Le acrobazie di Taverna per spiegare il dialogo con il Pd

La senatrice cinquestelle: "Non chiedo scusa per quello che ho detto, ma oggi è un altro momento e stiamo proponendo un contratto". E se Di Maio dovesse rinunciare alla premiership? "Sarebbe una scaramuccia" si limita a dire

Redazione

"Diglielo a Enrichetto tuo!". Alla lunga non dev'essere facile mantenere la calma davanti alle pasquinate che arrivano insistenti dal falsetto di Enrico Lucci. La senatrice del M5s Paola Taverna, prima di entrare alla Camera per una riunione congiunta dei parlamentari cinquestelle, si è dovuta difendere dalle beffe infantili ma taglienti del conduttore di Nemo, che le chiede conto dei toni usati in passato contro il Pd, con cui oggi il Movimento cerca una sponda per formare un governo: "Ti ricordi quando gli dicevi 'Mortacci vostra'?", incalza Lucci "Adesso dimmi, quanto ti sono diventati simpatici?". Come un jab in piena faccia.

 

"Non stiamo parlando di simpatia ma di un contratto di governo", schiva la Taverna. "Io no c'ho ripensato, era un momento differente, non chiederò scusa al Pd per quello che gli ho sempre detto perché lo pensavo, oggi è un altro momento e stiamo proponendo un contratto con il Pd non mi ci devo fidanzare. Voglio ricordare che avevamo detto che con questa legge elettorale se non si raggiungeva una maggioranza avremmo parlato con le altre forze politiche per dare un governo per questo paese. Noi stiamo proponendo un contratto, non un accordo politico per le poltrone per dare delle risposte al paese".

 

Ma l'ex Iena, non molla: "Che differenza c'è tra 'contratto' e 'incuicio', spiegalo a Enrico". "Non è semantica", si arrabatta la senatrice romana. "Il contratto sono dei punti precisi sui ci si impegna per dare soluzioni al pese. Gli inciuci sono gli scambi di poltrone, noi proponiamo un contratto perché siamo disposti a trovare delle soluzioni insieme a quelle forze politiche che hanno voglia di lavorare insieme a noi per dare un governo al paese. Ci sarà un contratto con dei punti precisi che servono per il bene del paese" ha aggiunto facendo riferimento ai malumori della base. E se il Pd chiedesse a Luigi Di Maio di rinunciare alla sua premiership? "Sarebbe una scaramuccia" si limita a dire.