Matteo Salvini e Umberto Bossi (foto LaPresse)

La sentenza sulla Lega? Eccessiva, dice Nordio, ma anche una lezione a Salvini

Annalisa Chirico

Perché il cammino verso il congelamento di quarantanove milioni si annuncia impervio

Il punto decisivo è il “rapporto pertinenziale” menzionato a pagina sette della sentenza della seconda sezione penale della Cassazione, presieduta dal giudice Matilde Cammino, che ha accolto il ricorso del pm di Genova contro la Lega del vicepremier Matteo Salvini. Secondo la Suprema Corte, qualsiasi somma di denaro riferibile al partito – su conti bancari, libretti, depositi – deve essere sequestrata, “ovunque venga rinvenuta”. Atteso che, ad oggi, sono stati sequestrati circa un milione e mezzo di euro, il cammino verso la cifra di quarantanove milioni si annuncia impervio. “Ho letto le motivazioni – dice al Foglio Carlo Nordio, già procuratore aggiunto di Venezia, ora in pensione – Il giudice di merito cui si rinvia la decisione non potrà che applicare un principio sacrosanto, fissato dalla stessa Cassazione: le somme sequestrabili devono avere un nesso pertinenziale con il prodotto o il profitto del reato. La Guardia di finanza deve reperire denari o beni equivalenti riferibili alla Lega, inclusi quelli eventualmente trasferiti all’estero, purché siano pertinenti con il reato. Possono essere aggredite esclusivamente le acquisizioni realizzate fino al momento del reato, non quelle attuali o future. E’ inconcepibile che, se oggi io dono un obolo alla Lega, questo sia sequestrato per un reato con cui non ha alcun nesso”.

 

Eppure, a dispetto del riferimento a pagina sette, la Procura di Genova intende bloccare tutte le somme, incluse quelle “depositande”, al punto che Salvini e il suo uomo-macchina, Giancarlo Giorgetti, hanno costituito associazioni d’area al fine di assicurarsi le risorse minime per proseguire l’attività politica. “Obiettivamente, e senza incolpare alcun magistrato, constato che dopo venticinque anni siamo ancora lì: le sentenze giudiziarie – una volta quelle penali, adesso quelle civili – condizionano il funzionamento della nostra democrazia. La creazione di enti paralleli mi sembra una conseguenza inevitabile. Se si ammette che anche le prossime acquisizioni pecuniarie siano oggetto del sequestro, diventa inevitabile cambiare la ragione sociale del donatario. L’abc del diritto impone che i beni futuri non possano essere toccati: se passa il principio opposto, è barbarie giuridica. Qui non c’è una Lega debitrice e un creditore che pretende di riscuotere quanto gli spetta. Il contendere riguarda una somma che, secondo una sentenza, è stata oggetto di truffa e appropriazione indebita. La Lega deve restituire il maltolto, e i denari aggredibili sono quelli pertinenti con il reato, non successivi a esso”.

 

Il leader del Carroccio si è rivolto al capo dello stato Sergio Mattarella denunciando un “gravissimo attacco alla democrazia per mettere fuori gioco, per via giudiziaria, il primo partito italiano”. Secondo il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, invece, è sbagliato evocare “scenari da Seconda Repubblica”. “A mio giudizio, Salvini ha ragione – prosegue Nordio – Il sequestro di una cifra così ingente comporta la compromissione dell’attività politica. Significa impedire a un partito di governo di sopravvivere. Le sentenze vanno rispettate, dura lex sed lex, ma non ho mai visto un provvedimento di sequestro così congegnato. E’ pacifico che il giudice di merito applicherà il principio di pertinenzialità. Il fatto stesso però che su questo punto sorgano interpretazioni incerte e ambigue evidenzia una grave mancanza di chiarezza nella decisione degli ermellini”. Il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi ha respinto le accuse di processo politico: “Stiamo lavorando solo su aspetti tecnici”, ha detto. “Ogni magistrato difende i provvedimenti che firma. Ma, come ha chiarito l’Anm, le sentenze sono criticabili, con urbanità e senza aggressione. Questa è, senza dubbio, una sentenza criticabile”.

 

Qualcuno ha stabilito un paragone con la Margherita di Luigi Lusi. In quel caso però i giudici non hanno ritenuto correo il partito, costituitosi parte civile nel processo. Salvini non ha fatto altrettanto per la Lega. “Sono scelte politiche e personali che esulano dal mio giudizio. Sul piano tecnico, non sarebbe cambiato nulla, forse avrebbe dato un segno di discontinuità”. La Lega ha sottoscritto un contratto di governo con il M5s che rafforza lo strapotere giudiziario. Questa vicenda susciterà un ravvedimento? “Non saprei – conclude Nordio – Io, da garantista, sono preoccupato da alcune scelte antigarantiste incluse in quel programma. Né mi convincono le proposte annunciate dal guardasigilli. Confidiamo nel buon senso”.

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