i riflettori dello star system umanitario si spegneranno, che cosa resterà?
Quello se ne va panza in fuori per le spiagge pop del Belpaese, predicando in contemporanea due bufale: porti chiusi e urne aperte. Ma vivaddio, in questa feria d’agosto non gli sta andando l’acqua per l’orto. O per meglio dire lo spritz per il gargarozzo. Il machismo sovrano si riduce ad essere un genere di attrazione da festa di paese, da serie B, quando per Open Arms e per le sue navi salvagente invece salgono a bordo, in ordine d’arrivo, i belli veri come Richard Gere, come Antonio Banderas e buon ultimo Javier Bardem, che ce l’ha giustamente col suo governo spagnolo. Da chi si sentiranno più attratte, a questo giro di boa, le ragazze e pure le massaie italiche, il popolo dei selfie da spiaggia? Chissà. Però, anche se qui si sa come la pensiamo in materia (materia di corpi in mezzo al mare, non corpi in spiaggia, eh), un piccolo dubbio sulla genuinità, o quantomeno la digeribilità, del tutto viene. Nel momento in cui, nel preciso momento in cui, l’orribile tragedia dei migranti in mare e l’ancora più orribile politica dei porti chiusi smette di essere un dramma senza fiction, una bruttura da neorealismo ed entra nella sfera delle celebrities, del loro umanitarismo glam e insomma rischia di diventare una cosa un po’ hollywoodiana (guardate! eravamo nel Mediterraneo e abbiamo scoperto che c’è uno più stronzo di Trump). Ecco, nel preciso momento in cui i riflettori dello star system umanitario si spegneranno, che cosa resterà?
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