Matteo Salvini (foto LaPresse)

Ha stravinto il centrodestra

Redazione

Perché le amministrative non segnano una nuova tendenza per l’opposizione

I ballottaggi concludono una fase di voto amministrativo, quindi il loro esito va letto all’interno di quello complessivo, altrimenti si riceve un’impressione distorta. Dire che centrodestra e centrosinistra ottengono un egual numero di sindaci al ballottaggio dà la sensazione di un pareggio, ma se si guarda al fatto che nell’insieme il centrosinistra che governava due terzi dei comuni capoluogo nel 2013 (70 su 110) ora ne ha mantenuti 40, contro i 53 del centrodestra, si vede un quadro dai colori diversi. La destra cresce, la sinistra arretra. Cosa che non si può dire dei 5 stelle, che invece hanno vinto nell’unico ballottaggio cui erano riusciti ad arrivare (Campobasso), ma al primo turno hanno perso tutti i quattro comuni che governavano. Tra Pd e 5 stelle la differenza sta nell’apprezzamento dei sindaci uscenti. Quelli del Pd vengono rieletti anche in situazioni, come quella di Bergamo o di Bari, in cui il contemporaneo voto europeo favoriva la Lega di governo.

  

 

I sindaci grillini, se anche si ripresentano, di solito vengono battuti. La sintesi è che il vento elettorale continua a soffiare verso destra. I casi di convergenza elettorale tra democratici e 5 stelle sono sporadici e la condizione del Pd è quella di chi ha evitato una débâcle distruttiva ma non ha invertito la tendenza al declino. E’ interesse soprattutto del Pd e in generale delle opposizioni avere chiaro il quadro reale della situazione elettorale, perché se non si comprende che i casi di resistenza vittoriosa non segnalano una nuova tendenza si rischia di illudersi che per riprendersi basti la caccia, fin troppo facile, all’errore della maggioranza o la speculazione sulle sue divisioni interne. Il dato dominante di questa tornata è infatti l’affermazione della Lega, dalle inesplorate terre del sud alla penetrazione nelle antiche roccaforti rosse fino alla vittoria del centrodestra in Piemonte ottenuta con un candidato semisconosciuto che si contrapponeva a una vecchia ma solida bandiera della sinistra come Sergio Chiamparino. Il Pd dovrebbe stare attento. Non è vero che il peggio è passato, e sostenerlo pone le basi per un peggio ancora peggiore.