Beppe Grillo (foto LaPresse)

Virzì: “Amici di sinistra che avete votato M5s, prendetevi le vostre responsabilità”

David Allegranti

Il regista: “Mi davano della Cassandra quando io dicevo ‘guardate che questi sono fascisti’. Oh, purtroppo ho avuto ragione”

Roma. Dice Paolo Virzì, regista, livornese con residenza a Roma, quindi “in esilio” come un altro livornese Simone Lenzi, di cui peraltro è amico (solo che uno sta nella Capitale l’altro, fedifrago, nel Pisano), insomma dice Paolo Virzì che aveva ragione lui. I suoi amici “de sinistra” lo sfottevano quando li metteva in guardia sui Cinque stelle: “Mi davano della Cassandra – spiega al Foglio – quando io dicevo ‘guardate che questi sono fascisti’. Oh, purtroppo ho avuto ragione: sono fascisti per davvero! Mobilitare le persone utilizzando l’odio, il disprezzo, sulla base di un mantra motivazionale – ‘non è stata colpa tua ma degli altri’ – come nei rehab per gli alcolisti anonimi. Funziona su quelle persone che si sentono tagliate fuori, escluse, fragili.

   

“Molti elettori del M5s sono persone che si sono sentite escluse e frustrate, scatenano la loro rabbia quando scrollano la loro timeline”

Ed è sostanzialmente una tecnica parafascista, era chiaro fin da subito. Il disprezzo per la cultura e per gli artisti sono un classico della predicazione fascista e nazista goebbelsiana. E a Grillo, che è un comico – anche se non mi fa ridere dal 1982 – ogni tanto scappa di bocca quella mezza verità propria dei giullari: ‘siamo dei nazisti light’, disse lui ridendo. Quelle tecniche di mobilitazione del consenso sono tipicamente naziste, goebbelsiane. E’ bastato sostituire gli ebrei con i negri e gli intellettuali ‘della casta’. Questa narrazione potentissima funziona, ma sono stati poco accorti ad allearsi con qualcuno più spregiudicato di loro, che va a toccare le corde del fascismo antropologico, razzista, maschilista, quello intimo e naturale degli italiani”.

  

Ben rappresentato, dice Virzì, dalla “miseria umana di Alessandro Di Battista, il peggior scrittore del mondo. A Hollywood danno non solo gli Oscar per i film più belli ma anche i Razzie Award per quelli più brutti. Ecco, se ne esistesse uno per la scrittura lo vincerebbe Di Battista, con la sua prosa a metà fra la retorica adolescenziale e il narcisismo patologico e mitomane, senza un briciolo di controllo, senza l’ombra di ironia, di consapevolezza del tono: il vuoto totale. Il video dove con la fidanzata annuncia la restituzione della liquidazione è un capolavoro di melensaggine fasulla, fa ridere ma mette anche i brividi per il cattivo gusto. Ecco per esempio questo signore dice che antifascismo e fascismo sono cose del passato; chi ha invece un briciolo di confidenza con la storia del nostro paese sa che il fascismo è la condizione naturale del nostro paese, ‘una malattia morale’, diceva Croce, ‘l’autobiografia di una nazione’, aggiungeva Gobetti. L’antifascismo è stato l’antidoto praticato da una minoranza virtuosa, grazie alla quale abbiamo aspirato a una possibile guarigione. I partigiani erano qualche migliaio di persone e hanno culturalmente vinto, ma non è mai stata una conquista consolidata, non siamo diventati tutti antifascisti di colpo. E’ stata l’aspirazione di essere migliori di quella cosa ridicola e tremenda che eravamo stati e che siamo. La nostra natura è fondamentalmente fascista e chi lavora con gli umori della rete lo sa bene. I dententori del sentiment della rete e chi usa le tecnologie per fare propaganda tengono bene a mente questa cosa. Roberto Saviano scrive un tweet e la gente gli risponde che deve morire o che gli devono togliere la scorta. Riflessi del nostro squadrismo naturale, direi organico e biologico”.

