Il Presidente Sergio Mattarella visita il luogo dove è avvenuto il crollo del ponte Morandi (foto LaPresse)

Il "decretino" su Genova non convince Mattarella

Redazione

Alla città non servono “auguri o rassicurazioni ma scelte concrete", dice il presidente della Repubblica. "Ricostruire è un dovere. Bisogna farlo in tempi rapidi, con assoluta trasparenza, con il massimo di competenza"

A un mese dal crollo del ponte Morandi di Genova, Sergio Mattarella sprona le forze politiche e chiede che siano prese decisioni concrete in tempi rapidi e nella massima trasparenza. Il capo dello stato, in un intervento pubblicato su Stampa e Secolo XIX, parla di "tragedia inaccettabile" e sottolinea come l'immagine che la città ha dato di sé "non è stata soltanto di profondo dolore ma anche di solidarietà e di forza d'animo". Ma il nodo della questione sulla quale insiste il presidente della Repubblica sono le cose da fare ora: "Ricostruire è un dovere. Ritrovare la normalità, una speranza che va resa concreta. Bisogna farlo in tempi rapidi, con assoluta trasparenza, con il massimo di competenza. Con unità di intenti e visione lungimirante".

         
Parole che sembrano rivolte, in maniera indiretta, al governo lega-stellato che ieri, in consiglio dei ministri, ha dato il via libera al cosiddetto "decreto emergenze". Un testo che contiene misure fiscali e contributi economici per gli sfollati e le pmi genovesi, ma non si occupa del viadotto e affida la ricostruzione a un “commissario” che verrà nominato prossimamente, non si sa bene quando, con un decreto della presidenza del Consiglio. Insomma, nonostante gli annunci roboanti fatti nei giorni scorsi, non si sa ancora chi si occuperà della ricostruzione, né se e quando verrà revocata la concessione ad Autostrade. E Genova, come ricorda Mattarella, “non attende auguri o rassicurazioni ma la concretezza delle scelte e dei comportamenti".

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