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Il governo degli ossimori è una fregatura

Claudio Cerasa

L’obbligo flessibile, la tassa unica però duale, credere all’Euro ma voler uscire dall’Euro, difendere la Costituzione ma rottamare la democrazia rappresentativa. Giocare con le parole in letteratura è poesia, in politica è una truffa. Gialloverde

Sui vaccini, l’obbligo flessibile. Sulla flat tax, la tassa unica che diventa duale. Sull’Iva, lo scatto delle clausole che diventa modulazione. Sull’Ilva, la gara legittima spacciata per gara illegittima che non si può annullare. L’ossimoro, lo sapete, è una figura retorica che prevede l’accostamento di due termini di senso contrario e che viene utilizzato per creare un effetto stilistico unico attraverso l’uso di due parole in antitesi tra di loro. Maestri dell’ossimoro sono stati Petrarca, Dante o Montale. E quando un ossimoro viene trasformato in poesia il suono delle parole diventa spesso una sinfonia. “E cortesia fu lui essere villano”, è Dante nel suo “Inferno”. “Cangiar questo mio viver dolce amaro”, scrive Petrarca nel suo “Canzoniere”. “Degli tzigani è il rombo silenzioso”, è un verso di “Ossi di seppia”. Quando però l’uso dell’ossimoro passa improvvisamente dalla letteratura alla politica l’effetto generato dall’unione di parole in antitesi si trasforma in qualcosa di diverso, il cui senso potremmo sintetizzarlo appropriandoci di una storica definizione offerta da Giambattista Vico a proposito proprio dell’utilizzo degli ossimori: “Ossimoro è affermare di una cosa che essa è quello che non è”. In letteratura, saper giocare con gli ossimori è indizio di virtù. In politica, giocare con gli ossimori è spesso indizio di truffa. E da questo punto di vista, possiamo dire che il governo del cambiamento populista può essere considerato già oggi il simbolo perfetto del perché chi governa con gli ossimori di solito lo fa con l’unico e deliberato scopo di truffare i propri cittadini.

 

Il governo del cambiamento è il governo degli ossimori quando per esempio nasconde le proprie posizioni anti vacciniste tra due parole di per sé inconciliabili: obbligo flessibile. Rendere un obbligo flessibile significa però eliminare un obbligo e nel caso specifico eliminare un obbligo significa mettere a rischio la vita dei bambini più deboli utilizzando – se vogliamo giocare anche noi con gli ossimori – una strategia politica incentrata sul principio della lucida follia. Il governo degli ossimori sta truffando i cittadini a proposito dei vaccini ma lo sta truffando anche per altre ragioni. Lo truffa quando, per nascondere l’incompatibilità del proprio pauperismo anti industriale con la guida della settima potenza industriale del mondo, lascia intendere che una gara perfettamente valida, e qui parliamo dell’Ilva, è illegittima anche se non lo è. Lo truffa quando per dissimulare la propria incapacità di trovare risorse per mantenere le proprie promesse elettorali usa una formula che nasconde a sua volta una verità inconfessabile: l’Iva “verrà rimodulata ma non aumenterà”, con il piccolo dettaglio però che un’Iva rimodulata è un’Iva che cambierà rispetto a oggi, e che quindi aumenterà.

 

E ancora. Il governo del cambiamento è un governo che truffa i suoi cittadini anche quando gioca con gli ossimori in economia e anche la flat tax, ovvero una tassa con aliquota unica, spacciata come tale anche se le aliquote della riforma annunciata al momento saranno due o forse tre, è un altro ossimoro truffaldino che nasconde l’incapacità di mantenere le promesse prese con gli elettori. Vale su questo campo ma vale anche su altro e il governo del cambiamento truffa i cittadini anche quando si occupa di temi ancora più importanti come l’Europa e come la democrazia. Un governo anti europeista che prova a mascherare il suo anti europeismo fingendo di giocare con gli anti europeisti del nostro continente solo per avere un’Europa migliore è un governo che inganna gli elettori nella stessa misura in cui ogni giorno gioca con la democrazia provando a spiegare che l’unico modo per migliorare il nostro sistema democratico è abolire l’attuale sistema democratico e sostituirlo con un altro sistema non più democratico.

 

Un governo che insomma vuole difendere la Costituzione aggredendo la democrazia rappresentativa attraverso il cavallo di troia della democrazia diretta è un governo che ha scelto di truffare i suoi cittadini e la truffa messa in piedi sulla democrazia non è in fondo così diversa rispetto a quella messa in piedi sull’Euro: come può un governo che vuole difendere l’Euro essere composto da ministri che sostengono che per fortuna l’Euro è reversibile? L’uso degli ossimori da parte degli azionisti di governo avviene per le stesse ragioni per cui Salvini ricorda ogni giorno di parlare “da padre” prima ancora che da politico e per le stesse ragioni per cui Di Maio ricorda ogni giorno di parlare “da cittadino” prima ancora che da politico. Il motivo è sempre lo stesso: provare con un artificio retorico a rendere presentabile ciò che è impresentabile e provare con un gioco di parole a rendere il populismo estremista compatibile con il governo di un grande paese. Matteo Salvini, che anche ieri ha scelto di tenere in ostaggio in un porto italiano una nave della Guardia costiera carica di migranti salvati in mare, dice di essere tranquillo, e con la coscienza a posto, e ricorda che del dossier sulla Diciotti ha parlato negli ultimi giorni con Conte “da padre prima ancora che da politico”. Non sappiamo e non ci interessa sapere che lezioni possa offrire ai figli un padre che nega il diritto da parte della Guardia costiera italiana di far sbarcare in Italia degli esseri umani salvati in mare. Sappiamo però che di fronte al governo degli ossimori, e di fronte all’impossibilità di rendere presentabile la politica dei rutti e di trasformare un partito nato sull’onda di un vaffanculo nel simbolo di un nuovo modo di essere moderati, coprirsi gli occhi porta a ragionare su un altro ossimoro sintetizzabile con due parole: silenzio assordante. Giacomo Leopardi, altro maestro di ossimori, scrisse nel suo “Infinito” un famoso passaggio sul “naufragar m’è dolce in questo mare”. Il mare estivo è sempre dolce e caldo, e lo è anche quest’estate. Ma il naufragio della credibilità italiana è forse un tema sul quale il presidente della Repubblica dovrà avere ancora il coraggio di intervenire per provare a contrastare una volta per tutte, e non solo sulla Diciotti, la lucida follia del vaffanculo populista.

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  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.