Il ponte Morandi (foto LaPresse)

Il governo approva il decreto Genova. Il Ponte Morandi per ora può attendere

Redazione

Nel testo agevolazioni fiscali e contributi per gli sfollati e le pmi. Mancano però gli interventi promessi da Toninelli: il nome del commissario straordinario, l'affidamento diretto a Fincantieri, la revoca della concessione ad Autostrade

Non chiamatelo “decreto emergenze”, né “decreto urgenze”. Che, spiega il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi subito dopo la fine del consiglio dei ministri, bisognerebbe piuttosto chiamarlo “decreto emergenze e prevenzione”. Ma non chiamatelo nemmeno “decreto Morandi”, perché il testo licenziato dal governo non si occupa del viadotto e affida tutto ad un “commissario per la ricostruzione” che verrà nominato prossimamente, non si sa bene quando, con un decreto della presidenza del Consiglio. Tradotto: nonostante gli annunci roboanti della vigilia tutto è rimasto uguale. Non si sa chi si occuperà della ricostruzione, non si sa se Fincantieri e Italferr avranno un ruolo, non si sa, soprattutto, se e quando verrà revocata la concessione ad Autostrade. Niente di niente. 

 

Perché il problema è, ovviamente, politico. E riguarda il nome del commissario. La Lega voleva Toti (già nominato commissario per l'emergenza), il M5s no. Il governatore, infatti, ha detto chiaramente che non si può “escludere Autostrade dalla ricostruzione”. Ipotesi che i grillini non sono disponibili a prendere in considerazione. E allora che si fa?

 

 

Per ora si prende tempo. Conte ricorda che il governo è andato a Genova subito dopo la tragedia, che lì il suo esecutivo (nel giorno dei funerali) “ha ricevuto applausi” e che domani, a distanza di un mese, tornerà in città. E come promesso, aggiunge, “non tornerò a mani vuote”.

 

“Portiamo questo decreto - spiega il premier - che introduce misure urgenti per consentire l'intrapresa delle varie iniziative necessarie al ripristino delle normali condizioni di vita della popolazione locale. In particolare abbiamo istituito un contributo di sostegno per i privati le cui abitazioni siano state dichiarate inagibili e prevede anche un contributo forfettario per i beni mobili registrati distrutti o comunque danneggiati. Alle micro, piccole e medie imprese danneggiate dal crollo si riconosce un contributo di sostegno una tantum che verrà esteso anche a professionisti, artigiani, commercianti. Abbiamo introdotto misure di agevolazione fiscale per le imprese genovesi e per la piena ripresa dei traffici portuali con l'istituzione di una zona franca urbana e di una zona logistica semplificata per il porto e il retro porto”. 

 

Il decreto, comunque, è stato approvato “salvo intese”. Domani Conti lo sottoporrà al governatore Giovanni Toti e al sindaco di Genova Marco Bucci. “Ascolterò i loro contributi - assicura Conte -. Mi sono sentito ieri sera e oggi due volte con Toti, c'è un dialogo continuo”. 

 

  

Poco prima della conferenza stampa, su Facebook, il governatore Toti aveva commentato: “Il governo vuole mettere un commissario per la ricostruzione del ponte Morandi. Non sappiamo ancora chi sarà ma abbiamo chiesto di poter scegliere quale figura sarà. Non vogliamo monopolizzare la Regione, ma abbiamo diritto da liguri e da genovesi di avere voce in capitolo. Dagli amici della Lega e dal presidente del Consiglio ci aspettiamo che venga indicato come commissario per la ricostruzione del ponte Morandi il nome di una persona capace, che sappia affiancare le istituzioni, che non appaia come qualcuno che viene da fuori perché come la moglie di Cesare oltre che essere onesta, deve anche apparire tale, si darebbe un bruttissimo segnale alle istituzioni che in questi giorni hanno lavorato e così poca voce in capitolo hanno avuto fin qui. Non voglio voler dire 'salvateci dai salvatori'. L'unica stella polare dev'essere Genova e ricostruire il ponte. Non è campagna elettorale che si fa sulla pelle dei genovesi”. Per ora siamo ancora all'anno zero.

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