Gregorio De Falco (foto LaPresse)

Così il M5s finisce per scaricare De Falco e rivalutare Schettino

Redazione

Il senatore grillino vota un emendamento di Forza Italia e il Movimento urla al tradimento. Sotto accusa anche Paola Nugnes. "I probiviri sono al lavoro", dice Di Maio

Rabbia, sostegno, insulti, ironia, botte e risposta, c'è un po' di tutto sulla bacheca Facebook di Gregorio De Falco (l'ufficiale della Guardia costiera diventato famoso durante la tragedia della Costa Concordia, oggi parlamentare del M5s). Fissato in alto un post datato 9 novembre, giorno in cui il senatore, per non essere costretto a sfiduciare il proprio governo, è uscito dall'Aula non votando la fiducia sul decreto sicurezza. 

     

  

“I valori del MoVimento 5 Stelle sono i miei valori e la fiducia che 5 mesi fa ho contribuito ad accordare a questo Governo è rimasta inalterata rispetto alla sua azione generale - scrive De Falco -. Accusarmi di 'tradimento' verso un provvedimento non conforme ai dettami costituzionali mi sembra pretestuoso. Uscire dall'aula del Senato è stato un gesto leale e rispettoso, poiché non mi sono schierato con i contrari ed al contempo ho reso più agevole raggiungere il quorum per la conferma della fiducia al Governo. Inoltre ho sempre delimitato i confini delle mie critiche al singolo provvedimento, chiedendo di non chiamarmi 'dissidente', in quanto non lo sono, mentre sono stato un fautore dell'accordo di governo con la Lega”.

  

Da quel giorno è passata quasi una settimana e mercoledì 13 novembre il senatore del M5s, in commissione Ambiente del Senato, contrariamente a quanto deciso del governo che aveva espresso parere negativo, ha contribuito a far passare un emendamento al decreto Genova presentato da Forza Italia. Il tema, che da settimane divide il Movimento, è quello del “condono a Ischia”. L'articolo 25 del testo, infatti, prevede che i comuni definiscano “le istanze di condono relative agli immobili distrutti o danneggiati dal sisma del 21 agosto 2017 pendenti alla data di entrata in vigore del presente decreto”. Per la maggioranza si tratta semplicemente di accelerare l'esame di domande che, per colpa della burocrazia, non sono mai state analizzate. Nulla, spiegano, verrà utilizzato se contrario alla legge. Per le opposizioni, invece, è l'ennesimo condono (dopo quello fiscale) approvato dal governo “dell'onestà”.

 

Un'idea in parte condivisa anche da De Falco e da un'altra senatrice 5 stelle, Paola Nugnes. Non a caso entrambi hanno deciso di non schierarsi con la maggioranza. Nugnes si è astenuta, mentre De Falco ha votato con le opposizioni. E un secondo dopo, ovviamente, è iniziato l'attacco. Il collegio dei probiviri è al lavoro. L'espulsione dal gruppo e dal Movimento sembra ormai imminente. “Il fatto che un senatore del M5s si sia astenuto e un altro abbia votato con Fi è gravissimo: questo non è un caso isolato, sono diverse settimane che ci arrivano segnali di dissenso da parte di senatori che hanno firmato impegni con il M5s e che devono portare avanti il contratto di governo. De Falco e Nugnes sono già sotto procedura dei probiviri”, ha commentato Luigi Di Maio. Mentre la macchina a 5 stelle ha subito cominciato a spiegare che il problema dei dissidenti è sempre lo stesso: tenersi l'intero stipendio da parlamentare.

 

Sarà anche così ma tra le centinaia di commenti sulla pagina Facebook di De Falco c'è anche chi sottolinea che non è stato il senatore a “tradire” bensì il Movimento che, col passare dei mesi, sta cambiando pelle per tenere in piedi la strana alleanza con la Lega. E siccome il popolo è volubile c'è pure chi riabilita Francesco Schettino, il comandante della Costa Concordia cui un arrabbiato De Falco rivolse il celebre “vada a bordo, cazzo”. 

  

 

 

 

  

 

 

 

 

Certo, la maggior parte è arrabbiata per il “tradimento” subito e “Schettino” è solo l'insulto migliore da rivolgere a chi ha la storia di De Falco. Ma fa sorridere pensare a quante cose siano cambiate in questi anni, e soprattutto negli ultimi mesi, all'interno del Movimento.

 

Nell'agosto del 2011, nel suo comunicato numero 45 (foto in basso), Beppe Grillo, parlando delle elezioni, scriveva: “I possibili eletti del M5s formeranno un Non-gruppo-parlamentare in cui ognuno conterà uno. Ci sarà un Non-portavoce, perché gli eletti si alterneranno nel ruolo. Ogni eletto si impegnerà a interagire quotidianamente attraverso la Rete per informare i cittadini e interagire con gli iscritti al M5S. La libertà di ogni candidato di potersi esprimere liberamente in Parlamento senza chiedere il permesso a nessun capo bastone sarà la sua vera forza. Il M5S vuole che i cittadini si facciano Stato, non che si sostituiscano ai partiti con un altro partito”. 

 

  

Oggi De Falco, mentre la sua collega senatrice (e anche lei dissidente) Elena Fattori parla di “un clima di terrorismo psicologico lontano da ogni forma di democrazia e condivisione”, cita proprio quelle parole e commenta: “Io non sono affatto dissidente, ma coerente con le idealità del Movimento 5 Stelle. Se quello introdotto dal governo nel dl Genova non è un condono dovrebbero spiegare perché si fa riferimento a una legge dell'85”.

 

Qualche giorno fa, sempre su Facebook, l'ufficiale della Marina scriveva: “Se aumenta il fanatismo, diminuisce la democrazia”. Se lo dice lui che è salito a bordo del M5s c'è da crederci.

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