 

“Mi rivolgo a chi da sinistra li ha votati: abbiate il coraggio di dire che avevate voglia di un tocco di nuovo fascismo”

Ma tutto, ripete sempre Virzì, era chiaro fin dall’inizio. “Non c’era bisogno di Salvini che governa i traffici migratori con i tweet per accertare una cosa che era chiara fin da subito: si tratta di fascismo. E’ stato il fascismo a indebolire i corpi intermedi e a prendersela con le fasce deboli del paese. E’ stato il fascismo a mobilitare la rabbia delle persone. E’ la nostra storia. Poi, certo, ci sono elementi di cretinismo naturale. Si è avverata la profezia di Fruttero e Lucentini. La prevalenza del cretino. La rivolta del cretino che perfettamente si sposa con la mediocrità italiana. Molti elettori del M5s sono persone che si sono sentite escluse e frustrate, scatenano la loro rabbia quando scrollano la loro timeline. Sono personcine, impiegatucci, baby pensionati, falsi invalidi che non vedono l’ora di non sentirsi più in soggezione verso nessuno. Che sia Saviano o Sergio Mattarella. Ho tanti amici di sinistra che hanno votato per i Cinque stelle. Mi rivolgo a loro: abbiate il coraggio di dire che avevate voglia di fascismo; è rincuorante e galvanizza. Ha pure gli inni, le marce, le canzoncine”.

 

“I cinque stelle si trovano in una posizione che non meritano. E’ una commedia: io ci vedo la rivincita e la vendetta di una società mediocre”

In Italia, dice Virzì, “è stato creato un racconto deformato della realtà, al quale hanno contribuito in tantissimi. Dai costituzionalisti per il No del 4 dicembre agli autorevoli commentatori del Corriere della Sera. Hanno dipinto l’Italia come una fogna. E’ stata la madre di tutte le fake news, e cioè che bastasse chiunque pur di sostituire questi ‘criminali’ e questi ‘mafiosi’ che stavano governando l’Italia. I primi risultati sono arrivati nelle realtà locali, dove sono state indebolite le istituzioni e dove hanno fatto fare un passo indietro drammatico alla cosa pubblica. Su internet gira questo video beffardo. All’inizio si vede Virginia Raggi che nel 2013 va in un parchettino vicino casa sua ed esibisce tre pezzettini di vetro e una cornice di legno, mostrandoli con dovizia di particolari. Sul finale del video si vede com’è oggi il parco, cioè una discarica, una giungla impenetrabile con sorci e vipere. Nel mio quartiere, all’Aventino, ormai la raccolta dell’immondizia la fanno i benestanti che mandano i loro camerieri a portarla via. Dove governano i Cinque stelle il servizio pubblico è insomma venuto meno. A Livorno uguale: la gente va a curarsi a Pisa. Il risultato è che sparisce il welfare, che è l’unica cosa di sinistra in questi tempi difficili. Lo stato sociale. I servizi, la scuola. Gli aiuti per gli svantaggiati. I Cinque stelle con la loro retorica gentista hanno fatto arretrare le istituzioni e il risultato è che i più poveri e i disagiati, come dicono a Livorno, ‘la pigliano ner culo’”.

  

Quello del M5s, dice Virzì, è “un progetto di presa del potere che ha garantito a tantissimi ragazzi un’occupazione che non avevano. Il M5s è anche una straordinaria agenzia di collocamento. Ho sentito con le mie orecchie mamme apprensive per il futuro dei loro figli zucconi a scuola, suggerire: ‘Ma perché non ti candidi con i 5 stelle? Tanto i rimborsi mica devi restituirli tutti…’. Ecco, in un paese in cui l’ascensore è bloccato questa prospettiva può essere appetitosa. Quanti sono tra consiglieri comunali, regionali e parlamentari? I Cinque stelle hanno realizzato una specie di miracolo italiano. Naturalmente a spese della verità. Per merito di una macchina formidabile, che lavora sporco grazie alle bolle consolatorie di Facebook che mettono in connessione pensionati e casalinghe disperate, e che dà la polvere agli strumenti tradizionali e di mobilitazione politica, i Cinque stelle si trovano oggi in una posizione che non meritano. E’ una commedia all’italiana: io ci vedo la rivincita e la vendetta del mediocre. L’ho visto in piccolo a Livorno: tutti quelli che andavano male a scuola improvvisamente oggi hanno delle cariche pubbliche. Il M5s è questo: è la rivincita di quelli che andavano male a scuola”.

  

Racconta Virzì: “I primi tempi che ho avuto a che fare con il M5s mi sembravano un movimento antiberlusconiano più radicato; dei girotondi più sboccati. Lo sentivo sui temi che mi sembrano importantissimi e riguardano l’ambiente e la sostenibilità dei processi industriali. Poi mi è capitato un episodio che mi ha turbato. Nel 2013, quando ero il direttore del Torino film festival, conferimmo il premio alla carriera a Carlo Mazzacurati. Un uomo profondo, mite, gentile. Sapevo che stava morendo di cancro e con sua moglie ci rendemmo conto che non avrebbe fatto in tempo a vedere l’uscita del nuovo film cui aveva lavorato. I Cinque stelle di Torino chiesero a Mazzacurati, come avevano già fatto con Ken Loach l’anno prima, di non ritirare il premio in solidarietà con certe proteste dei lavoratori dei servizi assunti dall’organizzazione per il festival. Da direttore assicurai la massima visibilità a quei lavoratori, che non avevano tutti i torti visto che erano sottopagati, come accade in tutti i festival. Succede a Venezia, a Cannes. A Carlo, che era una persona delicata e mi chiese cosa fare, io dissi: ‘Ci penso io a dare ascolto e palcoscenico a queste persone, ma il premio prenditelo, te lo meriti’. Ecco, un senatore del M5s ricoprì Carlo di insulti.

  

 “Mi davano della Cassandra quando io dicevo ‘guardate che questi sono pericolosi. Purtroppo ho avuto ragione: lo sono davvero!”

E dire che era un senatore pagato dai cittadini, non un povero sfigato senza altri mezzi per farsi sentire. Mi colpì la violenza squadrista di quell’iniziativa, di un movimento all’epoca ancora minoritario. Sentii subito odore di fascismo. Era il 2013. In questi anni mi sono beccato shitstorm su internet, mi hanno bucato le gomme della bicicletta e al mercato della Garbatella con mia moglie sono stato assaltato con urlacci. C’era un loro gazebino, mi hanno urlato ‘Virzì ridacci i finanziamenti pubblici!’. Sono stati convinti dai loro spin doctor che lavorano nella comunicazione che nella sede del Pd c’è un grande ufficio dove si finanziano i film. ‘I film te li ha finanziati Renzi!’, mi gridavano. Ora, io capisco che chi è stato deluso dai partiti tradizionali, dai sindacati, ha il desiderio di una maggiore radicalità, di fare una battaglia viva e di essere rappresentato. Ma non si può non rendere conto che quella roba lì, il M5s, fa parte di un progetto di presa del potere di un’azienda, la Casaleggio Associati, che mobilita interessi non so quanto trasparenti, non respingendo le tecniche peggiori di mobilitazione del consenso attraverso odio, paura e disprezzo. Lo si è visto, appunto, nei comuni. A livello nazionale invece, siccome sono delle pippe, si fanno mangiare da una volpe arruffona di categoria B qual è Salvini. Non c’è da temere il Terzo Reich solo perché non hanno il talento per poterlo mettere in campo. Gli manca Hitler, hanno solo mediocri arrampicatori. Quindi, dico ai miei amici e compagni che per delusione hanno votato 5 stelle: svegliatevi. Prendetevi le vostre responsabilità. Non è sempre colpa degli altri, spesso è colpa nostra. Si torni a parlare la lingua della civiltà, che si contrapponga a questo fanatismo che sta devastando le persone, a questo rigurgito di fascismo e di razzismo che tira fuori il peggio della nostra antropologia. Prima ribolliva ma si vergognava di manifestarsi. Se queste persone di sinistra sono stati solo ingannati, si sfoghino con un bel pianto liberatorio, avranno la nostra comprensione. Ma se sentiremo ancora ripetere la tiritera magica che ‘è colpa del Pd, di Soros, dei signori dello spread’, allora sono corresponsabili del degrado di questo paese”. Beh, Marco Travaglio lo dice sempre che è colpa del Pd se c’è il governo Conte. “E’ una tecnica, si chiama capro espiatorio. Funziona bene. Un giorno magari riguarderemo cosa è successo negli ultimi 4 anni, dal 2014 al 2018, e forse scopriremo che avevamo il miglior governo della Repubblica italiana e che siamo riusciti – mi ci metto anche io – con il nostro fastidio e la nostra suscettibilità, a sminuirlo, ad aprire le praterie a questo nuovo nazifascismo”. Ma quindi era meglio Renzi? “I cicli politici si esauriscono ed è giusto che ci siano dei ricambi. Renzi ha avuto una stagione relativamente lunga stando ai parametri della sinistra, almeno dal post Occhetto in poi. Prima di lui, i leader non facevano in tempo a prendere confidenza con l’ufficio della segreteria che già dovevano andarsene. Renzi è insomma durato abbastanza. Ora chissà che succederà. Di fronte a questi sentimenti meschini e trogloditi, avrei voglia di essere invaso da tutti questi africani forti, giovani, temerari. Solo che purtroppo l’invasione non c’è, contrariamente a quel che dice Salvini, perché abbiamo allontanato i problemi in modo in fondo molto pragmatico e cinico, accordandoci con malviventi libici. Ma continuo a sperare in una futura invasione. Siamo diventati un popolo brutto, triste, meschino, ignorante, con un crollo demografico totale, destinato quindi a estinguersi; non resta che sperare nell’energia di questi popoli che col loro dolore e la loro forza possono solo migliorarci”.

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  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.