Paolo Savona (foto LaPresse)

L'Italexit spiegato con la "teoria cospirativa della società" di Popper

Luciano Capone

Il “Piano B” per uscire dall’euro e il complotto dei complottisti

Stiamo vivendo in un’epoca storica particolare. Le persone si trovano di fronte a problemi epocali – come la stagnazione economica o l’immigrazione – sono molto arrabbiate perché non vedono una via d’uscita all’orizzonte e in questa situazione vengono preferite le spiegazioni semplicistiche e le soluzioni facili a quelle più articolate. Non è un caso se hanno vinto le due forze politiche – per brevità e comodità definite “populiste” – che più delle altre hanno spiegato fenomeni sociali complessi come il prodotto dell’azione di un potere forte o deviato, di un’élite o un establishment occulto o cattivo. Tutto o quasi è stato spiegato con un “complotto”, dai frigoriferi per strada a Roma alla crisi economica mondiale dietro c’è sempre qualche nemico del popolo o della patria a cospirare. Così la legge sull’obbligo vaccinale è il frutto di un accordo alla Casa Bianca tra Big Pharma, l’Organizzazione mondiale e qualche collaborazionista italiano; la crisi del debito del 2011 è stata voluta dai tedeschi della Deutsche Bank che hanno venduto un po’ di Bot, dagli americani delle agenzie di rating che hanno deliberatamente fatto impennare lo spread tagliando ingiustamente il rating, e dai francesi che attraverso Trichet hanno alzato i tassi nel momento sbagliato per saccheggiare le nostre aziende; la riforma costituzionale di Matteo Renzi era stata decisa dalla banca Jp Morgan; l’immigrazione di massa verso l’Italia è voluta e indotta da Soros che finanzia le Ong, che a loro volta sono anche d’accordo con i trafficanti di esseri umani da cui prendono altri soldi (così sosteneva Zuccaro). E’ un problema serio se queste interpretazioni della realtà hanno presa sulla gente, soprattutto perché quando si diffonde una mentalità del genere poi i gruppi sociali tendono a organizzare contro-complotti per rispondere a complotti presunti o immaginari. Insomma i complottisti sono quelli che, prima o poi, i complotti li fanno davvero.

  

E’ un meccanismo che Karl Popper ne “La società aperta e i suoi nemici” ha chiamato “teoria cospirativa della società”. “Questa concezione dei fini delle scienze sociali deriva dall’erronea teoria che, qualunque cosa avvenga nella società – specialmente avvenimenti come la guerra, la disoccupazione, la povertà, le carestie, che la gente di solito detesta – è il risultato di diretti interventi di alcuni individui e gruppi potenti”, scriveva il filosofo liberale. Egli però non intendeva dire che nella storia non ci siano mai complotti. Anzi, Popper sosteneva che spesso avvengono “tutte le volte che pervengono al potere persone che credono nella teoria della cospirazione” che “sono facili quant’altre mai ad adottare la teoria della cospirazione e a impegnarsi in una contro-cospirazione contro inesistenti cospiratori”. In un altro passaggio di “Congetture e confutazioni”, spesso citato da Umberto Eco, Popper era ancora più esplicito: “Quando i teorizzatori della cospirazione giungono al potere, essa assume il carattere di una teoria descrivente eventi reali. Per esempio, quando Hitler conquistò il potere, credendo nel mito della cospirazione dei Savi Anziani di Sion, egli cercò di non essere da meno con la propria contro-cospirazione”. La Soluzione finale.

 

Per tornare ai giorni nostri, pare essere sfuggito di mente a tutti che attualmente l’unico reale piano complottista è quello scritto e condiviso da un gruppo di persone attualmente al governo, il cosiddetto “Piano B” per uscire dall’euro. Si tratta di un piano para-golpista per condurre l’Italia fuori dall’Eurozona – che prevede l’istituzione di un “Comitato” extracostituzionale che conduce il progetto in segretezza, fissazione in segreto del “D-Day” un venerdì sera, controllo dei capitali e dei risparmi, default sul debito pubblico, nazionalizzazione delle banche, eliminazione dell’indipendenza della Banca d’Italia – presentato ed elaborato nell’ottobre del 2015 da persone che ora occupano ruoli rilevanti nel governo giallo-verde, come il ministro per gli Affari europei Paolo Savona e il suo sottosegretario Luciano Barra Caracciolo. Un progetto condiviso negli esiti e nei passaggi anche da politici dichiaratamente anti-euro, come il senatore Alberto Bagnai e l’onorevole Claudio Borghi, che adesso occupano ruoli delicati come la presidenza delle commissioni Finanze e Bilancio.

  

Nella presentazione del “Piano B” alla Link Campus, dopo aver fatto un riferimento a Gladio e ai suoi trascorsi da “comandante di plotone” con il compito di “riconquistare la Rai di Genova”, Paolo Savona – che M5s e Lega volevano ministro dell’Economia – illustrò con piglio militaresco un altro passaggio necessario per recidere ogni legame con l’euro: “Sostituire tutta la dirigenza statale, come è stato fatto dopo il fascismo, che ha mostrato una stretta dipendenza dall’influenza europea e scarso rispetto per la sovranità nazionale”. I cospirazionisti, insegna Popper, non sono soltanto pericolosi perché credono ai complotti finti. Ma soprattutto perché, quando arrivano al potere, attuano quelli veri.

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali